Capitolo 9.

242 18 5
                                    

What will become of us?

Fece scattare la serratura silenziosamente sperando di non svegliare Oliver che dormiva come un bambino avvolto nel piumone.

Si sedette sulla cassapanca e si mise a guardare fuori dalla finestra; una debole luce illuminava il paesaggio circostante e lo rendeva qualcosa di mistico, fiabesco. Restò a fissarlo per qualche istante poi decise di mettersi a scrivere qualcosa. Lo faceva sempre, ogni volta che si sentiva in collera con il mondo prendeva un pezzo di carta, una penna e iniziava a buttar giù tutto quello che le passava per la testa. Avrebbe potuto scrivere per ore quella notte, ma la stanchezza si sarebbe impadronita di lei dopo appena mezz'ora.
Teneva stretta la penna tra le dita, scriveva e poi tornava a fissare il paesaggio, beveva un sorso d'acqua e ricominciava. Tutto così meccanico, sistematico.
Se potessi solo sapere il perché mi stanno tagliando fuori così
Sospirò. Uno di quei sospiri che sprigionavano una malincolia tale da riempirne l'aria.
Ripose carta e penna sulla scrivania e si accoccolò accanto ad Oliver.
Senza di lui sarei davvero persa ora come ora.
Ed era vero, persino la sua migliore amica le stava mentendo e quale fosse il motivo non era ancora chiaro.
Fissò il volto del ragazzo illuminato dalla pallida luce della luna, i lineamenti così delicati, i capelli che gli ricadevano sul viso e quel corpo completamente tatuato la fecero sentire per la prima volta, dopo giorni, a casa.
Gli accarezzò il volto con il dorso della mano

grazie Oli, per essere qui, chiuse gli occhi e si addormentò.

***

Il mattino seguente Austin si alzò di buon ora e chiese cortesemente alla signora Audrey se sarebbe stato possibile fare una passeggiata nei dintorni dato che aveva smesso di nevicare da ormai quarantotto ore.

- Oh caro, si penso possiate uscire un po', credo possiate addirittura raggiungere la valle oggi però badate di tornare prima del tramonto perché dopo escono i lupi e saranno molto affamati! - si raccomandò la signora.
Audrey era una donna semplice, minuta e magrolina, i capelli bianchi e ogni occhi color nocciola con uno spiccato senso dell'umorismo. Aveva la passione di fare l'albergatrice; infatti aveva due hotel giù a valle che gestiva col figlio minore e sua nipote ma dopo la morte del marito aveva messo a disposizione anche la loro grande villa su in alta montagna dove adesso alloggiavano i diciassette ragazzi. Era una casa spaventosamente enorme, ma Audrey non aveva più voluto viverci, non senza Charles.

- D'accordo Signora Audrey. La ringrazio per la sua disponibilità -

Dopo una decina di minuti si erano alzati anche Lee, Jordan, Alan e Tino.

- Novità? - chiese Alan all' amico

- Possiamo scendere a valle oggi! - esclamò questo entusiasta della notizia. Anche gli altri ne rimasero affascinati, in fondo da quando avevano messo piede in quella casa non erano mai potuti uscire.

- Qui ci vuole una super colazione! - esclamò Lee mentre gli altri andarono a svegliare in resto della banda.
Pian piano tutti raggiunsero la cucina, chi assonnato, chi arrabbiato per essere stato svegliato, chi invece non aveva dormito molto bene per l'episodio della sera precedente.

- Buongiorno! - salutarono raggianti i due cuochi, Aus e Lee.

- Buondì - rispose qualcuno - quindi scendiamo a valle oggi? - chiese infine Johnny

- Per chi ha voglia naturalmente - rispose Austin.
All'appello però mancavano ancora Oliver e Brandy.

- Fel va a svegliare i piccioncini che altrimenti facciamo notte - scherzò Brian poi si ricordò della litigata della sera prima - Ehm ripensandoci è meglio che vada qualcun'altro -
Nicholls si offrì dato che disse che doveva scambiare anche qualche parolina con l'amico.

Alcohol, cigarettes and love lostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora