12. Come non detto

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- Per di qua - Rick spostò un altro pezzo di pietra e si fece largo tra le macerie.

Erano dietro la loro scuola, in uno spazio che sembrava essere caduto in rovina, dove nessuno sembrava essere mai stato. Dopo aver chiesto il suo aiuto, Rick li aveva condotti senza troppe spiegazioni in quello strano posto che, a quanto pareva, conosceva solo lui.

- Si può sapere che posto è questo? Tu sei in questa scuola da meno tempo di me e conosci già anche i luoghi sperduti? - chiese Annabeth sorpresa.

- Persino io che sono in questa scuola da 5 anni e la conosco meglio delle mie tasche non avevo mai visto questo posto - disse Noah esplorando confuso lo spazio intorno a lui.

Rick non rispose e, dopo aver spostato l'ultimo masso, si fermò in piedi a guardare perplesso un punto davanti a lui. Annabeth e Noah si avvicinarono cercando di seguire il suo sguardo. In un buco in fondo alla parete c'era una scatola impolverata.

- Cos'è? - chiese Noah studiando la forma e le dimensioni del vecchio contenitore.

- Forse la domanda giusta è... cosa c'è lì dentro? - chiese Annabeth voltandosi a guardare gli occhi scuri e profondi di Rick. Il suo sguardo era indecifrabile, sembrava essere arrabbiato, pentito, ma anche deciso. Continuava a fissare la scatola e, poiché non sembrava dar segno di volerla prendere, Noah ed Annabeth si scambiarono uno sguardo, così il ragazzo si chinò e uscì l'oggetto misterioso dal suo nascondiglio, dopodiché sbirciò all'interno.

- È quello che penso? - chiese la rossa preoccupata.

- Temo di sì - Noah aprì la scatola, mostrandone il contenuto.

Rick era impassibile, con le braccia incrociate al petto.

- Dove hai messo la testa? - chiese Annabeth dopo aver osservato per qualche minuto il corpo di porcellana della Moyasamu che giaceva all'interno della scatola.

- È lì dentro insieme al corpo - disse secco Rick, continuando a fissare un punto della parete di fronte.

- Ti sbagli, qui non c'è - replicò Annabeth, con l'assenso di Noah.

A quel punto Rick fu costretto a guardare.

- Non può essere, io l'ho messa lì, nessuno può averla presa. Il nascondiglio era così come l'avevo lasciato.

- Dimmi che non è uno dei tuoi brutti scherzi, Jones - Noah lo guardò con i suoi occhi di ghiaccio.

- Sempre a sospettare di me, tu! Che motivo avrei di tenere per me la testa di quel mostro, mentirvi, portarvi qui e tutto il resto, cosa ci guadagnerei?! - sbottò il moro indignato.

- È inutile dare colpe, dobbiamo solo capire chi ha preso la testa della Moyasamu e soprattutto perchè - chiarì Annabeth cercando di calmare le acque.

- Tu - cominciò Rick - devi ancora spiegarci un bel po' di cose. Cominciamo da qua per capire cosa sta succedendo.

- È vero, non hai detto nulla neanche a me - aggiunse Noah.

- Avete ragione. In questi 4 mesi... penso di essere stata in un altro... universo o qualsiasi cosa fosse. Solo che lì ogni secondo era circa 12 ore di questo mondo, perciò...

- Un buco nero.

Annabeth e Noah si girarono a guardare Rick.

- Era un buco nero quello in cui eravate - si spiegò il ragazzo.

- E come sono arrivate in un buco nero? - chiese Noah confuso.

- I buchi neri superano le concezioni della nostra scienza: attraversano spazi, tempi e universi diversi dal nostro. Si dice che alle volte possano entrare nelle nostre teste e catapultare i nostri pensieri molto più lontani dal nostro corpo. Penso vi sia successo questo.

Annabeth lo guardava sbalordita, ma poi continuò:

 - Ad ogni modo, ci siamo ritrovate lì all'improvviso, è stata...

Poi però la lingua le si bloccò. Non riuscì più a parlare.

- È stata...? - la incitò Noah.

Lei aprì la bocca per parlare ma non ne emerse alcun suono.

- Che fai, prima prometti che ci avresti detto tutto e poi ti rifiuti di parlare? Spiacente, ma io non  faccio affari con i codardi - disse Rick seccato.

- Fai attenzione a quello che dici, non vedi che sta provando a parlare? C'è chiaramente qualcosa che non va! Che succede Annie, hai qualcosa in gola? - disse Noah difendendola.

Lei scosse la testa orizzontalmente, avvolgendo il palmo della mano intorno al collo.

"Non provarci neanche, solo tu ed Elizabeth dovete sapere del piano".

Annabeth sussultò sentendo di nuovo quell'orribile voce mielosa e crudele.

"Pensavi fosse facile sbarazzarti di me? Porta a compimento l'accordo e non provare a barare con i tuoi trucchetti, sarebbe solo una perdita di tempo" la minacciò la Moyasamu.

Sentì una stretta al collo e rischiò di strozzarsi, ma poi quella cessò all'improvviso, insieme alla voce della bambola.

Noah la afferrò al volo prima che cadesse per terra, mentre Rick alzava gli occhi al cielo.

Annabeth non sapeva che fare: se non poteva parlare a nessuno di quello che stava succedendo, come avrebbe fatto a sconfiggere la Moyasamu? Se non poteva né fare né dire nulla, chi l'avrebbe liberata da quella situazione? Non poteva lasciare morire tutte le persone a cui teneva, non poteva essere egoista. Eppure, una cosa le venne in mente in quel momento, che forse avrebbe potuto essere la soluzione. Le parole non sono l'unica via di comunicazione e, forse, avrebbe potuto impedire alla Moyasamu di leggere i suoi pensieri. Bastava... beh, non pensare affatto.

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