𝑰𝒍 𝒑𝒂𝒅𝒓𝒐𝒏𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒆' 𝒄𝒐𝒔𝒊' 𝒕𝒆𝒓𝒓𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒄𝒐𝒎𝒆 𝒔𝒆𝒎𝒃𝒓𝒂...
🥀 𝑽𝒊𝒌𝒕𝒐𝒓 🥀
Mi aveva fatto quasi sorridere. Quasi.
Non succedeva da secoli e lei ci era riuscita in pochi secondi. Secondo questa sconosciuta io avrei potuto avere un figlio, io che se anche avessi voluto averne uno non avrei potuto, sarebbe stato impossibile.
La mia maledizione mi impediva ogni cosa. Tutto ciò che avrei voluto dalla vita mi era stata tolta e ciò che mi era stato dato era una vita dannata e destinata a cessare definitivamente in circa due anni. Aspettavo solamente che questo tormento finisse.
Desideravo solamente che Vera e Alexey rimanessero in vita, loro non meritavano il mio stesso destino.
Tutta colpa sua.
No. Era mia.
Avevo fatto molti errori nella mia vita e uno peggiore dell'altro. Bisogna ammettere, quindi, che mi ero guadagnato questa punizione per i miei sbagli.
Non esisteva il modo per espiare le mie infinite colpe, non c'erano speranze che io la trovassi. Secondo Vera era solo questione di tempo, ma erano solo illusioni e castelli in aria.
Nessuno avrebbe potuto fare ciò che io non potevo fare.
Raggiunsi l'ala ovest. Evelyn non vi si doveva avvicinare, soprattutto quella notte.
Doveva restare lontana da lì e da me. Soprattutto da me.
Guardai il mio riflesso. Mi illudevo se pensavo che qualcuno avrebbe visto qualcosa di differente da ciò che vedevo io.
Sono orribile. Me lo dissi e me lo ripetei all'infinito mentre stringevo i pugni fino a far diventare le nocche bianche, guardandomi allo specchio. La prima volta che lo capii e che me lo dissero era ancora ben impressa nella mia mente.
Secoli prima...
La vidi bruciare. La strega, il male.
Si dibatteva contro le fiamme, contro le catene che la tenevano ferma a soffrire. Sentivo le sue urla, le parole d'odio pronunciate contro di me e contro la mia gente. Voleva farmela pagare.
Ma come poteva se stava morendo davanti a me? Sorrisi. Ero un bastardo.
Ero completamente indifferente alle sue maledizioni, esse mi scivolavano addosso come l'acqua. Non mi toccavano.
Un ultimo grido si levò fino in cielo e la strega morì davanti a me, come una comune mortale. E io non mi sentivo meglio. Perché? Non capivo.
Guardai i presenti alla condanna a morte, sembravano tutti sollevati ed entusiasti. Alcuni ridevano e battevano le mani, altri mi ringraziava con un gesto della mano per aver liberato il popolo da quella sciagura.
Io, però, non mi sentivo come loro. Non ero sollevato, ero inquieto.
Acconsentii ai festeggiamenti e a parteciparvi anche se non ero dell'animo giusto. E vedendo la gente che ballava e banchettava mi sentivo fuori luogo. Cosa stava succedendo?
Le feste continuarono fino alle prime ore della notte, ma io mi trovavo già nelle mie stanze per prepararmi a dormire. Rifiutai ogni possibile compagnia che mi proposero.
In qualche modo mi addormentai...
Sognai molto quella notte: il mio villaggio in fiamme, i miei sudditi urlare e guardarmi spaventati, il sangue dappertutto e la luna piena. Il resto del sogno era sfuocato e alcune parti senza alcun senso.
Seppi solo che, appena mi svegliai, sotto me giaceva una donna insanguinata e in fin di vita. Non riusciva a guardarmi e disse solo: «Sei orribile. Sei un mostro».
Presente...
Tirai un pugno contro il mio stesso riflesso e lo specchio si ruppe in mille pezzi. Quel ricordo aveva sempre pieno controllo delle mie azioni violente e mi spingeva a farmi del male.
Ringhiai mentre vedevo il mio stesso sangue scorrere sulla mia mano, così simile a quello della donna. Voltai le spalle allo specchio per cercare di calmarmi.
Rimasi immobile per un tempo indefinito a fissare dritto davanti a me e concentrandomi sulla realtà e non sui ricordi, i quali si susseguivano nella mia testa in continuazione, senza trovare pace.
Non volevo rivivere quei momenti.
Stavo fuggendo dal passato, lo sapevo, ma nulla mi impediva di farlo. Tuttavia, lui mi ritrovava sempre. Ogni notte e tutte quelle notti in cui si faceva più presente.
Questa era una di quelle notti e io avevo il terrore che non sarei riuscito a evitare l'inevitabile. Non desideravo perdere il controllo su me stesso; se lo avessi fatto la mia mente non avrebbe più avuto le redini del mio corpo e sarebbe andato tutto a puttane. Come succedeva sempre, del resto.
Dovevo solo essere lasciato solo. Nessuno doveva disturbarmi o farmi incazzare.
Sarebbe passato presto, mi ripetevo.
Era come le altre volte, mi dicevo.
Ma erano tutte menzogne.
Tutto era cambiato, nel castello c'era qualcun altro oltre a me, a Vera e ad Alexey. Era arrivata una sconosciuta insopportabile e impicciona, che mi faceva andare in collera ed eccitare al tempo stesso.
No, non era quello il modo per restare calmo. Dovevo pensare ad altro.
Mi passai entrambe le mani tra i capelli, frustrato.
Avevo bisogno d'aria, di ossigeno.
Uscii sul bancone e mi arrampicai fino a sedermi sulle tegole del tetto. Guardai l'orizzonte davanti a me, il giorno che diventava notte e la luna che prendeva il posto del sole.
Per fortuna il tempo non era perfettamente sereno. Forse potevo stare tranquillo.
Osservai l'intero tramonto e i battiti del mio cuore rallentarono, l'ansia e l'agitazione si placarono. Sospirai, esausto.
Poi udii un rumore che proveniva dalle mie stanze e mi mossi per prendere l'intruso. La collera stava tornando...
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Angolo autrice ✍🏻
Ciao a tutt*! Come state? A sorpresa sono riuscita a complicare il capitolo, che purtroppo si è rivelato un po' più corto dei precedenti. Ma l'importante è la sostanza, no?
Il personaggio di Viktor si complica e si chiarisce un pochino di più. È pieno di misteri e combatte contro i ricordi più dolorosi del passato. Cosa ne pensate di lui?
E perché deve controllarsi? Cosa deve evitare secondo voi? 👀
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo nei commenti. ☺️
A presto,
La Cappellaia Matta 🎩
P.S. Chi mai sarà l'intruso? 🫣
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𝑳𝒂 𝑴𝒂𝒍𝒆𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑹𝒐𝒔𝒂 𝑺𝒂𝒏𝒈𝒖𝒊𝒏𝒂𝒏𝒕𝒆
ParanormalTerzo capitolo della saga 𝑻𝒉𝒆 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔 𝒐𝒇 𝑫𝒂𝒓𝒌𝒏𝒆𝒔𝒔 Evelyn Foster, Principessa vampira, è partita per una remota regione della Russia alla ricerca di un Re che avrebbe poi convinto affinché diventasse loro alleato. Lei è adatta p...