Capitolo 6

36 4 0
                                    


Alex

<<Vi prego, ditemi cosa sta succedendo.>>

Mi sento così infuriato, non capisco chi possa aver fatto una cosa del genere.

Non ho mai fatto del male a nessuno e praticamente non avevo nemici.

Forse è stato quel tipo dal benzinaio, forse si era arrabbiato per quei due centesimi che non gli avevo voluto dare perché "praticamente inutili".

Oppure il postino, quell'ingrato che metteva i miei pacchi, sottolineo i miei pacchi, nella casa della vicina Margaret. Lei se li teneva sempre finchè non gli ho urlato di darmeli.

Fatto sta che volevo saperlo e non avrei messo piede fuori da quel maledetto ospedale finché non avrei scoperto l'artefice di quel atto tanto spregevole.

Anche se non potrei muovermi da qui comunque dato che sono bloccato in questo maledetto ospedale, legato ad un tubo.

<<Ditemi subito chi è stato o->> un'infermiera carina mi interruppe sbattendo forte la porta d'ingresso alla mia "sala operatoria".

<<L'altra paziente ha preso coscienza!>> urlò euforica lasciando tutti senza parole.

<<Di chi state parlando?>> cercai di farmi sentire nel caos che si era appena creato lì dentro.

<<Una paziente che è rimasta colpita dalla stessa persona che ha sparato a te ha finalmente preso coscienza.>>

Un'altra persona era stata colpita da quell'essere?

Poverina.

Come può una persona essere così spietata da tentare non uno, ma ben due omicidi nello stesso giorno?

Non riesco a capacitarmi della cosa.

<<Come si chiama la vittima?>> chiesi incuriosito.

Vorrei poter mostrare a quella persona che le sono vicino e che le stesse cose sono successe anche a me.

In qualche modo siamo legati.

<<Jennifer Lee, è stata colpita da una mazza da baseball alla tempia. Quella povera ragazza è stata in coma per qualche mese, proprio come te.>>

Ad un tratto le mie gambe non riuscivano a reggere il peso del mio corpo e crollai a terra. Sentivo un vuoto dentro susseguito da una rabbia innata.

Quel nome riportava alla luce molti ricordi:

Il mio primo amore, la mia prima ragazza, la prima ragazza alla quale ho detto "ti amo".

Non potevo credere a una cosa del genere, sapevo solo che quel mostro doveva pagare per ciò che aveva fatto. Chiunque fosse. L'avrei ucciso.

D'un tratto ricordai che mi trovavo in un ospedale e che intorno a me c'erano dei medici che non riuscivano a trattenere l'emozione nel sapere che una loro paziente era finalmente sveglia.

Cominciarono a correre fuori dalla porta senza accorgersi che io fossi lì, a terra, sotto i loro piedi.

Ma non mi importava.

Dovevo scoprire chi ha compiuto questo gesto.

Cercai di reggermi sulle braccia tremanti e mi tirai su.

Attraversai la stanza barcollando come un ubriacone, dai miei occhi tutto girava e una sensazione di nausea mi colpì dritto in faccia.

Arrivai alla porta di un'altra sala operatoria con una targhetta con scritto "stanza 0012" e mi aggrappai all'estremità della porta per non cadere a terra.

Pensavo di essere pronto a vederla, ma quando la vidi fu come se un tir mi avesse preso in pieno.

La vidi lì su quel piccolo lettino bianco e anche lei aveva un tubo legato al braccio sinistro. I suoi occhi marroni privi di vita scrutavano tutte quelle persone intorno a lei e un brivido mi corse per tutta la schiena.

Mi accasciai a terra, cedendo al forte impatto, e mi trascinai,fino al suo lettino, con le unghie. Mi sentivo come un bambino che ancora stava imparando a camminare.

La mia piccola Jenny, la ragazza che mi era stata vicino nel periodo più buio, era lì, impaurita di fronte a tutte quelle persone, a quella luce bianca puntata sui suoi occhi da cerbiatto.

Tutti parlavano ininterrottamente, sembravano come dei gabbiani di fronte ad un granchietto, su una spiaggia stracolma di conchiglie e sassolini.

Una rabbia dentro di me premeva per uscire, come la lava incandescente che aspetta in un vulcano che sta per eruttare.

<<ADESSO BASTA!>> riuscì ad urlare con tutto il fiato che avevo in corpo.

Feci un respiro profondo.

Poi ripresi a parlare.

<<Diteci chi ci ha sparato>>.


-----------------------------------------------------------------

spazio scrittrice:

Ciao a tutti! Spero vi stia piacendo la storia finora.

Questo capitolo è un po' cortino ma tenete a mente che l'ho scritto in classe (very professional).

Spero stiate capendo qualcosa, la mia scrittura non è il massimo.

A presto con il prossimo capitolooooo!!!

𝔗𝔦 𝔄𝔪𝔬 𝔇𝔞 𝔐𝔬𝔯𝔦𝔯𝔢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora