Parte 26 Lei ha delle intenzioni

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"Avanti, non fare la bambina."

"Non sto facendo la bambina. Affatto. Semplicemente non mi sento bene."

Filippo mi squadra perplesso, le sopracciglia sollevate. Sono completamente infagottata dalla coperta, sul divano, e può vedere solamente i miei occhi (lo so, fa molto caldo, siamo a luglio. Ma devo fare un po' di scena).

Voglio dire, sto davvero male. Sono incinta, incintissima, accidenti. I miei piedi sono talmente gonfi che dovrei andare a spasso scalza. Niente a che vedere con i sandaletti leggeri e sexy che sicuramente Elena indosserà al nostro appuntamento. E questo non c'entra assolutamente nulla con il fatto che non voglia uscire di casa, oggi. Sto davvero male.

"Marta, coraggio. Non vuoi trovare una casa per noi, prima che il bambino nasca? Non eri tu ad avere tanta fretta?"

Sbuffo, chiudendo gli occhi. Sì, è vero. Abbiamo maledettamente fretta. Quando il bambino nascerà, non avremo tempo per nessun altro pensiero che sia la sua e la nostra sopravvivenza, temo. Per questo vorremmo tanto decidere dove andare a vivere prima che venga al mondo.

"E va bene.", esclamo rassegnata. Con un gesto rapido mi scopro completamente e mi sollevo goffamente, mentre Filippo mi tende una mano. Dio, devo essere davvero inguardabile ai suoi occhi. Come può ancora desiderarmi? Come può guardare quel fuscello che è Elena e pensare di voler continuare a stare con me?



"Si può sapere che cos'hai?"

Filippo bisbiglia al mio orecchio ma sento che in realtà vorrebbe praticamente urlare. Lo osservo di sottecchi, cercando di non farmi notare da Elena, a qualche metro da noi, che spalanca le finestre del salone e fa proiettare una luce accecante sul parquet.

"No, no, niente. Perché?" gli domando sempre sottovoce, la fronte imperlata di sudore e gli occhi strabuzzati.

"Perché continui a stringermi la mano?"

Osservo la mia mano destra stretta contro quella di Filippo, la sta praticamente arpionando. La lascio andare di scatto e mi allontano nervosamente di qualche centimetro. Cerco di riscuotermi, sorridendogli con ostentazione.

"Ehm... è che sono molto emozionata. Tutto qui." Concludo con un sorriso che spero essere molto convincente. Filippo corruccia la fronte titubante, poi si avvicina ad Elena per guardare il panorama fuori dalla finestra. Lo raggiungo immediatamente e mi posiziono al suo fianco, scattando come una molla.

Dio, Elena ha un fisico così perfetto. Gambe lunghe e sinuose, una leggera abbronzatura, capelli così sbarazzini, naturali...

Se volesse consolarsi in qualche modo...

Le parole che le ho sentito pronunciare l'altra sera mi balzano in mente dandomi una scarica elettrica. Mi trovo a cercare nuovamente la mano di Filippo e stringerla forte, trattenendo il fiato. Lui si volta verso di me di scatto, con un'espressione stranita, scuotendo la testa.

"Ehm... Elena, scusaci un momento, per favore."

Guardo la nostra agente immobiliare con il sorriso più costruito di cui sia capace, e mi allontano trascinando un Filippo disorientato dietro di me, diretti sul balcone.

"Marta, cosa...-"

"Ascoltami, Filippo." Gli prendo entrambe le mani e lo fisso negli occhi, sentendo un nodo stringersi alla mia gola. Oh, dio, lo amo così tanto. Non posso pensare a quella donna mettere le grinfie su di lui. "Devi stare attento, ad Elena."

Filippo mi guarda senza cambiare espressione, perplesso, smarrito. "Come, scusa?"

"Devi stare attento. Lei ha... delle intenzioni, con te."

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