Terzo capitolo della saga 𝑻𝒉𝒆 𝑭𝒆𝒆𝒍𝒊𝒏𝒈𝒔 𝒐𝒇 𝑫𝒂𝒓𝒌𝒏𝒆𝒔𝒔
Evelyn Foster, Principessa vampira, è partita per una remota regione della Russia alla ricerca di un Re che avrebbe poi convinto affinché diventasse loro alleato.
Lei è adatta p...
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𝑳𝒆𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒎𝒊 𝒂𝒗𝒆𝒗𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒒𝒖𝒆𝒍 𝒗𝒊𝒔𝒐.
🥀 𝑽𝒊𝒌𝒕𝒐𝒓 🥀
Avevo passato due cazzo di giorni a cercare di non pensare a lei con il risultato che era sempre nella mia testa. Era diventata una tortura vivere sotto lo stesso tetto e, dopo quella conversazione in giardino, mi convinsi ancora di più che forse era meglio lasciarla andare.
Mi passai una mano tra i capelli. Lei era la mia unica speranza, ma stava diventando anche la mia rovina.
Qualcuno aprì di colpo la porta del mio studio e mi preparai a inveire contro chiunque fosse entrato senza bussare, però non ero pronto a vedere Evelyn correre verso di me cose la inseguisse il diavolo. Era bellissima.
«...Hai bisogno di qualcosa?»
Si avvicinò ancora di più, ormai ci separavano pochi centimetri. «Sì, avrei bisogno di una cosa» disse, poi mi baciò e si sedette a cavalcioni su di me. Forse era un altro dei miei sogni, ma non mi importava più. La volevo mia, anche se era solo nei sogni.
Evelyn gemette e quel cazzo di suono mi tolse ogni capacità di ragionare lucidamente; le inclinai la testa e iniziai a baciarle e a succhiare quel collo così delicato che sembrava si potesse rompere con solo la pressione della mia mano.
«Viktor?» disse lei con un mugolio.
«Sì?» le chiesi, totalmente rapito da lei. Continuai a baciarla come se fosse la mia aria, ciò che avevo bisogno per sopravvivere. Ero ancora convinto che tutto ciò fosse un sogno e non volevo svegliarmi. Solo che lei si fermò e questo non accadeva mai quando la sognavo.
La osservai, sembrava un po' affannata e aveva una luce negli occhi... Era eccitata tanto quanto lo ero io.
«Ho cambiato idea» disse e non avevo la mente troppo connessa per capire a cosa si riferisse, ma mi venne in aiuto aggiungendo più dettagli. «Questa cosa tra di noi non è normale, è vero, ma non voglio che finisca.» Cazzo, non ero più convinto che stesse accadendo tutto nella mia testa.
«Anche quello che è successo poco fa non era sano?» le chiesi, ancora accigliato per quella conversazione.
«Immaginavo che te l'eri presa» annuì sconsolata, poi riprese a parlare: «In quel momento ero piena di dubbi e non mi sono curata dei miei veri desideri.» Mi guardò con quegli occhi che sembravano innocenti, ma che in realtà non lo erano affatto.
