14.1 Unspoken Desires

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Lo so, sono in ritardo ma giuro che ne è valsa la pena...
Buona lettura🌟

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DELIA

Le luci soffuse del ristornate si riflettono su ogni superficie lucida, dai tavoli di marmo bianco alle posate in argento.

Il profumo delicato di Tartufo e burro si mescola nell'aria.
Ogni dettaglio é studiato per impressionare: le orchidee fresche nei vasi, le tende di velluto pesante che separano i tavoli e il silenzioso lavorio dei camerieri che scivolano come fantasmi tra i tavoli.

Mi piacerebbe dire che mi importa.
Che questo lusso sofisticato mi affascina, come sembra fare agli altri. Ma in realtà, questo posto non é altro che la cornice perfetta di una delle recite più nauseanti della mia vita.

Le cene di famiglia sono sempre la stessa storia: i miei genitori che fingono di essere educati e rispettabili agli occhi degli altri, quando in realtà mio padre cerca di nascondere i suoi problemi con l'alcol.
E mia madre mi sorride solo quando ci sono estranei a guardarci, come se improvvisamente fosse interessata alla mia vita, alle mie ambizioni... alle cose che io faccio e che ignora completamente quando siamo a casa.

Quindi si, odio queste cene.
Odio dovermi sedere qui e fingere anch'io.
Sorridere, annuire, parlare quando qualcuno si aspetta che lo faccia.

La sola cosa che mi fa tirate avanti é il padre di Sophia.
É molto fortunata ad avere un padre così comprensivo e attento.
Non nego che la invidio molto per questo.

La famiglia Martin é sempre stata la mia seconda famiglia.
Da piccola passavo interi pomeriggi a giocare nel loro condominio e amavo il fatto che tra di loro abitassero tutti insieme.

Immaginavo come sarebbe stata la mia vita se anch'io fossi stata una di loro.
Forse ora non avrei tutti questi problemi a gestire la rabbia, forse ora non aspetterei tutte la notte sveglia ad aspettare che mio padre torni a casa sbronzo e metterlo a letto.

Il padre di Sophia sta continuando a fare battute che generano risate tra i presenti.
Io abbasso lo sguardo e trattengo un sorriso per non farmi vedere.
Non mi piace ammettere che qualcuno in questa tavolata possa farmi sentire a mio agio.

Ovviamente oltre all'odio per i miei genitori c'é un'altra persona che odio con tutta me stessa.

Leo Martin.

L' idiota che ha avuto la brillante idea di sedersi proprio di fronte a me.
Come se già la sua presenza non fosse abbastanza irritante.

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