Un "amico" tra le pagine

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Tom Riddle aveva già preso molto in antipatia Harry Potter.

A pelle gli stava antipatico.

Non che avesse la pelle, ma avete capito che intendo!

E non era neanche solo una sensazione, ma sembrava esattamente il prototipo di tutto ciò che Tom aveva sempre odiato: giocatore di Quidditch, idealista, irritante, stupido, e decisamente troppo emotivo.

Tom odiava le persone emotive.

Ma forse ciò che davvero Tom non riusciva a sopportare di Harry Potter, era la sua insaziabile curiosità.

Non che Tom fosse estraneo a persone che gli chiedevano informazioni personali, un sacco di ragazze a Hogwarts erano sempre interessate a lui a causa del suo bell'aspetto, modestamente (non era modesto manco per niente), quindi era abituato alle persone che provavano a estorcergli informazioni, per curiosità o con intenti meno nobili.

Ma quando aveva un corpo era facile fare il misterioso o evitare le domande e fare in modo che le ragazze (o i ragazzi, o i professori o chi altro) si distraessero con altro.

Quando si era un diario era decisamente più difficile.

Soprattutto se doveva indurre colui che scriveva su di lui a continuare a scrivere e rivelare più informazioni su di sé.

Perché conoscere meglio Harry Potter, per quanto sgradevole come prospettiva, era l'unico modo che Tom aveva di rafforzare il legame, e avere la possibilità di possederlo e usarlo come burattino per la sua missione di sterminio.

Era una nobile causa!

E il modo migliore per convincerlo ad aprirsi in fretta, era essere il primo ad aprirsi a sua volta.

Ergo, non poteva esimersi troppo spesso dal rispondere, anche se qualcosa aveva comunque evitato di dirla, tipo la sua casa a Hogwarts.

Visto l'astio che Harry aveva dimostrato nei confronti di Malfoy e dei Serpeverde, non voleva partire con il piede sbagliato ammettendo di essere membro della sua casa rivale.

Forse Harry sospettava qualcosa (anche se visto il suo scarso intelletto Tom ne dubitava), ma non aveva più posto la domanda, e ciò dimostrava che fosse sensibile.

Ew, disgustoso!

Grazie a Merlino, però, sebbene Harry avesse già fatto parecchie domande personali generiche tipo il colore preferito di Tom ("Mi piace molto il verde"), o se gli piaceva giocare a Quidditch ("Ho sempre preferito concentrarmi sui miei studi"), non aveva mai toccato l'argomento famiglia.

E di solito, dopo aver fatto una domanda a Tom, rispondeva anche lui.

Infatti ora Tom sapeva che il colore preferito di Harry era il rosso (tipico di uno spocchioso Grifondoro) e che era cercatore della squadra (non che a Tom importasse granché).

E nei giorni seguenti Harry aveva iniziato ad aprirsi sempre di più, e Tom sentiva la connessione crescere, e non poteva che sentirsi alquanto vittorioso riguardo a come le cose si stavano evolvendo.

Forse aveva sopravvalutato la forza mentale del ragazzino dietro le pagine.

O forse aveva sottovalutato le sue immense capacità persuasive e manipolatorie.

Ed era molto strano che lui sopravvalutasse qualcuno o sottovalutasse sé stesso, era un egocentrico con manie di grandezza che voleva conquistare il mondo e commettere genocidi, dopotutto.

Classico teenager.

In realtà era probabile che Tom avrebbe potuto già iniziare a controllarlo, ma voleva comunque giocarsela bene, e non era il caso di andare subito nella camera dei segreti senza essere certo di avere la piena lealtà del suo sottoposto.

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