7. MAYA

9 3 1
                                    

«Mhhhh, e se andassimo al parco? Che ne dici, portiamo una coperta, io leggo, tu…non so ascolti la musica?»
«Mi avevi già convinto quando mi hai proposto il parco» dice lui con un sorriso a 32 denti in faccia. Sarà stupido ma mi fa odiare un po' meno la mia vita.
«Va bene allora vado a prendere la coperta in cantina, mi aspetti qua?»
«Ti aspetto qua»
Vado in cantina e cerco tra gli scaffali.
«Eddai lo so che sei qua»
Cerco tra quelli bassi ma niente, non c'è traccia della coperta blu a motivo scozzese che usavo con i miei quando andavamo al parco nelle giornate di sole.
Cerco anche tra quelli più alti e finalmente la trovo. La guardo e i ricordi iniziano a riaffiorare, la voce della mamma che mi racconta le avventure e i viaggi di quando era giovane e la me piccola che sognava ad occhi aperti fantasticando sul mio futuro, il papà che dormiva con il cappello sulla faccia, il vento che scompigliava i miei capelli mentre osservavo le parole scritte su fogli di carta che la gente comunemente chiama libri. Allora non sapevo ancora leggere ma mi affascinava quella distesa di lettere nere così li sfogliavo annusando il loto odore.
Mi sorpresi a piangere, non un pianto importante, solo qualche lacrima, qualche lacrima che però contiene tutta l'acqua che ho in corpo. Non mi capita spesso di piangere perché tendenzialmente non provo emozioni, tendenzialmente non sono né triste né felice né arrabbiata, solo non provo niente, e proprio in questo niente mi perdo a pensare che forse non ha un senso la mia vita, che non ho uno scopo, delle persone da rendere felici. Non ho niente che mi leghi a questo mondo, e mi piace pensare che in un altro universo io sia felice.
Mi asciugo frettolosamente le lacrime con il dorso della mano e chiudo la porta della cantina, salgo le scale e busso alla porta.
«Hey, ci hai messo tanto!»
«Scusa non la trovavo più, era da un po' che non la usavo»
Matteo mi guarda per un attimo di troppo e capisco che ha capito.
«Hai per caso pianto?»
Non rispondo e mi limito ad annuire timidamente.
«Vieni qua» Matteo apre le braccia e io mi sento bene nel momento in cui mi sento avvolta dal suo abbraccio.
«Se non ti va più ci andiamo un altro giorno al parco»
Alzò lo sguardo, voglio davvero andare al parco come facevamo una volta io e miei genitori. Faccio non con la testa.
«Ci vuoi andare?»
Faccio sì con la testa, vorrei dirlo ma non mi escono le parole.
«Ok allora, prendi un libro che io prendo la coperta»
Di nuovo faccio sì con la testa. Vado in camera mia e prendo un libro dalla mia libreria. Due cuori in affitto. Il mio libro preferito. Quello che mi tira su il morale sempre. Ormai lo so a memoria ma mi piace talmente tanto che me lo dimentico ogni volta che lo rileggo.
Torno in salotto e trovo Matteo con una borsa abbastanza grande da metterci dentro la coperta e delle cuffie col cavo che tiene in mano come un trofeo.
«Così magari ascoltiamo la musica insieme»
Io sorrido.

5 MODI PER MORIREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora