Halloween

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Harry era un po' diviso tra tre emozioni contrastanti.

Da un lato si sentiva un po' in colpa per aver palesemente imbrogliato con il tema.

Da un altro era confuso perché non si era minimamente reso conto di aver scritto un tema così lungo e ben realizzato, e a malapena ricordava proprio di averlo scritto, oltre le prime righe.

E dall'ultimo lato, era super orgoglioso e felice perché la McGranitt gli aveva fatto i complimenti a fine lezione, dicendo che il suo tema era stato il secondo migliore della classe.

Lo aveva guardato con un cipiglio un po' sospettoso, ma gli aveva anche sorriso, e questo era abbastanza per farlo sentire più orgoglioso che altro.

Solo che poi Hermione lo aveva guardato con sospetto, Ron ci era rimasto male perché Harry non aveva aiutato anche lui, ed entrambi, sapendo quanto Harry fosse indietro con il tema e come si fosse ridotto all'ultimo, lo avevano tartassato di domande su come fosse riuscito a far uscire ben trenta righe in così poco tempo.

E Harry non aveva saputo rispondere.

O meglio, non aveva voluto farlo.

Perché Tom era il suo piccolo segreto.

E poi già si immaginava la reazione di Hermione se le avesse rivelato di lui: "Harry, non puoi imbrogliare così! Non è giusto! E poi chi è questo Tom? Sicuro che puoi fidarti di un diario in questo modo? Forse è meglio se lo consegni a un professore".

E se anche l'avesse detto solo a Ron, la reazione non sarebbe stata molto migliore: "Hai imbrogliato con un libro magico?! Perché non me lo hai detto prima! Possiamo copiare insieme! Me lo presti, Harry? Posso farmi aiutare anche io da Tom?"

Era di certo meno pericoloso che se avesse detto tutto a Hermione, ma Harry non voleva condividere Tom Riddle con lui.

Non aveva problemi a condividere le cose con i suoi amici, ma Tom Riddle era a parte.

Era il suo confidente, il suo amico, e il suo diario.

Non voleva che Ron iniziasse a parlare con lui.

E soprattutto non voleva sfruttarlo per farsi fare i compiti, si sarebbe sentito di approfittarsi di lui, e Harry non voleva farlo.

A volte si sentiva come se Tom fosse dipendente da Harry, e non gli piaceva la sensazione. Per questo gli faceva sempre delle domande, e cercava di essere il più accomodante possibile. Voleva stabilire un rapporto paritario, come due amici, e non come un ragazzo e il suo diario segreto.

A volte si immaginava come fosse solitario e triste, essere lì, tutto solo in un diario, senza poter fare nulla oltre a parlare con chi gli scriveva sopra. Sembrava una vita davvero infelice.

Pertanto non aveva la minima intenzione di chiedergli di fargli nuovamente i compiti.

...forse qualche leggero aiuto se Harry si fosse trovato disperato, ma niente di più.

Comunque, a prescindere dalle sue emozioni contrastanti, una volta rientrato in camera si precipitò immediatamente a prendere il quaderno dalla borsa.

"Tom! Il tema è andato benissimo!!" scrisse, emozionato e felice di condividere la bella notizia con il responsabile del suo successo.

"Mi fa piacere averti aiutato" arrivò immediatamente la risposta di Tom.

"Non ero sicuro che andasse troppo bene, a malapena mi ricordo di averlo scritto. Mi sembra di aver imbrogliato" aggiunse poi Harry, ammettendo i suoi dubbi con l'unica persona a conoscenza della genesi del suo tema.

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