Passarono vari giorni, avevo raccontato cos'era successo ai miei amici essendo preoccupati vedendomi portare via da quel misterioso ragazzo. Ovviamente descrissi anche lui e, < Perché mi guardate così? >, vidi che mi stavano guardando con dei sorrisini sui volti, < Non è che per caso... ti sei preso una cotta per questo ragazzo misterioso, eh Minnie? > Felix si mise a ride alla affermazione del ragazzo accanto a lui. Guardai Jisung scioccato, < Sei pazzo? Come faccio ad innamorarmi di una persona così? >, < Lo sai che esiste l'amore a prima vista vero? Dove hai vissuto finora Min-hyung? >, si aggiunse al discorso anche il più piccolo, < E tu da quando mi chiami hyung? Non lo hai mai fatto se non agli inizi della nostra amicizia. >, lo guardai stranito, < Vabbè non è quello il punto. Il punto sarebbe che quando stavi parlando di questo ragazzo ti brillavano gli occhi Minnie, come se avessi dei fuochi d'artificio davanti. > disse il biondo. Li guardai come se avessero tre occhi, ma che stavano dicendo? Mi piaceva quel ragazzo? Anche se l'ho visto praticamente solo quella volta?
Eh già, non vidi più quel ragazzo da quella giorno, provavo qualche volta a tornare nel punto in cui ci siamo "incontrati" anche se non era uno degli incontri migliori. Passavo praticamente ogni giorno ma di lui non c'era traccia. Provavo anche ad andare nel bagno in cui c'eravamo chiusi per scappare da quella mandria di ragazze e ragazzi impazziti ma niente, anche quel posto era deserto. Ritornai dai miei amici leggermente scoraggiato e abbattuto, ma giusto poco...
< Oddio Min, ma che ti è successo? Sembra che è morto qualcuno... > disse Jisung, mi sedetti in uno degli sgabelli del bancone del bar in cui eravamo, essendo che oggi le lezioni ci finivano prima andammo a mangiare qualcosa fuori, mi piegai e sbattendo piano la testa su di esso più e più volte. < Anche oggi niente? > Felix si era avvicinato come per bisbigliare qualcosa che le persone all'interno di quel bar non avrebbero dovuto sentire, annuii lentamente in segno di conferma e lui mi accarezzò dolcemente la testa. Mi girai verso il mio amico e lui mi sorrise, gli saltai addosso e lo abbracciai affondando il viso nel suo petto e l'altro rise al gesto ricambiando la stretta. Si unirono pure gli altri due e restammo così per vari minuti. < Grazie ragazzi, non so perché ma ne avevo proprio bisogno, mi sono ripreso completamente. >, sorrisi ai miei amici, < Tranquillo Min-hyung, noi ci saremo sempre. > all'affermazione del più piccolo spostai la mia mano destra sulla sua testa scompigliandogli i capelli e lui rise, < Vi voglio bene ragazzi. >.
Dopo aver finito di mangiare ognuno andò via per la propria strada. Jeonjin fu il primo ad andarsene essendo che l'indomani avevo un progetto da consegnare e doveva finirlo, Jisung fu il secondo, sua madre lo aveva chiamato per dirgli che suo fratello era tornato quel giorno per stare un po' a Seoul con la famiglia quindi non vedeva l'ora di vederlo. Felix ed io invece rimanemmo ancora un po' in quel posto, poi ricevette una chiamata urgente e anche lui se ne andò. Essendo che non avevo niente da fare lì, mi diressi verso l'uscita fermandomi poi ad un semaforo. Mentre aspettavo che il semaforo diventasse verde entrai su Instagram scorrendo nella home. Mi spuntò un post di un ragazzo della mia scuola e mi misi a scrollare tra le foto. Erano davvero belle, quel ragazzo era proprio dotato. Scrollai su l'ultima foto bloccandomi. Sentii il mio cuore cominciare a battere sempre più veloce ogni secondo che passava, le mie guance si colorarono di rosso e i miei occhi luccicarono alla vista di una persona che, anche se l'avevo vista soltanto una volta per pochi minuti, l'avrei riconosciuta in mezzo ai 7 miliardi di persone in tutto questo mondo. Cercava di nascondersi dietro la sua mano mentre aveva un sorriso stampato in faccia. Quel sorriso.. quelle fossette.. il leggero colore rosato nelle sue guance.. i suoi capelli ricci.. mossi forse dal vento. Va bene, lo ammetto e lo ridico di nuovo, è davvero bello anzi bellissimo. Ripensai al giorno in cui ci eravamo incontrati e sorrisi, vidi che il semaforo da rosso diventò verde e incamminai per andare dall'altra parte.
Chissà sa cosa starà facendo ora?
< Ehi scusa! >, continuai per la mia strada, < Ehi scusami, ragazzo con la borsa di tela! >, sentii una mano posarsi sulla mia spalla destra, saltai dallo spavento e mi girai, rimasi scioccato da quello che vidi, o almeno rimasi scioccato della persona che mi ritrovai davanti.
< Oh, sei tu! Kim Seungmin giusto? > disse il riccio sorridendomi svenendo quasi nel vederlo.
Si ricorda il mio nome... si ricorda il mio nome? SI RICORDA IL MIO NOME!?!
