Capitolo 17

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La tensione si può tagliare con un coltello. Tutti i ragazzi sono in un chiaro stato di ansia intorno a me, anche se devo ammettere di non essere da meno.

Stasera esce il loro secondo album, "Farsi male a noi va bene" e sono agitati e preoccupati dal parere dei loro fan. Hanno il terrore che non piaccia, quindi io e le ragazze cerchiamo di tranquillizzarli al meglio. Ho la mano stretta a quella di Pietro da almeno mezz'ora.

F:<<Ragazzi non ce la faccio più>>
Pi:<<A chi lo dici. Manca solo mezz'ora e mi sto cagando addosso>>
E:<<Jack ti prego, smettila di camminare avanti e indietro che mi stai facendo venire mal di testa>>
J:<<Non posso farne a meno, devo smaltire la tensione in qualche modo>>
V:<<Ragazzi smettetela. Vedrete che andrà bene. Siete estremamente talentuosi e l'album verrà sicuramente apprezzato da tutti>>
H:<<Ha ragione, anche se non abbiamo sentito tutte le canzoni sono sicura che spaccherete>>
C:<<Come fate a dirlo se non avete sentito tutto?>> dice con sguardo preoccupato
L:<<Perché abbiamo fiducia nelle vostre capacità. Andrà bene.>>

Dopo un po' arriva la mezzanotte

Ghera:<<Ragazzi è ora>>

Subito vengono tirati fuori i telefoni per fare storie su Instagram dove annunciano l'uscita. Io e Huda stiamo in disparte dato che non siamo ancora state presentate ai loro fan.

Una volta finito ci sediamo e finalmente possiamo ascoltare tutto l'album. Come al solito finiamo per piangere in circa dieci minuti, per poi passare a gasarci nei dieci minuti successivi.

Quando finisce tira e molla tiro a Duccio uno sguardo consapevole senza fami vedere dagli altri, per poi tornare ad ascoltare il resto dell'album. Non posso credere che l'abbia fatto, mi sento onorata anche se sto piangendo.

Alla fine dell'ultima canzone passiamo almeno mezz'ora a fare i complimenti ai ragazzi e a sgridarli perché pensavano che l'album non sarebbe piaciuto. Come potrebbe non piacere una cosa del genere?

A metà serata uso la prima scusa che trovo per uscire in giardino, quindi prendo il mio pacchetto di sigarette ed esco. Spero che il ragazzo abbia capito le mie intenzioni e mi abbia seguito.

Fortunatamente dopo qualche minuto sento la porta aprirsi e dei passi alle mie spalle.  Mi giro e vedo la chioma rossa che mi aspettavo.

Pi:<<Allora, ti è piaciuto veramente?>>
V:<<Ma certo Du. È fantastico>> gli sorrido
V:<<Ma non pensare che questo mi distragga da quello che hai fatto!>>
Pi:<<Non so di cosa tu stia parlando Vale>> fa il finto tonto mostrando un sorrisino
V:<<Non ci provare nemmeno. Vogliamo parlare di "Tira e molla"?>>
Pi:<<Sapevo che lo avresti capito>>
V:<<Ma certo Du. Sei uno dei pochi a cui ho raccontato di come, e cito testualmente, "mi sento affogare in mezzo alle persone" o di come "le strade sono vuote come le persone intorno a noi". Te l'ho detto quando siamo usciti qualche settimana fa. Stavamo camminando di notte e tu mi hai chiesto come mai non ci vediamo mai in giro, in mezzo alle persone>> dico con le lacrime agli occhi.
Pi:<<Era proprio a quello che pensavo. Alla fine è passata come una canzone d'amore, ma il messaggio originale era un'altro. Volevo dimostrarti che ci sono, anche se ci conosciamo da poco>>

Non resto più e lo abbraccio forte. Lui mi stringe le braccia attorno alla vita e dondoliamo insieme.

Pi:<<Sei come una sorellina per me>>
V:<<E tu sei mio fratello, Du>>

Ormai stiamo singhiozzando tutti e due, con il naso colante e gli occhi rossi. Ci stacchiamo per soffiarci il naso e approfitto della sua distrazione per scompigliarli i riccioli rossi.

