I più forti.

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Quella fu una giornataccia per Geto.
Il professor Yaga, dopo avergli fatto un rapido ripasso di cosa fossero gli Jujutsu, cosa significasse essere divisi per stregoni di 1º - 1º inferiore 2º e così via, aveva voluto mettere subito alla prova le abilità del ragazzo.
Questo voleva dire che Geto avrebbe dovuto ingerire delle maledizioni.

Purtroppo Suguru aveva già vissuto quell'esperienza prima, non saprebbe dire cosa gli ha detto la testa, la prima volta che è riuscito ad ingoiare uno spirito maledetto vagabondo. Ma ricordava distintamente il sapore di quell'orribile creatura.

"È come ingerire uno straccio pieno di vomito e escrementi."

Era riverso sul prato, tossiva rumorosamente e si stava sforzando per cercare di non vomitare ancora.

-Andiamo ragazzo, devi cercare di essere più forte!
Questo è ciò che dovrai fare per la vita.
Esorcizza, assimila.

ESORCIZZA, ASSIMILA, ANCORA E ANCORA.

La voce del professor Yaga si amplificava nella testa di Geto mille volte.
Gli occhi lucidi dal dolore, le guance rigate dalle lacrime.

ESORCIZZA
ASSIMILA.

-Devi impegnarti se vuoi essere il più forte, questo mondo è pericoloso e crudele, adesso ne fai parte anche tu.

A Geto francamente non fregava niente di essere il più forte, tanto c'era già qualcuno che deteneva quell'onere, e che a quanto pare se lo portava addosso come una medaglia da sfoggiare alla prima occasione.

Lui voleva soltanto vivere con persone come lui, che l'accettassero, ma più di tutto, in quel momento desiderava solo che la nausea passasse.

—-

Dopo circa mezz'ora il dolore sembrava essersi attenuato, il disgusto un po' meno.
Il professor Yaga gli diede una pacca sulla spalla, ed ebbe un lieve tic all'angolo della bocca, (Quell'uomo non era abituato a sorridere a qualcuno).

-Ragazzo, prima ti abitui a questa cosa meglio sarà.
Per adesso riposati, vai a prendere qualcosa ai distributori.

Geto annuì, e dopo aver dato una rapida pulita alla sua divisa, sporca di terra e erba si diresse verso i distributori automatici.

Selezionò una lattina di coca cola, e aspettò che la macchinetta la erogasse, quando delle voci attirarono la sua attenzione.
La prima era certamente quella del professor Yaga.

-Sapevo che saresti stato una piaga, ma ti metterò in riga.
La lezione è iniziata oltre un'ora fa.

-Beh, ho sei occhi, tre facevano fatica a svegliarsi stamattina.

Geto si voltò a guardarli, in particolar modo il suo compagno di classe, che non sembrava per niente intimorito dalla figura del maggiore.
Inoltre Suguru ricordava bene di averlo intravisto poco prima di entrare in giardino col professor Yaga. Gojo era intento nello svolgere la sua attività preferita, attirare l'attenzione.
Le ragazze dell'istituto gli morivano praticamente dietro, i ragazzi lo evitavano, etichettandolo come "Dio sceso in terra".
E Gojo faceva ben poco per dissipare quelle voci su di lui, anzi, sembrava marciarci sopra.

-Sentimi bene, signorinello, questo non è un resort, non sei in gita, domani ti voglio a lezione puntuale.

L'albino sbuffò, e alzò gli occhi al cielo.
Geto lo trovava estremamente irritante, chiaramente quello stupido privilegiato si credeva superiore a tutti.

-Posso entrare in classe, adesso?

-No! Adesso passi la lezione fuori la porta!

E glie la sbatté in faccia.

Ima demo ao ga sundeiruDove le storie prendono vita. Scoprilo ora