✜ Capitolo 12 ✜

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Hosok pensava davvero di avere un infarto in arrivo. Non riusciva a distogliere lo sguardo da Yoon nemmeno per un secondo.

Deglutì più volte, facendo dei gran respironi in cerca di ossigeno in più che però sembrava non arrivare a destinazione.

Yoon allungò la mano verso di lui come se volesse afferrarlo, e Hosok rimase immobile, l'unico suono che percepiva era il proprio respiro.

All'improvviso l'altro cercò di prendergli la mano nascosta dietro la schiena. Se lo ritrovò così vicino che le sue narici vennero improvvisamente invase da un delicato e seducente profumo di bagnoschiuma e sapone. Era così tramortito da quell'odore che la sua resistenza si fece più debole, e Yoon riuscì ad afferrare il suo braccio senza particolare sforzo. Gli tirò su la mano, notando il dito insanguinato.

“Come ti sei tagliato?”

Senza aspettare una risposta, lo trascinò nel proprio bagno. Era caldo e ancora pieno di vapore. Yoon aprì uno dei cassettini tirando fuori del disinfettante e un cerotto.

Hosok osservava i suoi movimenti, senza dire una parola. Yoon prese un po’ di cotone, iniziando a disinfettare la ferita con delicatezza, pulendolo dal sangue che gli aveva macchiato la pelle e controllando meglio la ferita. Poco dopo, gli avvolse il dito in un cerotto. Solo allora tirò un leggero sospiro di sollievo.

Alzò lo sguardo verso Hosok, per poi ripetere la domanda. “Come ti sei fatto male?”

“Beh, ecco, stavamo prendendo del tè… beh, tua madre mi ha chiesto di una nostra compagna di classe, dicendo che sei andato al cinema con lei e…”

Yoon lo fermò bruscamente: “Non sono mai andato al cinema con un'altra persona. Soltanto con te.”

Hosok annuì leggermente: “Lo avevo già capito. Non ti ho mai visto parlare con qualche nostra compagna di classe e… Solo che non capisco perché dovergli mentire… Che… che male ci sarebbe ad andare al cinema con me?”

Quella domanda, in effetti, era più che legittima da parte sua e Yoon lo sapeva. Ma non si sentiva ancora del tutto pronto a raccontare il perché di quella menzogna.

“Devi sapere una cosa dei miei genitori. Non sono belle persone. Per loro, contano solamente le apparenze, i soldi, il prestigio e il potere. Non si vogliono bene nemmeno tra di loro, mio padre tradisce mia madre da quando si sono sposati, lei lo sa e le sta bene purché lui le compri tutto quello che vuole… La stessa cosa vale per me. Devo avere ottimi voti, devo frequentare la migliore università, devo entrare nell'azienda prestigiosa di mio padre che un giorno sarà mia. È già tutto pianificato.”

Hosok si rese conto che era la prima volta che Yoon diceva frasi così lunghe, di solito era lui a sproloquiare senza fine. Ma si sentiva dispiaciuto che il motivo fosse parlare in quel modo dei suoi genitori.

“Mi dispiace ma… Questo che cosa ha a che fare con me?”

“Per loro l'unica interazione sociale che abbia un senso dev'essere quella con una potenziale futura moglie, da sposare subito dopo la laurea.”

“Spo…sposare? Ma… Non è un po’ presto per pensare a certe cose? Hai soltanto diciotto anni!”

“Ai miei genitori piace pianificare tutto. Ecco perché ho mentito e non ho mai detto di avere un amico… Questa cosa li ha spiazzati, e questa sera ti hanno invitato a cena non certo per fare amicizia o per conoscerti… ma soltanto per valutare se tu sei o meno un ostacolo ai loro piani su di me.”

Hosok non sapeva davvero cosa dire. Non immaginava uno scenario del genere. Certo, aveva intuito la stranezza di quei due, il loro atteggiamento arrogante, ma non pensava arrivassero fino a quel punto.

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