V:<<Anche io ci sono, per qualunque cosa Du>> gli do un bacino sulla guancia che viene prontamente ricambiato.

Sentiamo dei passi di fianco a noi e ci giriamo immediatamente, solo per trovare un biondino che ci guarda attentamente con un'espressione strana.

P:<<Scusate, non volevo interrompervi, torno dentro>> fa per girarsi e andarsene ma noi lo blocchiamo
V:<<Ma quale disturbo Pie. Non hai interrotto niente>>
Pi:<<Hai solo interrotto un bellissimo momento tra fratellini>>
P:<<Fratellini?>> ci guarda stranito
V:<<Abbiamo concordato che ormai ci sentiamo come fratelli e ci siamo promessi di esserci l'uno per l'altra. Tutto qui>>
P:<<Ah va bene, scusate se ho frainteso>> si gratta la testa imbarazzato
Pi:<<Facciamo così, io torno dentro. Vi lascio un po' di privacy>>

Rimaniamo solo io e il biondo seduti uno di fianco all'altra. Fuori fa troppo freddo e io ho solo la felpa addosso, quindi mi capita di rabbrividire.

P:<<Hai freddo?>>
V:<<Giusto un pochino, niente di che>>
P:<<Non mentire... dai, vieni qui>> dice dandosi una pacca sulle cosce.

Lo guardo leggermente incerta, ma non posso vincere contro quel sorriso. Mi alzo e mi risiedo, stavolta di traverso sulle sue gambe. In un attimo il suo braccio mi avvolge la vita e metto il mio intorno al suo collo. Qui sicuramente fa più caldo, ma forse sono solo io che mi sento accaldata. Non credo che Pietro capisca fino in fondo le reazioni che il mio corpo ha al suo minimo contatto.
Il suo profumo mi avvolge come una nuvola e mi ritrovo ad infilare il naso nell'incavo del suo collo per sentirlo ancora di più.

P:<<Comoda?>> dice ridendo
V:<<Tantissimo, dovrei usarti come poltrona più spesso>>
P:<<Guarda che ci conto. D'ora in avanti propongo le mie gambe come tua sedia personale>>
V:<<Va bene, ma non sarebbe un po' sospetto?>>
P:<<Non ti seguo>> dice inarcando un sopracciglio
V:<<Dico che per adesso non abbiamo ancora definito bene cosa siamo e i nostri amici ancora non sanno niente>>
C'è un momento di pausa, Pietro si prende qualche secondo per riflettere.
P:<<Potremmo rendere le cose ufficiali>> dice talmente velocemente e sottovoce che lo capisco a malapena.
V:<<Ma ho sentito bene?>> chiedo incredula.
P:<<Era da qualche giorno che pensavo di chiedertelo. Ormai ci conosciamo da un po' e siamo già usciti insieme diverse volte. Che ne dici se mettiamo in chiaro le cose?>>
V:<<Pietro...>> lo chiamo, anche se non sono sicura di cosa voglio intendere.
P:<<Vuoi essere la mia ragazza?>>

Rimango con gli occhi sgranati, incapace di rispondere. Quando passa qualche secondo vedo il ragazzo sbiancare progressivamente. Non posso permetterlo.

Attacco le nostre labbra in un bacio frenetico, entusiasta. Sono così euforica che mi sembra di essere completamente fatta.

V:<<Sì sì sì sì sì e altre mille volte sì Pie>>
P:<<Mi stavi facendo preoccupare! Ma guarda te che gente!>> ridiamo insieme.

Passiamo qualche altro minuto fuori scambiandosi qualche altro bacio e stando stretto in un tenero abbraccio, poi torniamo dagli altri a festeggiare.

Dopo il terzo Jagerbomb perdo il conto di quanto sto bevendo, fino a che non crolliamo tutti a dormire tra i divani. Io ovviamente finisco sul petto di Pietro, accoccolata su di lui. Già so che domani mattina dovremo dare molte spiegazioni.

Giorni vuoti || FaresDove le storie prendono vita. Scoprilo ora