Capitolo 8

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Alex

Questo è un giorno particolare:

le infermiere hanno concesso a me e a Jenny di prendere una boccata d'aria sul balcone.

Finalmente posso guardare il panorama, il meraviglioso cielo di Chicago.

Il balcone mi faceva tornare in mente la finestra della mia camera, così grande e bella.

Non che il balcone fosse altrettanto bello, però non posso lamentarmi.

Sono così grato di essere sopravvissuto a quell'attacco a sangue freddo che tutte le cose che mi dona l'ospedale valgono tanto quanto una pepita d'oro.

Mi ritengo molto grato ma soprattutto molto fortunato di avere Jennifer con me.

Nonostante il nostro rapporto non sia dei migliori, almeno non ci prendiamo a pugni.

Anzi, ammetto che siamo migliorati stando qui in ospedale insieme.

Abbiamo superato molte difficoltà insieme e questa sarà una di quelle.

<<Si sta facendo molto caldo, peccato che non possiamo andare al mare>> disse con un filo di voce osservando un punto indefinito in basso.

<<Già, è da parecchio che non vado al mare. Non ricordo nemmeno l'ultima volta che ci sono andato>> le confessai imbarazzato.

Non riuscivo a ricordare proprio nulla, a parte lei.

Appoggiò le sue braccia contro la ringhiera del balcone, osservando il cielo con aria confusa e seccata.

<<Chissà perché i dottori non vogliono rivelarci chi ci ha sparato.

Deve esserci sotto qualcosa>>osservò.

In effetti è vero, voglio troppo sapere chi si nasconde dietro a quel evento.

Vorrei poterla confortare e farle capire che non è sola.

Siamo noi due contro questo misterioso anonimo.

Ho bisogno di saperlo, ho bisogno di capire chi è quel bastardo senza pudore.

<<Già, vorrei tanto saperlo anch'io.>>

Voltai lo sguardo verso di lei.

<<Era da tanto che non ci vedevamo>>, lasciai che fu la mia bocca a muoversi da sola.

Lei mi guardò.

<<Ti sembra il momento?>> sbottò infastidita.

Ha ragione, non è il momento di parlare di altro mentre noi siamo qui e non riusciamo a ricordare nulla.

<<Scusa>> le dissi con voce tremolante. Avevo così tante domande da farle.

<<Secondo te il "killer anonimo" è uomo o donna?>> chiesi.

I suoi occhi non si mossero dal panorama.

<<Non so perchè ma ho la sensazione che sia una donna. Delitto d'amore, possibilmente.

Hai fatto strage di cuori dopo avermi lasciata?>>

La sua freddezza mi ferì però almeno avevamo una possibilità.

E se davvero fosse stato un delitto d'amore?

Non ricordo di essermi messo con nessuna dopo di lei, però la sua affermazione mi fece dubitare.

<<Io non ricordo di aver conosciuto un'altra. Tu ricordi qualcosa?>> le chiesi.

<<Non ricordi? Ti sei messo con quella ragazza: Emma.>>

Emma? Perchè questo nome mi sembra così tanto famigliare?

<<Emma chi?>> chiesi.

Ora voglio proprio sapere.

<<Emma Jackson. Seriamente non ti ricordi di tua moglie?>>

L'aria mi mancò.

Moglie?

Io?

Il mio cuore cominciò a rallentare e dalle orecchie non sentivo più niente.

Uno strano caldo mi mangiò vivo e non potei fare altro che far uscire respiri sonori dalla mia bocca.

<<Oh mio Dio, stai bene Alex?>> riuscì a scorgere in mezzo a tutto quel baccano che il mio cuore prese a fare.

D'improvviso il cielo si fece più scuro e le mie gambe sempre e sempre più leggere.

Trovai il sollievo solo quando la mia schiena avvertì la superficie dura del pavimento.

Buio.

Buio più totale.

L'unica cosa a cui sto pensando ha un nome e si chiama Emma.

Mia moglie, a quanto pare.

Come potevo essermi dimenticato della donna che mi ero promesso di amare per l'eternità?

Non ricordo nemmeno le promesse che le ho fatto e quando le ho chiesto la mano.

Ricordo solo il suo nome.

Sono un marito orribile.

No!

Io devo cercarla.

Io devo ricordare il colore dei suoi occhi, dei suoi capelli.

Io devo trovarla per potermi ricordare tutto.

Starà bene?

Sarà sicuramente turbata.

IO. HO. BISOGNO. DI. LEI.

Emma, verrò a cercarti.

Tuo marito sta arrivando.

𝔗𝔦 𝔄𝔪𝔬 𝔇𝔞 𝔐𝔬𝔯𝔦𝔯𝔢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora