"Circondati di tanti amici Suguru, o resterai solo per sempre."
I suoi genitori gli ripetevano questa frase come una preghiera, e Suguru ci provava, davvero.
Ci aveva provato alle scuole elementari, quando timidamente cercava di approcciarsi ai bambini della sua classe.
Ci aveva provato anche alle medie.
Era indubbiamente un ragazzo un po' asociale, sicuramente un tipo timido. Ma non era colpa sua se gli altri lo evitavano, non volontariamente almeno.
Non aveva scelto lui di essere uno stregone.
I suoi genitori non lo erano, i suoi vicini di casa neanche, e non lo erano nemmeno quelli che erano stati suoi compagni di classe.
Suguru era speciale, e lo sapevano tutti, questo aveva fatto si che il ragazzo fosse escluso dai più, lo guardavano in maniera strana, alcuni dell'alto in basso.
Lo trattavano come fosse una specie di fenomeno da baraccone, e questo aveva reso Suguru ancora più introverso.Col passare degli anni si era rassegnato all'idea che nessuno avrebbe voluto essere suo amico, nessuno avrebbe sofferto quel senso di solitudine tale da comprendere come Suguru si sentisse.
Chi mai l'avrebbe potuto amare, e accettare per ciò che era.Si guardò rapidamente allo specchio, chiedendosi come mai tutti lo evitassero.
Non si poteva di certo definire un brutto ragazzo, anzi!Aveva dei lunghi capelli raccolti con cura in una crocchia, gli occhi leggermente tirati, di un bel colore viola, era alto e magro, anche se il suo corpo si notava poco, perché indossava sempre degli abiti molto larghi.
I suoi pensieri vennero dissolti dalle grida di sua mamma al piano inferiore, così scese rapidamente le scale, per raggiungerla in cucina.
-SUGURUUUUUU, MI ASCOLTI?!?
-ARRIVO MAMMA!
Ripose il ragazzo, sbuffando.
Ovviamente la ignorò ancora, si mise ad armeggiare con un croissant, su cui accuratamente stava spalmando del burro di arachidi, mentre la donna alle sue spalle cercava di attirare la sua attenzione.-C'è un istituto di arti occulte a Tokyo!
Disse sorridente sua madre mentre armeggiava al computer.
-Uh?
Rispose il giovane, spostando con la mano destra la ciocca di capelli che, come di consueto gli cadeva davanti al viso.
La donna si agitava da dietro lo schermo, faceva segno con la mano a suo figlio di avvicinarsi.
-Guarda ! C'è una scuola di arti occulte.
-Che roba è?
Non che non apprezzasse i tentativi di sua madre, ma ormai il povero Suguru era stanco di frequentare corsi di basket, di nuoto, di pittura, di pianoforte, corsi di recupero a scuola, o qualunque altra cosa avesse lo scopo di creare "vita sociale".
-MI STAI ASCOLTANDO?!
Il ragazzo tornò alla realtà, e corrugò la fronte.
-Che altro ti sei inventata mamma?
Pensavo che dopo aver dato fuoco alla cucina, nell'ennesimo corso a cui mi hai iscritto ti fosse passata la voglia di cercare.La donna sbuffò con rassegnazione ripensando a suo figlio che nel tentativo di fare un'omelette, diede fuoco ad una delle due presine che aveva utilizzato per prendere la padella.
-Guarda, questa non è la solita cosa, ci sono altri ragazzi come te lì, altri Jujutsu!
-E secondo te questo cambierebbe qualcosa?
-Beh, almeno lì avrai la conferma che non riesci a socializzare solo perché sei un orsone apatico.
Gli rispose prontamente la donna sorridendo.
Suguru le sorrise di rimando.
Non era così entusiasta all'idea, forse si era abituato a questa cosa che solo lui era "diverso", però effettivamente quella poteva essere un'occasione,
Sprecarla sarebbe stato un vero peccato.
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Ima demo ao ga sundeiru
Fiksi PenggemarVolevo dare una seconda possibilità ai miei due ragazzi preferiti, ma prima, dovremo passare dalla storia principale (con le dovute modifiche, e avvenimenti importanti). Ci saranno degli spoiler della serie principale più avanti, quindi attenzione s...