Capitolo 5

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Vedendo l'interesse del demone gatto per la questione, Alastor aveva deciso di abbandonare le reticenze e di svelare al suo compagno ciò che veramente sapeva.

"Oh Husker, comprendi bene che io e Vox siamo acerrimi antagonisti, una verità innegabile. Le nostre strade divergono profondamente, sia nei mezzi di comunicazione che nelle ideologie. Tuttavia, esiste un legame che ci unisce, un'abilità singolare che ho recentemente scoperto essere estremamente vantaggiosa," aveva pronunciato Alastor con voce carismatica, mentre Husk gradualmente perdeva interesse per la conversazione.

La rivelazione del signore supremo, seppur enigmatica, sembrava ridondante; il conflitto tra lui e Vox era un racconto ben noto nell'Inferno, un'epica che aveva dato vita alla rivalità con le 3 V, scuotendo le fondamenta dell'oltretomba.

"E perché dovrebbe tutto ciò interessarmi, mio caro?" aveva domandato Husk, portando la bottiglia di whisky alle labbra con noncuranza e cercando di essere più tollerante possibile.

Il sorriso beffardo di Alastor si era allargato, rivelando una fila di denti affilati.

"Notando il tuo recente interesse per le gesta di Angel Dust, ho pensato che potresti gradire un aiuto da parte mia," aveva detto con tono misterioso, catturando l'attenzione di Husk.

"Io, interessato ad Angel Dust? Sei sicuro di poter distinguere la realtà con quel monocolo?" aveva ironizzato Husk, sollevando il sopracciglio in segno di scetticismo.

"La mia vista supera di gran lunga quella di Vox, ciò è innegabile," aveva ribattuto Alastor con fierezza, offeso dall'insinuazione.

"Comunque, non ti stuzzica l'idea che i miei poteri non si esauriscano nella semplice trasmissione delle urla delle mie vittime via radio, ma possano compiere molto di più?" aveva continuato Alastor, poggiando la mano artigliata sul bancone e intrigando non poco il demone gatto.

A quel punto, Husk aveva alzato lo sguardo, incitandolo a proseguire: scoprire appieno i poteri di Alastor significava guadagnare un'ulteriore leva e magari rivelare alcune sue debolezze.

"Ti stupiresti se ti dicessi che, attraverso i miei poteri radiofonici, posso connettermi a una rete controllata da Vox e spiare chiunque io desideri?" aveva domandato Alastor, presentando la sua abilità come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Husk aveva abbandonato improvvisamente la bottiglia, mentre il suo interesse era improvvisamente risvegliato.

"Ecco come ottieni sempre informazioni privilegiate! Ma perché dovresti impiegare ora i tuoi poteri?" aveva chiesto Husk, confuso e lontano dal comprendere appieno la portata della questione.

"È lampante, caro amico mio! Insieme possiamo spiare Angel e svelare i suoi segreti," aveva proclamato Alastor con voce squillante e vibrante di energia.

In quel momento, il rumore della bottiglia frantumata sul pavimento era riecheggiata nel locale, interrompendo il silenzio con un suono cristallino.

"Ma che cazzo dici, brutto figlio di puttana?" aveva sbottato Husk, rifiutando categoricamente di intromettersi nella vita privata di Angel Dust.

"Per favore, non essere così banale. So benissimo che hai a cuore il benessere del tuo amico," aveva risposto Alastor, cercando di persuaderlo con il suo tono elegante e affascinante.

Husk aveva capito le intenzioni di Alastor, ma non riusciva a comprendere il motivo dietro la sua insistenza. Cosa stava tramando e che cosa sperava di ottenere?

"Non mi frega un cazzo delle tue scemenze, ma non è giusto spiare qualcuno in questo modo," aveva ribattuto Husk, restando saldo nella sua posizione.

"Caro amico, siamo nell'Inferno! Le scorrettezze sono all'ordine del giorno. Non credo davvero che tu creda in quest'assurda idea della redenzione. Sarebbe troppo divertente vederti fallire miseramente come chiunque altro in questo hotel," aveva ribattuto Alastor, ridendo con soddisfazione.

"Io non mi interesso di queste stronzate, ma non è etico intromettersi nella vita privata di qualcuno in questo modo," aveva detto Husk, voltandosi dall'altra parte.

Alastor aveva sorriso maliziosamente e successivamente aveva ripreso il discorso.

"Husk, mi hai deluso profondamente. Pensavo che tenessi davvero al tuo amico," aveva ripreso a dire, attirando di nuovo l'attenzione di Husk.

"Io e Angel non siamo amici, cazzo! Siamo solo costretti a convivere in questo maledetto hotel," aveva continuato Husk, picchiando con rabbia il bancone.

"Può anche essere, ma ti conosco abbastanza bene ormai e so quando cominci ad affezionarti a qualcuno... e sono sicuro che Angel sia uno di loro," aveva detto Alastor, maneggiando il suo bastone con sicurezza.

Husk era stanco di quelle parole, ma per non compromettere il patto, aveva tentato di mantenere la calma.

"Va bene, supponiamo che io accetti questa tua idea assurda. Anche se capissi il suo problema, tu che cosa ci guadagneresti?" aveva domandato Husk, sperando di far capire ad Alastor che il piano era del tutto irragionevole.

"Hai paura di ciò che potresti scoprire?" aveva chiesto Alastor, non rispondendo alla domanda e ridendo beffardo.

"Non ho paura di un cazzo, semplicemente non voglio intromettermi nella sua vita. Preferirei che fosse lui a parlarmene" aveva ribattuto Husk, cercando di far entrare in testa a Alastor la sua posizione.

Ma Alastor non aveva intenzione di mollare la presa.

"Vedrai che quando avrai guardato, mi ringrazierai," aveva detto infine, dopo aver passato ore a cercare un modo per convincerlo.

Rassegnato, Husk aveva alzato gli occhi al cielo e, dopo aver imprecato peggio di un marinaio ubriaco, si era lasciato convincere finendo per accettare l'offerta di Alastor.

Forse aveva accettato per disperazione e stanchezza, non perché gli interessasse davvero spiare la vita di Angel al di fuori dell'hotel. Non significava che non si preoccupasse per Angel, ma i suoi sentimenti erano così confusi che aveva agito d'istinto, senza pensarci troppo.

Sapeva che si sarebbe pentito, ma ormai era troppo tardi. Solo non poteva sapere che guardare o non guardare avrebbe cambiato più di quanto Husk e Alastor si aspettassero.

"Qualcuno ci ascolta? Forse Charlie? Vaggie? Niffty?" aveva chiesto Alastor, scrutando l'ambiente circostante.

Husk aveva scrollato le spalle, confuso sulle intenzioni del demone.

"Perfetto, vieni con me," aveva detto infine Alastor, conducendo Husk in una stanza buia dell'hotel.

Aveva bisogno di un posto tranquillo e lontano da occhi indiscreti.

Il demone gatto lo seguiva senza fiatare, ma adesso la sua domanda principale era sempre e solo una:

Perché sta facendo tutto questo? Cosa spera di ottenere?

Riuscirà Alastor a stabilire davvero una connessione e spiare Angel?

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