Cap. 6

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                               -Jimin-

Non mi sono mai sentito così, non ho mai avuto molte interazioni sociali al di fuori dei mei fratelli e del mio migliore amico Hoseok, e ora, questo ragazzo che ho impiedi difronte a me, che è comparso furtivamente nella mia vita travagliata, all’improvviso e senza troppa fatica mi ha sciolto il cuore.

Quando ho avuto modo di incrociarlo nelle poche occasioni delle settimane passate mi sono sentito tremendamente in imbarazzo ma davvero bene in sua compagnia, ed inspiegabilmente in quegli incontri mi sono sempre sentito nel posto giusto per la prima volta nella mia vita nonostante il mio fastidioso imbarazzo che piano piano sto migliorando mentre interagisco con lui.

Mi sta ancora guardando con gli occhi sbarrati dopo la mia azione spontanea, il mio animo felice e grato del suo gesto verso di me ha preso il sopravvento e gli ho dato un fugace bacio sulla guancia dopo lo splendido regalo che mi ha fatto, il mio cuore ha solleticato quando ho posato le labbra veloci sulla sua guancia morbida e calda.

Nessuno, e dico nessuno ha mai fatto un regalo così ricercato e così tanto significativo nei mei riguardi, la sua tenacia nel voler mantenere la promessa di vederci ogni tanto mi ha scioccato, perché corre un gran rischio a starmi anche solo vicino e la sua sfacciataggine mi ha intrigato, ma io… io ho dei doveri da portare a termine, io… io sono un principe, per di più l’erede al trono, non ho opportunità di scelta.

Quest’ultimi pensieri hanno spento il mio sorriso e annebbiato il mio cuore, riportandomi alla cruda realtà in cui annaspo ogni giorno come fosse un mare in burrasca che ogni volta cerca di risucchiarmi nei fondali oscuri e profondi mentre io come posso cerco di non annegare, mi inchino cercando di congedarmi
<< Grazie di nuovo Jungkook, adoro davvero questa spilla, ma ora devo proprio tornare a palazzo altrimenti giustizieranno Hoseok se si accorgono che non sa dove mi trovo… l’ho fatto preoccupare abbastanza per oggi.>> Jungkook sorride annuendo alle mie parole, vedo che mi scruta con attenzione e ho subito paura che riesca a leggere all’mio interno quella parte di me piena di angosce e disperazione, infatti mi volto cercando di nascondere in qualche modo la mia momentanea fragilità che custodisco sempre con attenzione, mi chiede di accompagnarmi a palazzo e io glielo consento infatti così facciamo.

Camminiamo in silenzio uno a fianco all’altro per la strada del ritorno lui mi fissa sorridendo quando i nostri occhi si trovano e io senza accorgermene stringo con la mano la spilla appuntata sul mio abito con ardore, forse è un mio inconscio tentativo di provare a temermi ancorato a qualcosa che vorrei approfondire ma non ho il coraggio e le possibilità di farlo.

Una volta arrivati nei pressi degli ingressi del palazzo gli chiedo di non proseguire, sarebbe sconveniente se qualcuno ci vedesse, mi saluta con la mano e con quel espressione sul suo viso da bambino felice, camminando poi  all’indietro per un tratto nel sentiero per tenere il più possibile lo sguardo su di me, tiene il suo cesto di verdura tra le braccia ed ha un sorriso che gli attraversa tutto il viso illuminandolo di luce propria, fa sorridere in automatico anche me come uno sbadiglio contagioso, ecco, questo mi fanno i suoi sorrisi, arrossisco da solo sistemandomi una ciocca di capelli spostandola dal viso, non so cosa mi stia succedendo ma vorrei corrergli dietro andare via con lui il più lontano che posso dalla mia prigione d’orata, ma resto immobile, come sempre ligio al mio dovere, annullando ogni mia voglia diversa da ciò che mi è stato imposto di fare, mi volto dopo qualche minuto tremendamente affranto, ecco mi sento un inutile burattino, questi fili immaginari però così stretti alle mie estremità mi ricordano cosa sono davvero, ingoio l’amarezza della mia nuova consapevolezza e mi affretto a percorrere il palazzo senza farmi troppo notare, spero che nessuno abbia fatto caso a noi prima o sarebbero guai, rientro di soppiatto in stanza chiudendomi delicatamente la porta alle spalle per poi sbatterci contro la testa afflitto da mille pensieri.