Mi sventolò una mano davanti al volto e io sbattendo gli occhi più e più volte, scossi la testa come per riprendermi e lui risi dei miei gesti. < Tieni, ti era caduta la sciarpa. Come va? Non ti vedo da.. beh sai, dal giorno in cui ti ho "rapito". > disse facendo segno di virgolette con entrambe le mani all'ultima parola ridendo. Quindi. Si ricorda di me e del mio nome e ora mi ha ridato la sciarpa che neanche sapevo mi fosse caduta e mi sta chiedendo come sto essendo che non mi ha più visto in giro? Sto sognando?
< Ahi! >, < Ehi ehi che fai! Perché ti sei dato un pizzicotto?! > disse allarmandosi e preoccupandosi al mio gesto. Si, mi ero appena dato un pizzicotto credendo fosse un sogno. Mi prese la mano controllando il punto rosso sulla mia mano, < Wow, ti sei pizzicato così forte da farti uscire anche del sangue? Ma a cosa stavi pensando? >, < N-Niente! Tranquillo n-non è niente davvero. >, < Per te non è niente, per me invece si. Vieni con me, dobbiamo disinfettarlo. >, mi tirò dalla mano e camminammo per tutto il tragitto così, mano nella mano. Sapevo che praticamente tutte le persone intorno a noi ci stavano guardando, mi sentivo gli occhi addosso, ma non ci feci caso visto che ero concentrato per lo più dalle nostre mani unite e del calore confortante che emana la sua mano. Sicuramente avevo le guance color porpora perché mi stavano letteralmente andando a fuoco. Arrivammo davanti la farmacia, < Bene siamo arrivati, aspettami qui un secondo, torno subito. > e sparì dentro la farmacia. Tornò qualche minuto più tardi con in mano un sacchettino. Appena trovato un posto dove poterci sedere ci mettemmo lì. Mi prese di nuovo la mano e cominciò a medicarla. Ma come avevo fatto a darmi un pizzicotto così forte da addirittura crearmi una ferita? Sono davvero stupido. Mi mise un cerotto e lasciò la mia mano.
< Ecco fatto. >, sorrise, < Ti ringrazio ma non c'era bisogno davvero, non era niente di che. >, abbassai lo sguardo imbarazzato della situazione. < Tranquillo, mi ha fatto piacere e anche se era piccola si sarebbe potuta infettare e diventare peggio. >. Annuii ma non alzai la testa, se guardavo un'altra volta il suo sorriso sarei potuto svenire seriamente. Ci furono svariati minuti di un silenzio troppo imbarazzante.
< Allora... >, cominciò, < ...Non mi hai risposto alla domanda poco fa, come va? >, inclinò la testa di lato per vedermi nel volto. Vedendolo distolsi lo sguardo imbarazzato ma rialzai la testa rispondendogli, < ...Bene, credo. Non è successo niente di emozionante... Sono stato a scuola poi con i miei amici e a casa, niente di che. Tu? >, lo guardai finalmente, < Capisco. Ci sono stati giorni migliori, sono stato inseguito un'altra volta da un nuovo gruppo di fan sfegatati. >, ridemmo all'unisono.
< Vedo che sei molto popolare a scuola. >, < Nahh, tu dici? > e ridendo e scherzando parlammo del più e del meno fino a quando non mi arrivò una chiamata, presi il telefono dalla tasca e vidi che era un chiamata da parte di mia madre. < Scusami devo rispondere. >, < Si certo fai pure. >, gli sorrisi e mi allontanai per rispondere. Salutai mia madre e chiusi ritornando dal riccio.
< Eccomi, scusami ma devo andare, mia madre ha bisogno di me a casa. >, < Oh va bene, se vuoi ti posso accompagnare, abiti lontano da qui? >, < Beh.. si molto, abito fuori Seoul quindi devo prendere l'autobus e non vorrei farti prendere l'autobus per poi ritornare qua. Credo che tra un po' dovrebbe passare l'autobus. >, dissi guardando l'orario del telefono, < Va bene, allora ti accompagno verso la fermata così ti faccio compagnia mentre aspetti se ti va? >, < Certo, mi farebbe piacere. > gli dissi sorridendo e lui ricambiò. Lungo il tragitto parlammo di altre cose e arrivati alla fermata del bus ci scambiammo l'instagram (come se io non lo avessi trovato tipo un'ora fa). Arrivò l'autobus e dovemmo salutarci, < Bene... ehm, ci si vede in giro o all'università allora. > dissi colpito da una sensazione di imbarazzo improvviso, < Si, spero davvero che ci vedremo allora. >. Ci guardammo negli occhi per vari secondi, < Ciao.. > alzai una mano salutandolo e lui fece lo stesso, < Ciao.. >. Entrai nel mezzo pubblico, andai a sedermi in un sedile vicino la finestra e lo guardai da lì, feci un sorriso imbarazzato e lo salutai un'altra volta ma stavolta solo con la mano e lui ricambiò con un sorriso più sciolto. L'autobus partì e anche il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Poggiai la testa allo schienale e portai la mia mano destra al cuore buttando un sospiro di sollievo. Credo proprio di essere impazzito. Sono impazzito per il ragazzo più bello, dolce, gentile, stupendo, con un sorriso e due fossette meravigliose ma soprattutto quei due sottili e grandi occhi color cioccolato che aveva mi facevano far uscire fuori di testa ogni volta che incontravano il mio sguardo.
Credo proprio di essermi...
< Tu... COSA?!?! >
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the music that is in you
Hayran KurguC'era una volta... un ragazzo di 21 anni, che viveva la sua vita meravigliosamente. Aveva una famiglia perfetta, una casa perfetta, una bellissima auto, una cagnolina SUPER adorabile e andava al terzo anno della miglior università di Seoul: la Natio...