Cap. 15

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"Sveglia principessa". Un dolce bacio sulle labbra mi sveglia dal sonno più rilassante della mia vita. Lo guardo sconcertata. Il mio Ric, bello come il sole, sorridente alle 7.00 del mattino. "Voglio mettere un'altra spunta sulla lista, preparati, ti aspetto sotto". Non posso credere che Ric sia così allegro di prima mattina."Ah Rab, dimenticavo, ti voglio più ginnica che mai". Mi fa un sorrisetto indecifrabile. E' un misto tra il malizioso e il diabolico.


"Amore, tu sei un folle. Io non lo faccio". Sto urlando? Si, cazzo se sto urlando. Mi fissano tutti, alcuni concordano con me, altri molto meno. Sembra quasi che mi stiano prendendo in giro. "Dài piccola. Dobbiamo spuntarla questa voce e poi, vedrai, sarà divertente". Oh certo come no. Lanciarsi con un elastico allacciato addosso nel vuoto più totale, divertentissimo. "Ehi", adesso è serio, mi guarda dritto negli occhi. Mi perdo in quell'oceano. "...ti fidi di me?". Più di quanto possa fidarmi di me stessa. "Ciecamente". Mi bacia, appassionatamente, uno di quei baci da film. "Allora facciamolo".

FARE BUNGEE-JUMPING

E' stata una sensazione pazzesca, lo giuro. Mi sono lanciata stringendomi a Ric sempre di più. Prima paura. Poi vuoto. Poi adrenalina allo stato puro. Non voglio ammetterlo, ma lo rifarei. Soprattutto per un motivo. Ric. E' sempre più felice di completare questa lista. E' come se si sentisse sempre più orgoglioso di se stesso. Come se stesse facendo una cosa speciale per Evan e io non mi stancherò di aiutarlo. Mai. Siamo una coppia, siamo legati l'uno all'altra all'inverosimile. Mi chiedo come abbia mai potuto parlare d'amore prima di incontrarlo. Ric. L'amore della mia vita. Sta passeggiando al mio fianco, stiamo tornando all'appartamento a prendere Dros. Ric vuole portarci a pranzo fuori.

Siamo in un locale in riva al mare molto di classe. Dros è seduto accanto alla sedia di Ric, io di fronte a lui. Accanto al nostro tavolo ci sono delle ragazze, stanno sbavando per Ric. Giuro, so che è mio, ma sono sempre più gelosa. Allungo una mano verso la sua, mi protendo in avanti e gli schiocco un bacio passionale sulle labbra. "Dio, donna, tu si che sai difendere il territorio", è divertito. Ridiamo. Siamo così felici assieme, così spensierati. Una donna si avvicina. Sembra sorpresa, commossa. "Eric, figlio mio". Si avvicina per accarezzargli il volto, ma lui si allontana. "Arabella, andiamo". Non capisco,ma non è il caso di fare scenate dentro il ristorante. Appena fuori, punto i piedi e faccio in modo che si fermi. "No Eric Black. Adesso mi spieghi cosa succede!". Riconosco quello sguardo. Sta cercando di controllarsi come non mai. "Rab, piccola, non adesso". La donna ci raggiunge, le lacrime le rendono gli occhi lucidi, le trema il labbro inferiore. "E invece e il momento. Non ti vedo da un anno, voglio sapere che fine abbia fatto mio figlio. Ne ho il diritto". La sua presa si fa sempre più forte sulla mia mano, non per allontanarmi, per farsi forza. Stringo anche io, come a dimostrargli che sono con lui, qualunque cosa decida di fare. "Ti sbagli. Non hai alcun diritto su di me. Quale diritto avevi di sperare che morissi io al posto di Evan. Lo avrei preferito anche io sai? Morire al posto suo. Sarebbe stato perfetto". Gli si mette di fronte. "MA VOI NON AVEVATE IL DIRITTO DI RIBADIRLO!". Mi lascia la mano e si dirige verso l'auto. Dros è con lui. La donna piange, mi prende la mano. "So che tu puoi convincerlo, fallo tornare da noi. Tre mesi dopo che è andato via, siamo ritornati assieme. Ci mancano tanto, entrambi". Mi spiace sentire quanto sia affranta questa donna, ma non so quanto io possa influire sulla decisione di Ric. "Ci proverò".

Stiamo trascorrendo il resto del pomeriggio a casa. Ric è giù di morale, non so cosa fare per poterlo tirare sù. Poi ci penso. Controllo la lista.

FARSI UNA SPOGLIARELLISTA

Ok, non lascerò mai che Ric vada a letto con un'altra donna. Vado in camera da letto e trovo qualcosa da poter indossare. Porto un completino di lingerie nero. Un paio di tacchi alti. Sopra indosso un top di strass grigio e una gonna in pelle nera. Che lo spettacolo abbia inizio. Mentre entro in salotto spengo le luci e accendo lo stereo. In tutta la casa risuona "I Love Rock'n'Roll" degli AC/DC. Avanzo lentamente. Poi entro nella sua visuale. Ringrazio il cielo di aver fatto qualche spettacolo di danza in cui riproducevamo Burlesque. Inizio ad ondeggiare coi fianchi, porto su le braccia e le allungo fin sopra la testa. Scendo le scale e mi metto proprio di fronte a lui. C'è solo il tavolino a dividerci. Lentamente, sfilo il top. Mi siedo sul tavolino e allungo una gamba. Con la mano la sfioro, piano, dolcemente. Mi alzo e mi metto di spalle, mi abbasso la gonna. Con un movimento di fianchi la mando giù. poi mi sposto e mi volto verso di lui. Sorride, nel suo sguardo leggo consapevolezza e desiderio. Mi prende per mano. Mi avvicina a se, mi fa sedere sulle ginocchia. Mi bacia e ci stendiamo sul divano.

"Credo che tu sia la miglior spogliarellista che abbia mai potuto desiderare", mi bacia la punta del naso. "E tu il miglior cliente che abbia mai potuto avere". Mi raggomitolo tra le sue forti braccia. "Amore mio, mancano solo tre giorni", la consapevolezza di doverci dividere, ci rattrista, ma stiamo vivendo al meglio questi giorni assieme. "...quella donna, tua madre, Ric le manchi molto". Si irrigidisce, lo sento. "...stanno di nuovo assieme, lo sapevi? Amore, io non so che situazione possa essere, però nei momenti di sconforto, di dolore, a volte si dicono cose che veramente non si pensano". Sospira. "Tu sei un angelo". Sorrido. Gli bacio la fronte. "E tu sei il mio amore". Si alza, mi aiuta a sollevarmi dal divano, prende la sua maglietta e me la porge, dopodiché si dirige verso l'atrio. "Dove vai?". Mi alzo e lo seguo. Prende il telefono, digita un numero, aspetta due minuti, poi qualcuno dall'altra parte risponde. "Mamma, si sono io, domani veniamo a pranzo da te"


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