Un rumore acuto mi fa voltare di scatto << PRINCIPE JIMIN!!!>> il tono non preannuncia nulla di buono e mi affretto a correre e ad abbracciare un Hoseok con gli occhi fuori dalle orbite rosso in viso e con palesemente una brutta cera, lo stringo forte cercando di rimediare al mio colpo basso che gli ho teso e sussurrando << Scusa Hoseok… avevo, avevo bisogno di tempo dopo quello che mi ha detto mio padre oggi…>> lui inaspettatamente si rilassa nel mio abbraccio e lo ricambia con forza << Jimin, te lo avevo già detto un mese fa, non osare mai più andartene senza informarmi, capisco oggi le tue valide motivazioni però lo sai che io sarò sempre dalla tua parte.>> Lo so… davvero lo so che lui è un buon amico avrebbe capito, avrebbe cercato di consolarmi, ma quando mio padre mi ha annunciato che vuole partire con me per il regno di Gyeonggi cercando di farmi incontrare una mia possibile pretendente da sposare per stringere patti d’interesse militare per l’accorpamento di una parte di regno in modo pacifico non ci ho più visto e sono scappato, dovevo piangere, dovevo sfogarmi in qualche modo, e non volevo farmi di certo vedere fragile dagli altri, non mi è neanche permesso esserlo e non voglio risultare debole, sorrido improvvisamente però pensando che sono davvero felice invece che qualcuno mi abbia visto, e che abbia trovato il mio luogo di disperazione e che quel qualcuno fosse stato proprio quel ragazzo, mi ha davvero consolato mettendo un cerotto sul mio cuore a pezzi ed una spilla al mio petto.

Ci sciogliamo lentamente dall’abbraccio e io cerco di trattenere le lacrime cercando di assumere una posizione eretta e controllata, vigilando mentalmente che la mia maschera invisibile sia ben posizionata per nascondere il vero me penoso, prendo poi un profondo respiro mentre Hoseok mi accarezza una guancia confortante per fermare poi il suo sguardo curioso sul mio petto << Principino ha fatto acquisti? Conosco ogni suo singolo gioiello e questo non l’ho mai visto… ed il mio occhio esperto le può confermare che l’hanno truffata>> rido per il modo di nuovo formale con cui mi parla senza rendersene conto, ma rido ancora di più per la sua ultima affermazione guardandolo poi serio, lui avvicina un dito alla mia spilla per toccarla e io prontamente lo schiaffeggio via << No, è stato un regalo Hoseok, ed è la cosa con più valore che possiedo.>> mi guarda come se fossi ammattito del tutto << Jimin… sei scappato in qualche osteria del villaggio e hai bevuto nella tua fuga? Non mentirmi!!! Per l’amor del cielo il mio principino ubriaco… tu mi vuoi morto!>> urla usando tutta la sua teatralità mentre cerca di rimproverami per una cosa che in realtà non ho proprio fatto, si sventola il viso con una mano portandosi il dorso dell’altra alla fronte, alzo gli occhi al cielo e lui non mi lascia possibilità di ribattere perché prende subito di nuovo a parlare << Posso assicurarti che è bigiotteria! Non è prezioso per niente, e tu sei un disgraziato!!!>> mi faccio di nuovo serio in viso sfilando la spilla dal mio petto e tenendola con cura tra le mani per riporla nel mio porta gioielli sorridendo mentre la osservo minuziosamente in ogni sua parte poi inizio a spogliarmi per liberarmi da quei vestiti stropicciati e leggermente sporchi per la mia scalata << Ti sbagli, ha un valore inestimabile, racchiude una promessa. Racchiude un pensiero di speranza. Racchiude… >> Hoseok si avvicina quando sente la mia voce inclinarsi appoggiandomi una mano sulla spalla << Jimin… chi te l’ha donata?>> in realtà da come mi guarda vedo che già nel suo cuore conosce la risposta alla sua domanda, io non riesco a proferire parola cercando di proseguire nelle mie azioni ma lui mi blocca di nuovo sfiorandomi il viso con due dita per sollevarlo nel suo sguardo << Jimin… è stato Jungkook, lo stalliere, vero?... >> mi limito ad annuire e lui sospira realmente preoccupato << Sono felice se ti fai dei nuovi amici Jimin, però lo sai che devi stare estremamente attento.>> annuisco di nuovo abbassando lo sguardo e lui mi spiazza con sei parole << Cosa provi per quel ragazzo Jimin?>> lo guardo di colpo scioccato e rimango zitto, cosa provo per quel ragazzo? Curiosità di una vita normale? Gratitudine per il modo gentile che ha nei miei riguardi? Amicizia che mi piacerebbe sperimentare al di fuori delle scelte di mio padre? O il mio animo è smosso da qualcos’altro, qualcosa di più… profondo? Il mio cuore inizia una maratona, no… io non posso, io sono un principe erede al trono, io sono l’immagine del regno… io… lo fisso negli occhi di colpo
<< Io… non lo so Hoseok…>>.

PAST LIFE \Jikook\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora