1. Echi del passato

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LAILA

Tre giorni fa mia madre è morta, e con lei anche una parte di me.

Tre giorni fa, ho perso tutto quello che avevo.

La mia vita è cambiata nel giro di poche ore.
Non mi trovo più a Napoli, sono a New-York.

Non è la prima volta, dato che sono nata qui, però dopo la morte di mio nonno io e i miei genitori ci siamo trasferiti a Napoli.

Mia madre aveva molte amiche qui, ed è per questo che ora mi trovo nella casa della signora Megan Keller.

Prima di morire mia madre mi ha affidato a lei, e ora mi sono ritrovata in una casa immensa.

La famiglia Keller è una delle famiglie più ricche di New-York e nonostante le cattive voci che girano su di loro è molto rispettata.

Sono arrivata qui un paio d'ore fa, Megan mi ha mostrato la casa e mi ha detto che per qualsiasi cosa posso rivolgermi a lei.

È stato strano rivederla dopo tanti anni, ma ha sempre mantenuto la sua gentilezza ed eleganza di sempre.

Per quanto riguarda mio padre, beh... lui mi ha abbandonata.

Si è ricostruito la sua vita molti anni fa, lasciando me e mia madre da sole, ha una nuova famiglia e per me non c'è più posto.

Ora mi trovo nella mia nuova camera.

Quando sono entrata mi è sembrato di essere nella stanza di una principessa Disney.

Letto a due piazze con soffici cuscini bianchi, tantissimi prodotti per la pelle e per il viso sulla scrivania, soffici tappeti bianchi e una mini libreria.

qualunque ragazza sarebbe stata felicissima di avere una stanza cosi, ma io cerco sempre il lato negativo in tutto quello che mi capita.

"Tua madre è morta e tu invece di restare a Napoli sei venuta a fare la bella vita qui"

la voce nella mia testa mi proibisce di essere felice.

E sinceramente non so se lo merito davvero.

Il dolore è cosi forte che decido di rifarlo.

Scendo dal letto, prendo la mia valigia, le mie mani ormai hanno vita propria mentre aprono la valigia e cercano all'interno la lama del temperino.

Quando c'è l'ho tra le mani mi manca il respiro, l'ultima volta che l'ho fatto è stato quando è morta mia madre, e sto per rifarlo anche ora.

Vado in bagno, mi tolgo le scarpe e i calzini e poggio la lama dietro la caviglia, prima che il senso di colpa si faccia strada dentro di me affondo la lama nella carne facendomi un taglio profondo.

Soffro in silenzio mentre il bruciore inizia a farsi sempre più forte, chiudo gli occhi e mi godo il silenzio dei miei pensieri ora concentrati sul dolore fisico.



Ho passato dieci minuti in bagno per eliminare ogni traccia di ciò che ho fatto, e ho nascosto la lama all'interno di un libro posto sul comodino.

Vado a farmi una doccia, tra poco devo scendere a mangiare, Megan mi ha organizzato una cena di benvenuto.

Inutile dire che stò morendo di ansia.

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