Capitolo 2

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Emma

<<Arrivata al Cafe mi sedetti in un tavolino accanto alla finestra, mentre guardavo la neve cadere, così bianca e pura. La sua purezza quasi riuscì a guarire la mia anima dannata. Ma la mia anima era così oscura che nemmeno il più grazioso dei fiocchi di neve avrebbe potuto fare qualcosa. Mentre fissavo la finestra assiduamente, il ragazzo misterioso arrivò.

"Eccomi qui,scusa se ti ho fatto aspettare. Prendiamo qualcosa prima di iniziare?"
Non l'avevo ancora visto senza giacca:
le sue spalle erano enormi e larghe e indossava un maglione bianco con il logo arancione della nostra scuola.
Le sue mani erano talmente grandi da riuscire a coprire la mia intera faccia.
"Certo, io vorrei prendere una cioccolata calda,tu?" gli chiesi.
"Lo stesso per me,aspetta vado a pagare io."
E' vero,qui avrei anche potuto fermarlo dicendogli che avrei voluto pagare io,ma la verità  era che non avevo intenzione di farlo. Chi mi diceva che magari mi avrebbe lasciato pagare? Non avevo soldi dietro. sorry.
Il ragazzo,tornato dalla cassa si presentò in un modo così gentile da farmi sorprendere.
"Io mi chiamo Alex, me la cavo abbastanza bene in chimica però prima vorrei sapere quanto ti senti preparata e vorrei poterti aiutare a superare alcuni ostacoli. Lo so, non sarà una cosa semplice ma farò del mio meglio.
Allora,ci sono domande?"
Era così premuroso, nessuno si era mai assicurato che io capissi una materia. E questo mi faceva sentire bene.
"In realtà ci sono parecchie cose che non ho capito e mi considero piuttosto impreparata. Scusami."
"No non devi scusarti, è abbastanza normale avere punti deboli. Io per esempio sono negato in spagnolo,è così complicato per me e non lo capisco."
Non pensavo mi avrebbe parlato di una sua difficoltà nell'ambito scolastico, ne sono grata.
Le ore con lui passarono in fretta, era spiritoso e il suo essere premuroso mi faceva sentire come a casa.
C'era qualcosa in questo ragazzo,Alex, qualcosa che non avevo mai sentito.
Alla fine eravamo stati seduti in quel bar per 4 ore e tra risate e momenti di serietà sono convinta del fatto di essere stata bene.
"Grazie mille per oggi,Alex. Sei stato molto chiaro e premuroso."
Queste parole mi uscirono spontanee, non erano forzate oppure studiate.
Mi sentivo in un modo diverso insieme a lui,sentivo questa aura chiara che circonda la mia anima. Oh mio Buon Dio, cosa darei per poter rivedere quel sorriso così bello, così leggiadro, così...puro.
"Il piacere è tutto mio,Emma. Sei molto intelligente e lo studio non è un problema per te, devi solo cercare di stare più calma."
Alla fine, ci avviammo verso l'uscita e insieme decidemmo di andare al karaoke, come negli anime giapponesi.
Il Karaoke stava per chiudere ed eravamo in ritardo, ma appena arrivati vidi questa creatura misteriosa nascosta tra gli alberi. Riconobbi quella creatura quando ormai il suo sguardo penetrante bloccò il mio. Quello era il diavolo in persona. Capelli castani, occhi scuri e la sua voce, mi fece più male di uno sparo.
"Chi è questo ragazzo?" mi chiese rivolgendo uno sguardo minaccioso ad Alex.
"Lui è un mio amico, tu piuttosto cosa vuoi?" non riuscivo a rimanere calma di fronte a lui. Colui che mi ha quasi uccisa.
"Emma,mia cara-"
"Senti Aaron, non lascerò che la tua presenza mi rovini la giornata come hai fatto con gli ultimi 12 anni della mia vita, brutto stronzo."
Me ne andai tenendo Alex per la mano, non avevo proprio voglia di vedere Aaron.
Svoltato l'angolo mi scusai con lui per averlo messo a disagio.
"Scusami Alex, probabilmente sei rimasto a disagio di fronte a come mi sono comportata con quel ragazzo-"
"Non devi assolutamente scusarti, voglio solo sapere cosa ti ha fatto e se dovesse rifarlo potrei fare qualcosa che non si aspetta."
Che cosa curiosa ha appena detto. In fondo non siamo così diversi.
"Be' lui mi ha seguita per anni finché non l'ho scoperto e gliel'ho rinfacciato. Mi aspettava sempre davanti a casa e pensare che non gli avevo nemmeno detto dove abitavo."
"Cavolo, mi dispiace tanto" mi disse guardandomi dritta negli occhi "sei così bella che lo farei anch'io se solo non fosse una cosa preoccupante."
Il mio cuore sussultò come non aveva mai fatto prima. La mia dottoressa mi aveva detto che soffrivo di depressione,ciò significa che un individuo proverà emozioni solo in parte perché ciò che prevale è la tristezza.
E' così che mi sono sentita per tutti questi anni, molti ragazzi c'hanno provato spudoratamente con me ma mai nessuno era riuscito a farmi battere il cuore e a farmi sentire come faceva lui.
"Probabilmente ti senti spaventata adesso, che ne dici di venire da me? Se ti va ovviamente."
Mi ha invitata a casa sua? Questo è il giorno migliore della mia vita.
"Va benissimo,certo che voglio." gli risposi con un sorriso a 32 denti che per la prima volta nella mia vita non era forzato>>.

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