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Avevamo lasciato lì il corpo perché non c'era tempo da perdere. Avrei avvisato io stesso il mio amico Ares l'alfa di questo branco. Così avrebbe potuto dare una degna sepoltura al nostro compagno venuto a mancare.
Ora avevo un unico obbiettivo Stephanie, dovevo trovarla prima che fosse tardi.

Sentivo il suo odore nell'aria più intenso mentre ci avvicinavo a lei. Accompagnato da un altro odore diverso, quello di un predominate. Proprio come me. Dannazione l'aveva trovata, sentivo un forte odore metallico accostato adesso ed era sempre di Stef. Quel maledetto l'aveva ferita. Come si permetteva di toccare la mia compagna.

Era vero aveva tutto il diritto di farlo, io l'avevo rifiutata. Volendo prendere accanto a me un altra donna. Era tutto così pazzesco, non potevo accettarlo. Tutto era accaduto per colpa mia, non c'era nessuno da incolpare.

Se non mi fossi lasciato soggiogare dalla sussurratrice non saremmo arrivati a questo punto. Ma era successo ed adesso dovevo sperare che lei tornasse indietro con me viva. Volevo solo questo, dicerto non mi avrebbe perdonato. Ma non m'interessava.

Appena arrivammo li vidi lei a terra che lottava con se stessa per attivare la trasformazione senza avere successo. Batteva le mani a terra per la frustrazione, sbuffa imprecando chiamando la sua lupa, ma niente non riusciva nemmeno a muoversi non aveva le forze. Aveva graffi ovunque la faccia sporca di terra e il vestito che indossava era ridotto in brandelli. L'alfa della luna nuova si era finalmente palesato a noi dopo tanti anni di mistero.

Si diceva che fosse fortissimo. Aveva il pelo nero del manto proprio come il mio. Ma il suo aveva dei segni blu che brillavano alla luce della luna c'era una leggenda per quei segni. Ma non ci era mai stata detta la verità.

Era enorme di stazza quasi quanto me. Non aveva nessuna regola, anche per etica non doveva attaccarla in forma da lupo mentre lei era in forma umana. Anche perché solo un vigliacco attaccava così a tradimento un altro lupo. Ma avevo capito che era stato fatto tutto  per attirare la mia attenzione. Ed ero pronto a reagire e a dimostrare che nessuno poteva pestarmi i piedi.

Iniziai a ringhiare portando la sua attenzione su di me lanciandomi all'attacco. E stessa cosa fece Alexander dopo aver leccato le ferite della sorella. Mentre la spostava verso un lato, visto che lei era esanime per farlo. Lo accerchiammo e il primo attacco fu il mio. Lo morsi sul fianco, non era un attacco da allenamento. Ero andato a fondo senza troppi preamboli. Lui aveva incassato il colpo, visto che fece un grugnito di dolore. Dalla mia bocca si riversarono a terra rivoli del sangue dell'altro. Alec diede il suo attacco proprio come un beta sferrando il suo morso sulla zampa posteriore, senti un rumore sordo di una rottura e lo vidi trascinarlo per un po' al suolo. Adesso lo vedevo per la prima volta infuriato, Ice guardava me si rialzò schiacciando con la zampa il muso di Alec a terra. Iniziò a correre nella mia direzione  balzando rotolammo al suolo e fu un insieme di morsi e graffi. Quando ne ebbe abbastanza lasciò la morsa e si preparò a un nuovo attacco.

Mi preparai anche io al suo attacco e accadde qualcosa di imprevisto che non potevo credere accadesse. Lei era in piedi in mezzo a noi e mentre Ice balzava, lei mise le mani davanti a se come in una sorta di scudo. Era fuori di testa, l'avrebbe uccisa ed io non lo avrei potuto evitare. Alexander guardava sgomento, sua sorella. Iniziando a correre verso di noi, ma di colpo dalle sue mani era come se uscì un onda d'urto, che scagliò l'alfa nemico dall'altra parte del campo. In un secondo non pensai a niente ripresi la mia forma umana, lei era in ginocchio e una lacrima le rigò il viso quando perse conoscenza. Ed io ero pronta ad accoglierla tra le mie braccia. Alexander si avvicinò a noi in maniera protettiva. Ma quando ci voltammo in direzione di Ice lui non c'era più.

Maledizione mi aveva tolto il fiato ciò che aveva fatto Stephanie ancora sentivo i brividi a ripensarci. Era stata incredibile, quando aveva sviluppato queste doti, aveva tenuto il tutto segreto. Quando la presi in braccio per portarla dentro al sicuro, arrivarono Ares e il suo compagno.

<< Che diavolo sta succedendo qui ?>>

<< Siete stati attaccati, il vostro confine è stato scavalcato. Uno dei vostri non ce l'ha fatta. Abbiamo cercato di mettere al sicuro il corpo così da prepararlo per i giorni di lutto. >>

<<Chi è stato?>>

<<Ice.>>

<<E impossibile quel lupo é una leggenda. Nessuno l'ha mai visto in carne ed ossa, soprattutto non si mostra mai a nessuno nella sua forma umana. >>

<< Era un lupo dal manto nero e dal colore che verteva al blu. Ed è stato qui nel tuo regno, qualcuno sicuramente ti ha tradito.>>

<<Questo ci renderà ancora più deboli agli occhi degli altri branchi.>>

Scossi il capo, questo non era il problema dovevo portare via Stephanie. Metterla al sicuro doveva riposare e dovevamo pensare alle sue ferite.

<< La mia compagna è venuta da voi per l'alleanza nessuno vi vedrà deboli Ares. Non ti ho mai lasciato solo e non accadrà stavolta. Ora ho bisogno di un posto per postare Stephanie del resto possiamo pensarne domani. >>

Ci venne data una camera per noi due. La spogliai dai vestiti che le erano rimasti. Con una spugna cercai di lavare via il fango. Era bellissima, io credo di non averla mai guardata così. Da quando il legame era venuto a galla tutto di lei mi mandava in estasi. Anche se ero stato soggiogato, la mia attenzione restava su di lei. Come se nessuno avrebbe mai potuto cancellare cosa provavo.

Il fango andò via velocemente, il sangue secco ci mise di più. Ma non m'importava quanto ci avrei messo, volevo essere io a farlo dovevo essere io a prendermi cura di lei. Le infilai una camicia da notte e la adagiai sul letto lasciandola finalmente riposare. Mi sedetti di fianco a lei a terra e così mi addormentai. Fin quando lei non iniziò a lamentarsi a gridare. Dove l'aveva graffiata segni blu stavano nascendo. Piccoli come scosse che si ramificavano come vene. Ed avevano innescato la sua vera natura. I cerchi rossi da luna erano comparsi. Era come l'avesse marchiata, maledizione non c'era affronto più grande che potesse farmi.
Ma non pensai al mio orgoglio ferito, la sua fronte era madida di sudore e i lamenti aumentavano.

<<Stephanie sono qui.>>

Ma non mi rispose, il silenzio era inondato solo dai suoi lamenti. Era un subbuglio incontrollato di emozioni, c'erano momenti in cui soffriva di più in cui si trasformava a metà mostrando le zanne. Mi graffiò più e più volte, ma non le avrei permesso di farsi ancora più male..

&quot;La figlia della luna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora