Capitolo 16: Ti piaccio?

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Cosa?!

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Cosa?!

Sentii il calore delle sue mani scendere lungo la mia vita, ma mentre cominciava ad abbassarsi, le parole di Austin riecheggiarono nella mia mente.

"Pensi davvero che Lauren provi qualcosa per te? Ti sta solo trattando come tratta tutti gli altri, una volta ottenuto ciò che vuole e che va a letto con te, troverà solo qualcuno con cui sostituirti".

I miei occhi si allargarono e mi allontanai rapidamente, barcollando di qualche passo. Il movimento improvviso sembrò far tornare Lauren in sé e recuperò la mano.

"Cabello..."

"Io... io... ti aspetto di sotto", sbottai, sfuggendole, ma indietreggiando quando chiamò di nuovo il mio nome.

Mi fermai sui miei passi, ma rifiutai di voltarmi.

"Forse è meglio se ti metti la camicia prima di uscire".

Ho chiuso gli occhi e ho stretto le labbra. "Giusto", borbottai a pecorina, dimenticando che ero ancora mezza nuda. Mi misi la camicia e la abbottonai fino in fondo, mentre scendevo di corsa le scale e la aspettavo davanti alla porta. Il mio cuore batteva ancora all'impazzata e la mia mente era ancora in preda alla frenesia.

Calmati, stava solo ammirando il mio corpo, ecco cosa stava facendo.

Annuii tra me e me.

Sì, stava solo ammirando il mio corpo in modo molto teso e sensuale, non ci badare troppo.

Qualche minuto dopo, Lauren scese e io mi girai automaticamente dall'altra parte, rivolta verso il muro nel modo più innaturale e goffo possibile.

"Cabello, sai che solo perché non puoi vedermi non significa che io non possa vederti", disse ridacchiando.

"Sto ammirando il muro", risposi in modo categorico.

"Si tratta di quello che è successo...".

"La festa!" Sbottai. "Dovremmo prepararci per andare alla festa!".

Mi girai, ma non mi resi conto di quanto Lauren fosse vicina a me e ora mi trovavo faccia a faccia con il suo petto largo. Il ricordo dei suoi muscoli forti mi balenò nella mente e i miei occhi si allargarono, indietreggiai rapidamente verso il muro e rimasi lì.

Ci fu una piccola pausa e cominciai a chiedermi se mi stessi comportando in modo troppo strano. Ma come potevo non farlo? Mi aveva appena detto quanto fossi fragile e che poteva spezzarmi in due, cosa che per qualche motivo suonava leggermente spaventosa ma allo stesso tempo sexy.
Iniziavo a scoprire lati di me che non sapevo nemmeno esistessero.

"Bene, dovremmo andare", grugnì, sembrando leggermente distante mentre apriva la porta e se ne andava. Inspirai profondamente e mi diedi uno schiaffo sulla guancia per ricompormi, prima di trasalire per il dolore.

Y.O.L.O || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora