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Era un posto diverso da quelli che avevo visto fin adesso. Ogni branco aveva qualcosa di unico, tutti temevano Ice e si vedeva, eppure mi diedero un benvenuto bellissimo. C'erano bambini cosa che non era scontato dove ero stata. Erano bellissimi, una bambina mi diede un fiore e quasi ne rimasi commossa. Vidi arrivare i suoi genitori, ed ebbi una strana sensazione di vuoto. Era questo che volevo, che avrei voluto per me, ma era il passato e mi sarei impegnata perché non accedesse mai più. Vederli insieme abbracciati era uno spettacolo bellissimo. Guardai Ice che camminava davanti a me era possente nei movimenti. Il volto accuratamente coperto lo sguardo serio. Non si avvinava nessuno a lui era triste come scena, molti invece si avvinavano a me lanciando petali di rose. Non capivo perché questo benvenuto nessuno mi conosceva eppure era come se fossi in un certo senso parte di loro.Di colpo una donna si frappose tra me e Ice non era festante come il resto delle altre persone che ci era intorno, anche lei aveva  il viso coperto. Qualcosa nel suo palmo luccicava  alla luce delle sole aveva un pugnale nella mano destra. Non so come riuscì a schivare i colpi, poi sentii che Ayame per un istante aveva preso il controllo era strano quando lo faceva nella mia forma umana, ma ormai ero abituata a lasciarle il controllo quando lo richiedeva. La sentivo allerta già da quando avevamo messo piede  in questo posto che sembrava uscito da una fiaba, lei era lì pronta a proteggermi in qualsiasi modo, sentivo dentro di me nascere un ringhio che cercai di soffocare.

Ma fu lui ad intervenire  fu velocissimo quasi per un istante non vidi con nitidezza i suoi movimenti, non so nemmeno come me lo ritrovai davanti a me. Mi resi conto che mi stava coprendo con il suo corpo facendomi da scudo. La ragazza inzio a colpire Ice senza grande successo erano velocissimi entrambi allo stesso modo, era difficile stare dietro ad ogni singolo movimento erano così pieni di grazia che sembra quasi stessero ballando. Era uno spettacolo da mozzare il fiato. Anche se praticamente era un duello ed era  pericoloso restare lì. La gente che poco prima che erano in aria festante iniziarono ad accalcarsi spaventate per cercare un riparto sicuro, una bambina mi prese per mano. Mi condusse per dei vicili, la seguii senza pensarci due volte, magari poteva essere un errore ma non ci badai molto. A restare lì sarei stata in pericolo. Iniziammo a percorre strade più diroccate. Arrivammo in un punto della città che sembrava quasi disabitato, lei mi lasciò la mano. Aveva il capo rivolto verso il basso e nascosto sotto il cappuccio si vedeva solo il suo sorriso distorto che le donava un aria raccapricciante. Eravamo scesi molto in basso rispetto alla città. La luce del sole faceva faticata ad entrare tra gli edifici ammassati. Altri uomini ci accerchiarono. Il mio cuore martellava nelle orecchie, avevo fatto una scelta troppo avventata. Ero accerchiata, sola in una città di lupi che non mi conosceva.

<< Bene bene che ci hai portata qui piccola emarginata. Che bel bocconcino. Vuoi passare la notte con me stasera e poi domani magari con lui e poi con lui che ne dici. >>

<< Cosa volete da me? Perché mi hai contatta qui cosa volevi in cambio.>>

<< oh dai non stare qui a farle la predica, sono bambini orfani questi. Devono pur sopravvivere in qualche modo. È così fanno qualche lavoretto per non noi. Ma basta con le chiacchiere vediamo se vali davvero signorina.>>

Con un pugnale strappó via il tessuto dei miei pantaloni dell'assetto da battaglia e strappò via anche tessuti dalla parte della maglia. Mi coprii con le braccia i punti che riuscivo. Di certo non sarei stata a guardare. L'uomo aveva le mani sporche di quello che sembrava grasso forse è osò sfiorarmi il viso. Ebbi i brividi, cercai di restare calma. Così senza che riuscissi a reagire mi avevano accerchiata, mi iniziarono a strappare pezzi del mio vestito e a malmenare in malo modo. Mi colpirono alla tempia per farmi perdere conoscenza, ma non ci riuscirono. Sentivo nell'aria un forte odore metallico era il mio sangue.
Mi avevano colpita da qualche parte,mi sentivo frastornata ma sarei resistita. Ayame mi implorava di darle il controllo ma ero impietrita  mi mancava il respiro mi sentivo debole priva di
forza.

Ero in preda un attacco di panico, non sapevo davvero cosa fare. Anche in passato ero andata a una delle mie prime feste un ragazzo una volta restato solo con me aveva cercato in tutti i modi di approfittarsi di me. Non ne avevo mai parlato con nessuno,  eppure stava accadendo di nuovo.

<<Vieni qui , posso farti godere in molti modi diversi. Vieni che ti faccio vedere io. >>

Ero tante voci una sopra l'altra. Avevo paura nel mondo umano ed ero terrorizzata in questo mondo sovrannaturale. Non potevo permettere loro di abusare di me dovevo in qualche modo reagire, proteggermi, difendermi.

"Ayame aiutami"

Non ebbi nemmeno il tempo di finire la frase che già lei stava avviando la mutazione. Era pronta e carica. Non sopportavo che dovessimo sempre sopportare questa sorta di cose, il mondo cambiava ma le regole no. Gli uomini cercavano sempre di possedere le donne, non erano come nei film, alla fine c'era sempre qualcuno che cercava di sottometterci ed ero stanca. Non volevo sottomettermi a nessuno volevo essere alla pari di tutti. Altri si iniziavano a trasformare e così ebbe inizio la corsa. Non ci dovevamo far prendere, Ayame nella corda era formidabile. Speravo vivamente che riuscisse a seminarli. Avevo il cuore in gola, speravo che nessuno ci raggiungesse. Ma uno di loro ci acciuffò con le sue zampe, non ci mollava . La mia lupa s'inizio a dimenare cercando di liberarsi, piccoli versi di dolore le sfuggivano via . Non fu facile ma ci scrollammo di dosso il dominante del gruppo. Fece uno stano ululato che lo face tradire, Ice arrivò in un baleno. Uno ad uno li fronteggiò , uno di loro mi morse un verso di lamento mi sfuggì. Maledetto , il lupo nero gigantesco lo scaraventò a terra. Avevo il respiro sommesso l'agitazione aumentava . Lui mi guardava, strofinò il suo pelo su di me per riempirmi del suo odore su di me e lo lasciai fare, magari mi avrebbe aiutata. E dopo poco iniziò a leccarmi la ferita anche lì comparvero delle venature blu, se Michael fosse stato lì non sarebbe stato felice. Ora mi chiedo solo chi era Ice davvero quello dell'altra notte o questo di adesso, ero frastornata dal dolore non riuscivo a pensare lucidamente.

"Stai bene ?"

"Non pensare a me occupati di loro."

"Gliela farò pagare. Ora segui il mio Beta e non ti allontanare da lui per nessun motivo."

Non mi rimaneva che ubbidire dopo il trambusto appena accaduto.

&quot;La figlia della luna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora