La rete proibita

Capitolo 9

Una volta lasciata quella stanza dell'hotel, Husk era tornato alla sua postazione abituale e aveva iniziato a guardarsi attorno. Si sentiva davvero strano. Il fatto di aver scoperto di amare qualcuno lo aveva colto di sorpresa e certamente gli causava un po' di paura.

Un sentimento che non provava da secoli, al quale non era più abituato, si stava ripresentando dopo anni di assenza. Non era ancora pronto ad affrontarlo, ma non poteva ignorarlo.

"Husk, finalmente! Ti abbiamo cercato ovunque. Si può sapere dov'eri?"

Una voce femminile era echeggiata nella hall dell'hotel. Husk aveva riconosciuto subito la principessa dell'inferno.

"I-io ero... cioè..." aveva tentato di dire Husk, ma le parole non gli uscivano di bocca. Troppe cose erano successe in poco tempo e non aveva avuto nemmeno l'occasione di metabolizzare tutto.

"Non importa, Angel è rientrato?" aveva chiesto Vaggie, interrompendo il discorso del gatto con una nuova domanda.

A sentire quel nome, Husk si era irrigidito senza una valida ragione, poi aveva osservato la ragazza priva di un occhio.

"Non lo vedo da stamattina, dovrebbe rincasare fra poco... o almeno lo spero tanto" aveva risposto il demone gatto, con un tono di voce spezzato. Sapere la verità lo stava aiutando ad empatizzare con la povera vittima di quegli abusi e l'unica cosa che voleva era averlo accanto.

"Sei preoccupato anche tu per lui, vero?" aveva chiesto Charlie, avvicinandosi cautamente a Husk.

Ascoltando le parole della giovane dai capelli biondi, Husk aveva alzato lo sguardo, prestando la sua completa attenzione.

"Aspetta... mi stai dicendo che tu..." aveva iniziato a dire, ma Charlie lo aveva interrotto a metà frase, limitandosi ad annuire.

"Purtroppo sì, oggi sono andata allo studio dove lavora ma ho peggiorato solo le cose" aveva detto la figlia di Lucifero, lasciando Husk perplesso.

Eppure, quando lui e Alastor si erano collegati, non avevano visto nemmeno l'ombra di Charlie. Forse non l'avevano notata... oppure si erano collegati troppo tardi per sapere della sua presenza sul set? Ad ogni modo, Husk aveva compreso che Charlie non avesse assistito a tutte le torture che lui aveva ormai impresse nella mente, e credeva che fosse meglio così.

"Forse ti farebbe bene riposare un po', Husk. Ti vedo abbastanza turbato" aveva detto Vaggie, che stranamente non aveva inveito contro il povero barista ma aveva preso in considerazione il fatto che non stesse affatto bene, cercando di alleggerire i suoi pensieri negativi.

Husk aveva annuito, poi si era sdraiato sul divano della hall, che Charlie aveva cambiato da poco. Quello precedente era troppo piccolo e scomodo, così la principessa aveva provveduto a portare un nuovo divano, con un materasso enorme e una comodità che non si sognerebbero nemmeno in paradiso. Il demone si era sistemato comodamente, poi aveva chiuso leggermente gli occhi.

Non dormiva, aveva solo gli occhi chiusi.

Erano passati minuti, forse ore, Husk non sapeva dirlo. L'unica cosa che sapeva era che nella hall dell'hotel regnava un silenzio a dir poco agghiacciante. L'atmosfera era cupa, nessun ospite girava per l'edificio e nessun demone della radio aveva intenzione di disturbare il sonno e i pensieri di un povero gatto che cercava solamente di liberare la mente.

Ma in quel momento, quel silenzio così terribile era stato interrotto dall'arrivo di Angel Dust, che aveva varcato la soglia e si era diretto a grandi passi verso Husk. Il demone gatto, non ancora completamente in sé, non si era accorto della presenza del ragno, che gli era caduto addosso senza preavviso.

"Ehm... scusami?" aveva chiesto Husk, abbastanza confuso. Non si aspettava un comportamento simile da parte di Angel, anzi, credeva che cercasse in tutti i modi di evitarlo dopo il battibecco avuto la sera precedente. Eppure, il ragno si era avvicinato a lui e si era adagiato sul suo petto come se l'avesse scambiato per un cuscino soffice.