𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟒

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𝑬𝒉𝒎, 𝒆𝒉𝒎, 𝒅𝒊𝒄𝒂 "𝒑𝒆𝒓 𝒇𝒂𝒗𝒐𝒓𝒆"

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𝑬𝒉𝒎, 𝒆𝒉𝒎, 𝒅𝒊𝒄𝒂 "𝒑𝒆𝒓 𝒇𝒂𝒗𝒐𝒓𝒆".


Tre giorni dopo...

❦ 𝑬𝒗𝒆𝒍𝒚𝒏 ❦

Dovevo ammettere che come testardaggine mi superava. Erano tre giorni che Viktor insisteva con questa storia della cena e sembrava che non ci fosse verso di fargli capire che il mio "no" non si poteva cambiare. Ero sorpresa da questa nuova energia che possedeva Viktor improvvisamente.

Bussarono alla porta. «Avanti» dissi posando la spazzola che stavo utilizzando per acconciarmi i capelli.

Era il bambino che avevo incontrato quel giorno che mi trovavo in uno dei mille corridoi del castello. «Buongiorno, signorina.»

«Ciao Alexey, cosa ti porta qui da me?» gli chiesi, lui mi rivolse un sorriso sdentato e io provai un po' di tenerezza.

«Questi sono per voi» disse porgendomi un mazzo di fiori, molto belli a mio parere.

«Grazie, li hai presi tu?» chiesi afferrando il bouquet.

Il ragazzino fece una faccia strana prima di rispondere, «In realtà ve li manda il r-» si bloccò di colpo e io mi chiesi cosa stava per dire. «Ve li manda il padrone.»

Rimasi senza dire nulla per un minuto intero.

«Dov'è ora?» domandai lentamente.

«Nello studio, ma non vuole essere disturbato.» Ma davvero? Peccato, perché io adoro disturbarlo.

Mi diressi spedita tra i corridoi del palazzo e mi fermai solo quando fui davanti alla porta dello studio; non bussai nemmeno ed entrai.

Viktor era seduto dietro la scrivania e quando chiusi la porta, sbattendola, alzò la testa con estrema lentezza e mi guardò. Perché era bello anche con quella stupida cicatrice? Era ingiusto per il mio povero cervello, che poverino non riusciva a elaborare qualcosa che non fosse un ridicolo desiderio di baciare quelle belle labbra che non formavano mai un sorriso. Cervello del cazzo.

«Non si bussa?» Questa prigionia impediva alle mie solite facoltà mentali di funzionare dato che solo il suono di quella voce mi rendeva strana. Dovevo andarmene e basta.

Mi schiarii la voce. «Da quando sapete cosa sia l'educazione?»

«La conosco, ma non ne faccio uso.» Una risposta davvero matura, pensai alzando gli occhi al cielo.

𝑳𝒂 𝑴𝒂𝒍𝒆𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑹𝒐𝒔𝒂 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒊𝒏𝒂𝒏𝒕𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora