Fuoco

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Fummo svegliati dal campanello.

".... Dannati ragazzini...."

Piton si alzò, un occhiata veloce verso lei che si stiracchiava, si diresse verso la porta di ingresso.

L'apri di scatto, credeva si trattasse dei suoi soliti disturbatori.
I ragazzini del quartiere si divertivano così.
Invece trovo Harry stava iper ventilando.
Professore!!!.... Her....Hermione è sparita... non si trova da nessuna parte ...."

"Potter... non hai pensato che magari è semplicemente uscita a fare due passi?"

Harry alzo il tono della sua voce.

"Professore!!!....non faccia finta di niente... lo so che ci tiene a lei...."

Piton gli chiuse la porta in faccia e torno di sopra.

Lei era sul letto, si muoveva come un gatto appena svegliato, lenta e sensuale.
Scese dal letto e a piedi nudi andò verso di lui.

Indossava ancora i vestiti della sera precedente.
Si appoggiò sul petto di lui.

"...Devo andare..."

Raccolse le scarpe dal pavimento e le indosso, lui poteva solo guardarla.
Non disse niente.

Stava per uscire, aveva aperto la porta quando lui la richiuse.

Lei lo guardò negli occhi  erano come buchi neri.

Lui, con la mano ancora sulla porta, avvicinò le sue labbra a quelle di lei,
un bacio,uno di quelli che di solito danno il via a qualcosa.
Hermione era intrappolata, si appoggiò con la schiena alla porta e lui sempre più vicino,i baci si fecero roventi.
Lei allungo le mani , che percorrevano il suo corpo fino ad arrivare al bavero della camicia, lo tirava a se, lui Poggio la mano libera sul fianco di lei.
Poi  si allontanò e le diede un ultimo bacio sul collo mentre assaporava il suo dolce profumo.
Si salutarono così ... Senza parlare ...

Lui rimase solo in quella casa vuota, dove era rimasto il suo profumo.
Riprese il sigaro e lo riaccese, si verso del whisky.
Con la mente riviveva quegli istanti, si era dovuto fermare per non andare oltre.

Aveva fatto la spia per anni, mentito, indossato maschere ,era stato torturato.
Nessuno era riuscito a far vacillare il suo autocontrollo, nemmeno Voldemort .
E adesso, di fronte a quella ragazzina tutte le sue difese erano crollate.
Quando era con lei si sentiva sopraffatto.
Ciononostante era riuscito a fermarsi.
Se avesse dato ascolto ai suoi impulsi l'avrebbe fatta sua.
Ma poi avrebbe dovuto fare i conti con il senso di colpa.

Hermione si ricongiunse ai suoi amici.
Inventò una scusa, anche poco credibile, che sembrava aver convinto tutti, solo Ginny aveva intuito qualcosa.

Si stavano preparando per il rientro a scuola.
Erano sole in camera.

"Forse puoi ingannare Harry e quel tontolone di mio fratello... ma non me..."

....

"Dove sei stata signorina...???
Mi sono alzata per andare in bagno e non c'eri...."
Sorrideva maliziosa
"Ti ho coperta finché ho potuto ... ma ora voglio i dettagli..."

"Dai smettila..."

Le risate che provenivano dalla stanza attirarono attirarono l'attenzione di tutti i presenti in casa.

Erano tutti felici di sentire Hermione così allegra .
In fondo ne aveva passate tante, solo una settimana fa qualcuno aveva tentato di ucciderla... e lei adesso sembrava aver ritrovato un po' di serenità.
Ma sarebbe durata?

Stavano per partire,scesero in cucina, salutarono Ron e si materializzarono nel cortile.

Hermione andò dalla preside McGranitt, che la stava aspettando.

"Hermione!!!! Che gioia vedere che stai bene...ti ho chiesto di vederci perché volevo dirti che la tua stanza è sicura.
È stata controllata e rimessa in sicurezza. Puoi star tranquilla"

"Grazie preside..."

Hermione cercava di non far trasparire la sua paura.
Tutti erano molto felici che fosse tornata.
Cenarono tutti insieme e dopo cena si ritrovarono alla sala comune per chiacchierare.
Poi arrivò l'ora di tornare nelle proprie stanze.
Il pensiero che qualcuno fosse entrato in camera sua non le dava tranquillità.
E non voleva dormirci.

Al contrario, avrebbe dormito di buon grado con lui.
Era l'unico a darle un senso di protezione e sicurezza che nessun altro poteva darle in quel momento.
Ma non glielo avrebbe permesso.
Non si poteva.
Impossibile.

Guardava l'orologio a pendolo in legno pregiato  che stava appeso alla parete, avrebbe voluto fermare il tempo.

Ormai erano le 22:00, Ginny saluto tutti e andò nella sua stanza, ormai non c'era rimasto quasi nessuno .
Harry rimase ancora un po' con me per rassicurarmi.
Aveva percepito la mia angoscia.
"Buona notte Hermione , io vado...Tieni..."

Punto di vista di Hermione

Mi passò un fagotto, era il suo mantello dell'invisibilità .

"Nel caso tu non riesca a dormire..."

"Grazie Harry... buona notte"

Me lo aveva già prestato in diverse occasioni, di solito per andare in biblioteca di nascosto.
Ma stasera non avevo bisogno di leggere, avevo bisogno di lui.

Andai nella mia stanza.
Mi preparai per la notte.
D'un tratto non ero più convintissima di andare.
Indossai la mia camicia da notte rosa, era lunga fino metà coscia, con uno scollo V e le spalline sottili.
Mi infilai nel mio letto, non avevo il coraggio di andare da lui, avevo paura che lui fraintendesse le mie intenzioni, che pensasse male di me.

Mi sveglia madida di sudore, il cuore che batteva forte...

"Basta!!..."

Scesi dal letto mi infilai il mantello e scesi velocemente tutti i gradini.
Arrivata nei sotterranei inizia a sentire freddo ai piedi.
Solo allora mi accorsi che ero scalza.
Ormai era tardi per tornare indietro, attraversai l'aula di pozioni e fino ad arrivare al suo ufficio.
Non c'era.
Allora andai alla porta che conduceva ai suoi alloggi, appena mi avvicinai si aprì.

Il caminetto era acceso, camminai svelta fino alla sua camera.
Dormiva....
Lasciai il mantello sulla sedia ed in punta di piedi mi avvicinai.
Mi misi stretta a lui e chiusi gli occhi.

"Sei congelata..."

A quanto pare lo avevo svegliato.
Però il suo tono non era arrabbiato, questo era già qualcosa.

"Spero che nessuno ti abbia visto...?!"

"No professore... non mi ha visto nessuno"

Inizio a baciarmi, mentre sentivo le sue mani scivolare lente su di me.

"Non saresti dovuta venire ..."

"Perché??" Chiesi io.

"Non credo di riuscire a fermarmi stasera..."

Punto di vista di Piton

Quei suoi piedini freddi mi avevano svegliato di colpo.
Lei era lì, il suo corpo aderente al mio.
Sapevo che era inopportuno che lei fosse nel mio letto, ma il gusto di averla accanto era troppo.

Scrutai la sua camicetta da notte, da quel momento non capii più niente.

Amore contrastatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora