Cap.5

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Ric guida con calma,come se volesse assaporare il tempo assieme a me. Forse mi sto solo illudendo.
Eccomi. Sono arrivata,vedo casa mia,ma Ric prosegue dritto. Non si ferma. "Ma...". Sta sorridendo,è un sorriso sincero. "Che sbadato, temo di aver sorpassato casa tua". Il suo sorriso si fa sempre più ampio. Adesso sorrido anch'io. "Mi stai forse prendendo in giro?". Torna serio. Noto il cambio d'umore sul suo volto, "Mai".
Non so dove mi stia portando,ma qualcosa mi dice che posso fidarmi di lui,così mi rilasso sul sedile e guardo fuori dal finestrino. Dopo circa mezz'ora di viaggio,Ric si ferma,scende dall'auto e corre ad aprirmi la portiera. Scendo. Davanti a me il mare. La spiaggia, il mare,tutto per noi. Noi due soli,nessun altro. Fa scendere Dros,lo lascia correre libero sulla sabbia. Mi prende per mano e raggiungiamo gli scogli. Mi aiuta a salire e si siede. Batte con la mano su un masso,come ad invitarmi a sedermi vicina a lui. Vorrei andare,ma un sacco di domande e dubbi mi vorticano in testa. Perché qui? Perché io? E la Barbie presuntuosa? Che faccio? Faccio un passo lento,mi avvicino a lui e mi siedo. "Sai,non ho mai mangiato nessuno". Mi guarda. La sua espressione è dolce,rassicurante. "In caso contrario,non sarrebe facile digerirmi". Sta ridendo. Ha una risata bellissima. Mi fa stare bene l'idea che lui si diverta con me. Nel frattempo Dros ci raggiunge correndo,mi si avvicina,mi lecca il volto. Scoppio a ridere. Rido tanto,fin quando non si stacca da me e va a stendersi con la testa sulle gambe di Ric. "Deve volerti molto bene", gli dico indicando Dros mentre lui lo accarezza. "È il mio sostegno,molti pensano che sia da stupidi,ma questo cane è la cosa più importante che io abbia". I suoi occhi sono sinceri, ma c'è un filo di tristezza. "Ce l'hai da tanto tempo?". Fissa il mare, il suo sguardo è perso in quel l'immensità. "Era di mio fratello,è con me da un anno". Così poco? Sembrano così affiatati. "E tuo fratello? Non riusciva più a gestirlo?". Guarda Dros,poi me. Il volto malinconico. Triste. "Non ha più potuto. Non dopo che si è ammalato. Un tumore. È morto un anno fa". Una morsa mi stringe il petto. D'istinto allungo una mano,prendo la sua e la stringo forte. Si stande sullo scoglio,guarda il cielo stellato. Tira un grande sospiro. "Evan non era come me. Lui era solare,lo amavano tutti. Amava la vita più di ogni altra cosa. Ma quel cancro maledetto,lo ha strappato alla vita lentamente,un po' alla volta. Adorava le moto. Aveva una moto da strada. Non la lasciava mai. Un giorno,una brutta caduta lo mandò in ospedale. Gli fecero tutti gli accertamenti e i risultati non furono piacevoli. Un cancro,alla coscia destra. Si stava già espandendo per tutto il corpo. Aveva solo ventitré anni. Non è stato affatto facile accettarlo. Da lì iniziò la rovina per la mia famiglia. I miei litigavano in continuazione, anche davanti ad Evan. È stato l'anno peggiore della nostra vita. Io ed Evan avevamo legato molto di più. Vivevamo ogni giorno come se fosse l'ultimo. Ci siamo fatti lo stesso tatuaggio,abbiamo viaggiato. Abbiamo stilato una lista di cose da fare assieme... È rimasta incompleta. Gli ultimi mesi non riusciva più a camminare,aveva perso la vista. Gli stavo lì accanto a raccontargli di come,una volta guarito,avremmo completato la nostra lista. In cuor suo sapeva che non saremmo mai riusciti a farlo. In tutto questo Dros era con lui. Gli era stato regalato il giorno del diploma, lo portò con sé al college. Furono inseparabili". Ha gli occhi lucidi. Mi straio al suo fianco. Poggio la testa sul suo petto. Sento il suo respiro. Il battito del suo cuore. "Mi fece promettere di tenere sempre Dros con me quando lui non ci sarebbe stato più. Così feci. I nostri genitori divorziarono. Io andai via di casa e portai Dros con me. È l'unica cosa che mi resta di mio fratello". Mi abbraccia. Mi stringe a sé. Vorrei che non mi lasciasse mai più.

Passiamo circa quindici minuti in silenzio, abbracciati. Una vibrazione però distrugge la nostra bolla di quiete. È il suo cellulare. "Barbara che vuoi?". Eccola la Barbie stronza,sempre pronta a rovinare i momenti migliori. "No,sono in giro. Ci vediamo domani. Notte". È freddo,distaccato. Il mio buonumore va in frantumi. È fidanzato. Sto rovinando una coppia. Una "sfasciafamiglie". Mi rattristo. Torno seduta e inizio ad accarezzare Dros. Ric si alza,mi prende per mano e mi guarda negli occhi. "Vieni,ti accompagno a casa". Annuisco e lo seguo. Stringo la sua mano come se fosse l'ultima volta. È l'ultima volta. Starò lontana da Ric. Almeno fin quando non lascerà la bella biondina finta. A quel pensiero, un sorriso mi nasce sulle labbra.

Negli occhi,nell'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora