Capitolo 8

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È mattina e io sono a terra. Anche oggi mi sono svegliata in preda agli incubi e non sono più riuscita a dormire. In particolare questo sogno mi ha scossa molto, tanto da non volermi approcciare fisicamente a nessuno. Mi capitano spesso cose del genere: i sogni mi disturbano talmente tanto che al risveglio ho ancora la sensazione delle sue mani su di me, ed è così intensa da farmi venire i brividi se qualcuno mi tocca. In queste giornate rifiuto proprio qualsiasi approccio fisico, mi danno fastidio gli abbracci, i baci sulle guance, ma anche una semplice mano sulla spalla o sulla mia mano.

Quando sono così scrivo a Ludo per avvertirla. Lei non sa del mio passato, sa solo che ho queste giornate in cui non voglio essere toccata da nessuno. Probabilmente si sarà fatta qualche domanda, ma non mi ha mai chiesto niente e va bene così, non avrei il coraggio di spiegarle cosa non va in me.

Nonostante sia fisicamente e mentalmente esausta devo andare a lavoro e mettere su una faccia convincente. Mi guardo allo specchio e vedo che sono un disastro.

V:<<TU. STAI. BENE. VALE. TU STAI. BENE>>

Ovviamente non era vero, ma questo ed altro per andare avanti e dimenticare.

La giornata lavorativa oggi è più pesante del solito: le ore sembrano più lunghe, le file altrettanto e i turisti sembrano più rompipalle del solito. O forse sono solo io che sono più suscettibile in questo tipo di giornate.

Sono così stanca quando vedo la lancetta dell'orologio toccare le sei e mezza che quando vado in bagno quasi non mi riconosco. Sembro un morto che cammina. Ignoro il mio riflesso e mi avvio verso l'uscita dopo aver preso le mie cose.

Alzano lo sguardo dopo aver sceso i gradini dell'entrata, vedo una macchina familiare con appoggiato un ragazzo dall'aria ancora più familiare.

J:<<Hey Vale, scusa se non ti ho avvisato ma ho pensato di venire direttamente qui. Ti va di venire al bunker con me? Ci saranno anche gli altri, così finalmente te li faccio conoscere>>
V:<<Non lo so Jimmy, oggi sono parecchio stanca, forse è meglio se facciamo un altro giorno>>
J:<<Dai non farti pregare, tanto poi sai che non sai resistermi>> dice mettendo il broncio e facendo gli occhi da cucciolo. Effettivamente è un'arma letale.
V:<<Jimmy ti prego, non oggi, sono veramente esausta e non sono nemmeno nelle mie condizioni migliori>>
J:<<Daiiii ti prego Vale. Sarà un'ottima occasione per distrarti un po'. Prometto che siamo simpatici>>
Ci penso un po', ma alla fine mi arrendo. Non riesco a resistere a quella faccia da cuccioli di Jack.
V:<<Va bene dai, solo per questa volta. Ma smettila di fare quella cazzo di faccia, ti prego, non riesco a sirti di no quando la fai>>
J:<<Oh lo so benissimo, altrimenti perché la userei secondo te?>>
V:<<Che razza di bastardo>> mi metto a ridere.

Decidiamo di lasciare la mia macchina al parcheggio e di andare con quella del ragazzo, che promette di riportarmi a prenderla dopo essere passati al bunker. Poi ci mettiamo in marcia.
Il tragitto in sè dura una mezz'oretta, infatti noto che stiamo tornando ad Empoli.
Una volta arrivati davanti al luogo, vedo davanti all'ingresso una ragazza e un ragazzo immersi in una conversazione.
Scendiamo dalla macchina e li raggiungiamo. Subito alzano lo sguardo verso di noi e soprattutto su di me. La ragazza è veramente stupenda, i suoi lineamenti sono graziosi e ha dei capelli da invidiare.

H:<<Hey ciao, non penso di conoscerti. Io sono Huda, tanto piacere>>
V:<<Io sono Valentina, ma chiamami pure Vale. Piacere di conoscerti>> subito vedo che I due ragazzi si lanciano un'occhiata divertita
E:<<Io sono Dario, ma qui mi chiamano tutti Erin quindi chiamami come vuoi. E un piacere>>
H:<<Dai venite, è meglio se andiamo dentro. Qui fuori si gela senza giubbotto>>

Giorni vuoti || FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora