Mi rigiro nel letto, è scomodo, più scomodo del mio letto. Mi metto sui gomiti e mi strofino la faccia con le mani. Ho fatto un sogno strano, c'era qualcuno in casa, aveva rubato i miei vinili, è strano me lo ricordo molto meglio degli altri sogni, è anche più vivido nella mia memoria. Appoggio la testa sul cuscino e allungo la mano per prendere il telefono e controllare l'ora.
La mia mano vaga nel vuoto quindi apro gli occhi, non riconosco la stanza. La mano ora penzola al di fuori del letto e io cerco di capire dove sono. È buio. C'è una lampada a led rettangolare sul soffitto. Una di quelle che ci sono nei corridoi delle strutture trasandate, una di quelle che lampeggia. Aguzzo la vista per vedere meglio. C'è anche una finestrella da cui passa un po ' di luce. Ora il mio occhio si è abituato al buio e vedo meglio. Riconosco la sagoma di un armadio. Non è tanto grande e sembra chiaro, un po' messo male, con la vernice che si stacca. Dove cazzo sono?
Mi metto seduta sul materasso aiutandomi con il braccio. Mi fa male la testa.
Metto i piedi per terra e mi alzo in piedi. Non momento in cui poggio il peso sul piede sento una fitta alla schiena. Mi dirigo a fatica verso le porticina e abbasso la maniglia. Al di fuori della porta mi attende un corridoio buio e con la stessa lampada a led della camera in cui mi sono svegliata. Una luce in fondo al corridoio è accesa e io mi dirigo verso di essa. Più cammino più la fitta alla schiena si fa dolorosa tanto che mi appoggio al muto con una mano e l'altra sulla schiena. Guardo ai miei piedi e noto solo ora che non ho né pantaloni né maglietta, ho addosso solo una tunica lunga fino alle ginocchia di colore azzurro chiaro. Alzò lo sguardo e continuo a camminare verso la luce in fondo al corridoio. Quando la raggiungo noto che ci sono delle persone sedute a un tavolo. Stanno parlando ma non riesco a capire di cosa. Mi avvicino e uno di loro si alza dalla sedia appena mi vede. Non stanno parlando. Giocano a carte?!
«Signori» tutte le persone che sono sedute al tavolo si voltano verso di me «abbiamo visite»
«Dove mi trovo?» chiedo quasi senza pensarci.
«All’ospedale Sandro Pertini a Roma»
«Perché sono qua?»
«Quando ti abbiamo trovato eri in stato incosciente, dobbiamo capire cosa ti abbia fatto collassare»
«Cosa è successo?»
«Cosa ricordi?»
«Ricordo qualcosa ma penso sia un sogno»
Il tizio con cui sto parlando guarda un’infermiera - presuppongo dal camice - e comincia a parlare.
«Vedi noi abbiamo ricevuto la chiamata da un poliziotto che era a casa tua per un irruzione…il poliziotto ha detto quando è arrivato già eri svenuta, c'era solo un ragazzo con te, Matteo mi pare, ti dice qualcosa?»
«Matteo si, lo conosco»
«Ne il poliziotto ne Matteo sanno perché quella persona era in casa tua, Matteo dice che tu potresti saperlo ma prima di svenire non hai detto niente, hai, hai solo provato a strangolare il tizio» l'infermiera mi guarda cos'è se sapessi, ma io non ricordo nulla.
Sento dei brividi che salgono dalla pancia fino al petto, sento il cuore che inizia a pulsare più velocemente. Mi guardo le mani, tremano. Torno con lo sguardo all'infermiera ma vedo male, non vedo più nitido. Cosa mi sta succedendo? Cosa mi sta succedendo? Cosa mi sta succ…

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5 MODI PER MORIRE
Novela JuvenilMaya è una ragazza di 17 anni che vive da sola a causa del lavoro dei suoi, che impedisce loro di fermarsi in un posto per più di due settimane. Maya prova svariate volte a togliersi la vita fino a quando, una sera, incontra un ragazzo che porterà f...