Zia Marge prende il volo

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Il resto dell'anno scolastico, per Tom, era stato... strano, a dirla tutta.

Harry aveva iniziato a parlargli il meno possibile, e la sua unica scusa era che doveva studiare per gli esami, Hermione lo teneva sotto torchio, ed era molto stanco.

E Tom sapeva con assoluta certezza che fosse una scusa, perché aveva percepito, fisicamente, l'allontanamento emotivo da Harry subito dopo la cattura di Allock.

Tom era spaventato, non poteva negarlo.

Non riusciva a capire dove avesse sbagliato.

Cercava di convincersi che fosse solo troppo stanco lui stesso perché aveva usato troppa magia quando aveva posseduto Harry, e quindi il legame ne aveva risentito, ma doveva ammettere che era tutto troppo... bloccato.

Tom sentiva una distanza enorme, e non ne capiva il motivo.

Che Harry avesse scoperto qualcosa del suo coinvolgimento?

Possibile, avrebbe spiegato sia la strana conversazione che avevano avuto quando Harry lo aveva informato di Allock, sia la distanza emotiva.

Ma... non poteva essere.

Perché, se Harry avesse scoperto che Tom aveva incastrato Allock, o, ipotesi peggiore, che Tom era responsabile in primo luogo degli attacchi, o... ipotesi ancora peggiore, che Tom era Voldemort... a quest'ora Tom non sarebbe stato annoiato e in attesa che il suo proprietario si decidesse a parlargli.

No, Tom a quest'ora sarebbe stato come minimo consegnato a Silente, come massimo distrutto.

Ma al momento era solo in attesa che Harry lo degnasse di attenzioni, come un animaletto domestico lasciato a sé stesso che attende pazientemente che il padrone torni a casa con la coda scodinzolante, quindi Harry non poteva aver scoperto la verità.

Non poteva proprio.

Perché se l'avesse fatto, non avrebbe mai potuto perdonare Tom di averlo ingannato e usato per i suoi scopi malvagi.

Nessuno poteva essere così buono.

Neanche Tom si sarebbe mai perdonato.

Se qualcuno avesse provato a fare a lui ciò che lui aveva fatto a Harry, gli avrebbe sguinzagliato contro il suo basilisco, poco ma sicuro.

Persino lui si rendeva conto di quanto fosse stato cattivo.

Certo, Tom aveva cercato di rimediare incastrando Allock che se lo meritava, e non aveva più intenzione di aprire la camera dei segreti, ma che ne sapeva Harry delle sue intenzioni e del suo cambiamento, no?

Lui stesso era ancora molto confuso sui suoi sentimenti.

Sapeva solo di essere in ansia.

E un po' arrabbiato.

E molto annoiato.

Perché dopo la scusa degli esami, era seguita la scusa del "troppe cose da preparare prima di tornare a casa, Tom, sono molto impegnato"

E poi, dopo che Harry era tornato a casa... il vuoto.

Erano passati giorni, probabilmente, da quando Harry era tornato a casa, probabilmente, e Tom non aveva sentito nulla, non aveva letto nulla, non aveva neanche percepito cambiamenti, e una parte di lui si chiedeva se Harry non l'avesse inavvertitamente... o di proposito... lasciato a Hogwarts senza avvertirlo.

Odiava sentirsi così.

Odiava sentirsi un'anima nel vuoto.

E odiava non essere più capace di vedere, sentire, udire o percepire in alcun modo il mondo attorno a lui.

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