☼ Capitolo 23 ☼🖤

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[Attenzione. Il seguente capitolo contiene scene angst.]

[21 ottobre 1994]

Yoon era stato avvisato solo la sera prima che sarebbe dovuto uscire prima dell'alba. Naturalmente, lui sapeva perfettamente la verità perché gliela aveva detta Haru. Né sua madre né suo padre gli avevano spiegato il perché di dover preparare un borsone con le sue cose.

Lui li aveva assecondati, fingendo rassegnazione e calma per non destare alcun tipo di sospetto.

“Yoon, sei pronto?”

Sua madre aveva finalmente aperto la porta della stanza, e mostrava un sorriso fin troppo gentile.

“Quasi.”

Prese un giubbotto rosso acceso e lo indossò in fretta, poi tirò fuori dall'armadio un cappellino nero da baseball e si mise anche quello. Mentre sua madre lo attendeva di sotto, indossò rapidamente l'orologio di Hosok al proprio polso. Guardò il proprio riflesso allo specchio un'ultima volta, e poi diede una rapida occhiata alla sua stanza prima di uscire.

Era convinto che non sarebbe più entrato in quella camera, e in un certo senso sarebbe proprio andata così.

✜ ✜ ✜

Una volta in macchina, i suoi bagagli furono riposti dall'autista. Sua madre e suo padre non vennero nemmeno a salutarlo o a dirgli qualcosa, così Yoon alzò lo sguardo verso la finestra. Erano lì, uno di fianco all'altra, che lo fissavano. 

Addio, mamma e papà. Pensò nel suo cuore, ma senza rimpianto. Prima di salire in auto guardò un'ultima volta casa sua. Non sapeva come sarebbero andate le cose, ma aveva davvero la sensazione che non li avrebbe visti mai più.

Una volta salito in auto, non sembrava importargli dell'autista silenzioso o di uno degli scagnozzi di suo padre seduto al suo fianco. Semplicemente, guardava Seoul ancora avvolta parzialmente nell'oscurità della notte, quando ancora non era l'alba.

Ripensò a qualcosa che lo fece sorridere. Esattamente un anno prima aveva conosciuto Hosok. Era entrato in quella classe e i loro sguardi si erano incrociati per la prima volta. Forse in quel momento non si era reso conto che aveva provato un piccolo senso di vertigine, ma il suo cuore aveva avuto un sussulto quando aveva visto il dolce viso di Hosok che lo guardava e poi era arrossito.

Perso nei suoi pensieri, non si rese conto immediatamente che l'auto era arrivata a destinazione: il parcheggio dell'aeroporto.

Scese dalla macchina e immediatamente il lacchè di suo padre lo afferrò per un braccio.

“Non è necessario che mi trattieni in questo modo.”

L'altro sembrò titubante per un momento, prima di ritrarre il braccio.

Una volta all'interno dell'aereoporto, Haru gli corse incontro tutta sorridente, come se fosse davvero felice di vederlo lì. Indossava dei jeans come lui, e una t-shirt bianca. I lunghi capelli erano stati legati in una elegante treccia.

“Ti va di fare colazione? Abbiamo ancora tempo prima del volo.”

“Ma certo.”

I due furono seguiti a vista dal guardiano di Yoon, che tuttavia sembrò rilassarsi nel vedere il ragazzo così collaborativo, e che chiacchierava con la ragazza come se niente fosse. Sembrava davvero entusiasta di partire, quindi non capiva perché il suo capo gli avesse detto di tenerlo d'occhio.

Haru e Yoon si alzarono dopo aver fatto una veloce colazione, e il ragazzo si rivolse al tirapiedi di suo padre. “Credo sia meglio che andiamo in bagno prima della partenza.”

Grim Reaper [SOPE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora