Capitolo 1

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Due settimane dopo

I medici decidono di mandarmi a casa per farmi fare la convalescenza, il peggio è passato.
Ho solamente un braccio rotto, due costole incrinate e una distorsione forte al piede...gli esami, tac e tutte le altre cose sono tornate perfette.

Dopo tre giorni dal mio risveglio i dottori mi avevano spiegato cosa era successo perché io a parte quella macchina nera e quella voce, non ricordavo nulla. Mi avevano detto che era stata una macchina ad investirmi e mi aveva sobbalzato 20 metri avanti da dove avevo mollato i cani, avevo perso molto sangue, i sensi ed ero entrata in coma.
In poche parole ero stata miracolata, nel fatto di farcela perché tutti avevano quasi perso le speranze, ma non avevano mai mollato.

Quando entra mio fratello in camera lo saluto e gli dico <<Ma Molly, Cocò e Athena?>>
La mia preoccupazione sono i miei cani evidentemente perché speravo che non le avevano prese sotto, oltre a me.
<<Stanno bene, Gin. Sono a casa. Le hanno riportate dentro dopo che hanno chiamato l'ambulanza, perché il cancello del giardino era aperto>>
Dentro di me capisco chi può essere stato così dico a mio fratello: <<Appena lo rivedrò, lo ringrazierò>>.

I miei lavorano ogni giorno fino alla sera tardi perché hanno due lavori ciascuno. Mia mamma lavora in banca e alla sera fa la panettiera, mentre mio papà lavora come architetto e alla sera fa il portiere notturno. Mio fratello invece lavora come Medico sportivo.

Ogni tanto veniva a trovarmi, perché anche se aveva dei turni strani, fortunatamente era nella mia struttura ospedaliera. Oggi aveva la giornata libera infatti era venuto lui a prendermi per portarmi a casa.

Appena mi aveva visto, subito dopo averlo salutato, gli avevo chiesto dei cani e poi c'era stata la solita ramanzina, classica da fratello.
Mi aveva accolto con uno dei suoi abbracci spettacolari e aveva iniziato a farmi 800 mila domande, a chiedermi come stavo ogni 10 minuti e se me la sentivo di uscire ed affrontare tutto in una sedia a rotelle per un pochino perché dovevo fare delle riabilitazioni.

Sono le 11.30 e il primario è appena arrivato.
Ha in mano la mia cartella clinica e dei fogli con tutte le medicine, cure da seguire e visite da fare.
Ne ho una al mese per 4 mesi per accertare che vada ogni volta sempre per il verso giusto altrimenti ci saranno dei controlli da fare, ma più specifici.

Appena il primario vede mio fratello arrivare da fuori
,era andato un attimo a prendermi da mangiare, (mangiavo tantissimo 24 ore su 24 e fortunatamente consumavo anche troppo dati gli impegni che avevo) gli parla un secondo, ma lui non lo ascolta infatti mi dice: <<Allora come stai?>> 
<<Sto meglio, me lo avrai chiesto come minimo 10 volte da un ora che sei arrivato>>
<<Mi scusi, posso un secondo parlare con lei?>> chiede il primario a mio fratello.
<<Ah certo, mi dica>>
<<Ma lei è qualche parente? Perché abbiamo visto poca gente e ci sarebbero da firmare queste carte, ma essendo che la ragazzina è maggiorenne da poco dovrebbe farlo anche qualcun'altro>>
<<Si sono il fratello. Lavoro qua come medico sportivo da poco, quando finivo il turno venivo a trovare mia sorella, ma non c'era mai nessuno ecco perché non mi ha mai visto insieme a lei>> e firma le carte di dimissione.

Nella prima settimana d'ospedale ero rimasta in sala di rianimazione, mentre nella settimana seguente ero in una camera da sola, per me era stato un incubo perché nessuno mi faceva compagnia nemmeno la tv perché non c'era e io il telefono lo usavo molto poco.
Uno alla volta potevano venirmi a trovare e nei vari orari di visite, ma a parte mio fratello e altre mie amiche nessuno avevo più visto. Tante volte dormivo e forse non me ne rendevo conto che veniva qualcuno, magari erano venuti anche i miei...ma essendo che lavoravano e non avevano molto tempo libero se venivano non mi accorgevo. Oramai sto crescendo con mio fratello.
<<Grande considerazione e preoccupazione la gente aveva su di me>> penso.

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