Capitolo 1

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In un giorno ordinario all'Inferno, Husker (detto Husk) cominciava a sentire il peso opprimente del suo compito.

Egli era infatti forzato dal demone radiofonico Alastor a rimanere nell'hotel e a servire come barista.

Per questa ragione, Husk provava un profondo disagio verso questo nuovo incarico e soprattutto verso l'obbligo di obbedire ad ogni capriccio di Alastor, vincolato da un patto sigillato anni prima.

Si sentiva come un animale domestico, desideroso di recuperare la sua libertà interiore, anche se ormai era troppo tardi. Con i rimpianti del passato irrimediabili, Husk era destinato a vivere una nuova esistenza al servizio di uno dei signori supremi più pericolosi e temuti dell'Inferno.

In questa condizione, isolato dagli altri ospiti dell'hotel che erano lì di propria volontà, ad eccezione di Niffty, Husk  si sentiva sempre più estraneo a questa realtà. Mentre Niffty, con il suo rapporto speciale con Alastor, sembrava accettare volentieri i compiti imposti, Husk non riusciva più a sopportare il suo destino di dover pulire, servire e sopportare le lamentele degli ospiti ogni giorno, sentendosi prigioniero di un'inesorabile routine che lo faceva sprofondare sempre più nei momenti di crisi.

Husk non riusciva a comprendere come Niffty, nonostante la prigionia, vivesse la situazione con leggerezza e come un'opportunità. I due si conoscevano da tempo, sin dai giorni in cui Husk aveva sigillato il patto con Alastor, ma Niffty sembrava essere al servizio del demone radiofonico da molto più tempo di lui. Nonostante la stranezza e talvolta la natura terrificante di Niffty, Husk era affezionato a lei, considerandola quasi una sorella o una figlia. Il suo affetto per la demone ciclope rappresentava forse l'unica luce positiva in un servizio controllato da Alastor, che osservava ogni loro movimento da vicino.

Alla fine di una giornata carica di tensioni, Husk stava per ritirarsi nella sua stanza, stanco di ascoltare le sciocchezze degli ospiti. Mentre scambiavano brevi saluti notturni, Niffty cercava un abbraccio, gesto a cui Husk non era abituato ma che alla fine aveva accettato con rassegnazione, considerando che era solo la sua piccola amica demone e che quindi potesse fare un'eccezione.

Poco dopo, Niffty con il suo sorriso maniacale lasciava Husk solo nella hall, mentre il gatto demone rifletteva sul peso della sua esistenza all'hotel.

Proprio quando Husk si stava dirigendo verso il bar per la chiusura serale, la porta d'ingresso dell'hotel si era malamente aperta accogliendo uno degli ospiti che aveva preso la decisione di alloggiare in quella strampalata dimora per le anime dannate.

All'entrata c'era Angel Dust, un demone ragno con un passato complicato, che aveva appena fatto il suo ingresso rumoroso nella hall dell'hotel.

Husk, vedendo il demone ragno, aveva sollevato gli occhi al cielo con un'espressione poco entusiasta. Non era una reazione casuale: fin dal primo giorno in cui lo aveva conosciuto, provava antipatia e fastidio per il suo comportamento da seduttore compulsivo.

Angel, un cliente abituale del bar, passava da lamentele sul lavoro a vantarsi della sua carriera cinematografica, ma Husk lo considerava falso, pensando che fosse tutto un teatrino che non portava a nulla.

Non sopportava quei comportamenti e voleva scoprire il vero volto di Angel dietro la maschera che mostrava al mondo. Il problema era che l'attore non gli aveva mai dato l'opportunità di farlo.

Stranamente, Angel sembrava affranto e distrutto quando si era seduto al bancone, emettendo versi soffocati e incomprensibili. Husk lo osservava indeciso su cosa fare, evitando di iniziare una conversazione per paura di reazioni indesiderate.

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