Capitolo 7

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Emma

<<Mi fece accomodare in una stanza molto spaziosa, con le pareti grigie e la moquette grigia scura. Di fronte al letto, rigorosamente grigio, vi era una finestra gigantesca dalla quale si poteva vedere tutta Chicago.

Continuai ad osservarlo mentre si avvicinava lentamente al letto mentre il suo gatto, con un balzo, si sedette vicino a me e cominciai a muovere la mano sinistra su tutto il suo pelo bianco.

"C'è un problema" disse con un frusciò quasi sottomesso.

"Ho solo questa camera da letto, però se vuoi posso dormire sul divano".

Rimasi quasi spiazzata dalla sua affermazione, anche se non mi dispiaceva dormire insieme a questo bellissimo ragazzo.

Una sensazione di calore prese il controllo e cominciai ad immaginarlo senza maglia e in boxer che se ne stava accoccolato vicino a me nel letto.

Basta.

Dovevo darmi un contegno.

"Per me non è un problema se dormi nel letto" cominciai.

"Mi dispiacerebbe se il proprietario di casa dormisse sul divano mentre un'estranea prende d'assalto il suo lussuoso letto.
Potresti avere problemi di cervicale e a me dispiacerebbe un casino" conclusi.

Non volevo sembrare inopportuna a dormire con un estraneo, però se ci penso non eravamo più estranei.

Esattamente, cos'eravamo?

Amici?

Conoscenti?

Volevo così tanto poter essere importante per lui quanto lui lo era per me.

Vorrei poter tornare a quei momenti insieme.

Mi pento del fatto che quei momenti non torneranno più.>>

<<Potresti continuare con la storia senza perderti? Sono ore che siamo qui!>> disse la "carcerata" della quale mi ero di nuovo completamente dimenticata.

Detesto quando le persone mi interrompono.

<<Vuoi saperlo o no? Perchè se continui ad interrompermi la smetto>> le risposi seccata.

<<Va bene scusa, però manca ancora molto alla parte del massacro?>>

Questa domanda mi sorprese.

Massacro?

Io?

Mai.

<<Dicevo.

Riuscì a convincerlo a dormire con me, anche se con una barricata di cuscini in mezzo che mi impediva di vederlo ma non di sentirlo russare.

I giorni seguenti io e lui ci avvicinammo sempre di più, costruendo un legame sempre più forte.

Ci vedevamo quasi tutti i giorni e li trascorrevamo viaggiando per posti nuovi ogni volta.

Per tutti quei viaggi eravamo sempre solo io e lui... o almeno, fino a quel giorno.

Era Maggio ma già si sentiva il caldo in arrivo.

"Al mare?" gli chiesi incuriosita.

Mi aveva invitata ad andare al mare con i suoi amici, diceva che c'era una spiaggia libera chiamata Oak Street Beach e secondo lui era una delle spiagge più belle.

Il panico cominciò ad assalirmi pensando al fatto che mi avrebbe vista in costume per la prima volta.

D'altra parte non riuscivo a trattenere l'emozione al solo pensiero che vedrò Alex in costume da bagno, potrò osservarlo senza sembrare una maniaca.

"Sì, ci sono anche dei miei amici e mi piacerebbe tanto se li conoscessi..se ti va puoi pure invitare una tua amica."

L'entusiasmo si spense pensando alla mia unica amica, Stassie, che era innamorata di Alex da qualche anno.

Ma cosa stavo facendo?

Lei dovrebbe essere al mio posto, non io.

Lei dovrebbe essere felice con lui,non io.

All'improvviso mi tornarono a galla tutte le cose che mi aveva fatto nel corso di questi 4 anni.

La stessa persona che mi aveva sbattuta fuori di casa per avere un po' di tempo -intimo- con il suo ragazzo dell'epoca (nonostante le piacesse Alex).

Non aveva idea di come mi aveva fatta sentire, di come mi aveva fatto male.

La mia unica amica.

Decisi che l'avrei invitata lo stesso.

Deve vedere come mi struscio contro Alex, quella troia.

Speriamo le crei lo stesso dolore che ha creato a me in questi 4 anni.

"Ti dispiace se invito la mia amica Stassie?" gli chiesi.

Non vedevo l'ora di farla pagare a Stassie per ciò che aveva fatto, chissà cosa proverà quando mi vedrà con lui.

Le si spezzerà il cuore?

Non mi parlerà più?

Mi urlerà in faccia?

Onestamente non me ne frega niente, che faccia quello che vuole.

Sarà una bellissima giornata.

"Certo, invitala pure" mi rispose contento.

Annuì e presi il telefono digitando il numero della mia amica, recitai la parte della brava persona così che non avrebbe sospettato nulla.

Dopo 5 squilli (come sempre) ella rispose.

"Ciao Stassie, oggi vado al mare con degli amici. Ti andrebbe di venire? Ci terrei tanto se ti facessi viva e mi degnassi della tua presenza" esclamai alzando il mento come una snob.

"Ehm, ciao Emma. Va bene, vengo." disse dopo qualche secondo di silenzio.

La prima parte del mio piano era andata bene.

Ora era il turno della seconda.>>





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Spazio autrice:

Spero vi stia piacendo questa storia.

Alex è un patato ><

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