Il vero Tom Riddle

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Dopo che Ron gli aveva annunciato le ultime novità, Harry si preparò in fretta, e raggiunse l'ufficio del preside con grande confusione e disorientamento.

Non riusciva a credere che il responsabile potesse essere Allock, anche se aveva senso, col senno di poi, ma ancora meno riusciva a capire come mai Silente volesse vedere proprio lui.

Dopotutto, Harry non aveva niente a che fare con l'erede di Serpeverde, o con Allock, o con la scoperta di tutto ciò. Le sue indagini personali si erano rivelate del tutto infruttuose.

Quindi raggiunse l'ufficio con il cuore in gola e una pietra nello stomaco, così intimorito da non aver pensato neanche per un secondo a portarsi dietro il diario, come faceva ormai praticamente sempre.

Fu la McGranitt a scortarlo, senza dire una parola, e arrivati davanti ad una statua, pronunciò la parola d'ordine, e incoraggiò Harry a salire le scale che si erano formate per portarlo all'ufficio.

Neanche Harry disse una parola, temeva che se avesse aperto bocca avrebbe potuto vomitare per il nervoso.

Una volta raggiunto l'ufficio, bussò intimorito alla porta, e la voce gentile e rassicurante di Silente lo incoraggiò ad entrare.

Quando varcò l'uscio, Harry non potè fare a meno di notare quanto fosse diversa quella stanza rispetto alla versione che aveva visto nel ricordo di Tom, e il pensiero del suo amico nel diario lo tranquillizzò appena, o quantomeno lo distrasse.

Si avvicinò alla scrivania dove Silente era seduto, intento a scrivere qualcosa su un foglio di pergamena.

Una volta notato Harry, sollevò la testa, e gli sorrise, confortante.

-Buongiorno, Harry, spero che tu abbia dormito bene, stanotte- il suo sguardo era calmo, non sembrava volerlo accusare di qualcosa, anche se fissava Harry come se gli volesse leggere nell'anima.

-B_buongiorno, professor Silente... sì, ho dormito molto profondamente... perché voleva vedermi?- chiese Harry, in un sussurro e borbottando appena, restando in piedi vicino alla scrivania, e torturandosi appena le mani.

-Prego, siediti... vuoi un tortino al limone? Non hai fatto colazione, suppongo- Silente lo incoraggiò a prendere posto, e gli offrì un dolcetto, che Harry prese con esitazione.

-Grazie...- non lo mangiò subito, aspettando prima risposte.

-Non so se hai sentito ciò che è accaduto la scorsa notte, Harry- cominciò Silente, valutando quanto il ragazzo sapesse per poi capire come agire.

Harry scosse la testa.

-So solo che il responsabile era Allock, me l'ha detto Ron- spiegò, un po' disorientato.

Silente annuì, alzandosi in piedi e iniziando a camminare per la stanza.

-È sicuramente ciò che dicono i fatti, senza alcun dubbio. Ieri sera Draco Malfoy ha affrontato il professor Allock riguardo la camera dei segreti, e il professore ha confessato e gli ha poi cancellato buona parte dei ricordi. Per fortuna il prefetto Weasley ha assistito a tutto, e ha allertato gli altri professori. È il nostro più affidabile testimone, dato che pare che un incantesimo di memoria di Allock gli si sia ritorto contro, confondendogli le idee. Però ha confessato. Pare che fosse geloso di te e della tua fama, Harry, e che abbia architettato tutti gli attacchi in modo da dare la colpa a te, e prendersi i meriti della tua cattura- raccontò Silente, riassumendo la serata.

Harry era a bocca aperta.

-Cosa?! Ma è assurdo!- era sconvolto che il professor Allock fosse capace di tanto... in realtà era sconvolto che fosse capace in generale di elaborare un piano così complesso, non gli era mai sembrato in grado di essere così subdolo.

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