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La vita nelle Outer Banks è paragonabile ad un sogno; paesaggi da film, cene a lume di candela, party, champagne e partite di golf, ma questo solo se sei nato dalla parte giusta.
«Barry» urlai euforica sorpassando la porta di casa dello spacciatore senza neanche salutare
«bellezza cosa ti porta qui?» si leccò le labbra osservando il mio corpo esser coperto solamente da una canotta e un pantaloncino di jeans, quel ragazzo era un viscido e sapevo che segretamente sognava di portarmi a letto ma vendeva la roba più buona di tutta Kildare
«solo il bisogno di un po' d'erba» mi appoggiai al bracciolo della sua poltrona guardandolo con occhi leggermente assonanti
«a tuo servizio» si alzò per poi passarmi una bustina trasparente
«sei il migliore» lo indicai e mi fece un occhiolino seguito da un sorriso che metteva in mostra il suo dente d'argento
«stasera ti vedrò?» si riferì alla festa in spiaggia
«e secondo te per cos'è? non ce la farei a sopportare quelle facce di merda dei kooks tutte nello stesso momento» risi, feci per aprire la porta ma qualcuno mi precedette
«tipo lui» squadrai da capo a piede Rafe Cameron, la feccia dei ricchi, un drogato con la puzza sotto il naso
«sta zitta pogue» si attaccò al mio
petto con fare intimidatorio
«non fai paura a nessun country club» gli risi in faccia
Me ne andai senza neanche voltarmi, odiavo quel tipo e più l'isola era piccola più speravo di non incontralo.
«dov'eri finita?» aprì le braccia JJ steso sulla poltrona di casa di John B
«ho recuperato un po' di spasso per stasera» gli sventolai la bustina trasparente in viso
«sei la migliore» mi posò un casto bacio sul collo lasciando poi scivolare la sua mano sul mio sedere
«dai che c'è Pope» lo allontanai ridendo
«Pope vuoi unirti a noi?» urlò il biondo attirando l'attenzione del nostro amico
«no grazie ragazzi» alzò le sopracciglia tornando a leggere il libro di scuola
Io e JJ non stavamo insieme, non lo siamo stati e mai lo saremo stati. Siamo come fratello e sorella ma è capitato spesso che in momenti di pazzia la lussuria prendesse il sopravvento.
«Cassie, JJ smettetela» puntò l'indice contro noi due John B
«sei solo geloso» lo prese in giro l'amico
«si del coraggio che ha Cassie» ridemmo tutti
«non sono così male, potresti provare» fece un occhiolino all'amico che afferrò una lattina di birra e gliela lanciò addosso
Quando arrivammo alla spiaggia erano già tutti lì, sballati e ubriachi, il mio vestito era decisamente troppo corto ma non era quello l'importante. Afferrai la mano a Kiara e la trascinai davanti al falò dove c'erano anche altre persone intente a scatenarsi.
«c'è Barry lo spacciatore che non ti stacca gli occhi di dosso» mormorò al mio orecchio la mora, alzai lo sguardo e lo salutai con la mano ricevendo come al solito un occhiolino
«che fai? non salutarlo» rise facendomi voltare dal suo lato
«zitta o non avremmo sconti sull'erba» ridemmo e ballammo fino all'arrivo di Pope
JJ aveva appena finito di rollare la canna che avrebbe smosso questa noiosa serata, l'afferrai e l'accesi ormai come da tradizione.
«che Pope sarai questa sera?» Kiara passò l'erba al ragazzo che però rifiutò con il capo
«il Pope noioso» dicemmo in contemporanea scoppiando poi a ridere, John B ce la sfilò dalle mani e ne approfittammo per tornare a ballare
Le molteplici birre mischiate a vodka e altri alcolici iniziavano a farsi sentire e tutto intorno a me sembrava girare lentamente. Gli occhi erano tutti puntati su di me che mi muovevo a ritmo di musica senza avere alcuna concezione di ciò che mi stesse succedendo attorno, la testa mi girava e ovunque mi voltavo notavo due occhi ghiaccio puntati su di me. Sentì i miei fianchi esser afferrati da qualcuno che prese a strusciarsi prepotentemente contro il mio fondoschiena, quello sguardo persisteva sul mio corpo e sapevo cosa stesse pensando, lo stavo pensando anch'io. Quando ero strafatta e completamente ubriaca il pensiero di finirci a letto non era la peggiore idea che mi potesse passare per la testa.
«ma che fai?» a distrarmi da quei pensieri ambigui fu la spinta che mi diede una ragazza dai capelli rossi
«tieni a bada il tuo ragazzo, non è colpa mia se magari non si ritiene soddisfatto» risi ma ricevetti un'ulteriore spinta tale da farmi perdere l'equilibrio e cadere, mi alzi in fretta e feci per saltarle addosso ma venni bloccata dalle braccia di JJ che mi tennero i fianchi
«bravo tieni a bada la tua puttana» asserì un altro dei kooks che ormai conoscevamo fin troppo bene
Il pugno di JJ fu così veloce che sul momento non capì nemmeno il come Topper si ritrovò steso a terra con il naso sanguinante. Il un secondo Rafe e Kalce si gettarono sui miei amici in difesa del biondo che era ancora steso dolorante.
«lascialo stare» mi immischiai quando notai Topper alzarsi per scaraventarsi su Pope che cercava di dividere John B e Kalce
«non toccarmi sporca di una pogue» un secondo pugno gli arrivò dritto in viso ma stavolta da me
«andiamo» mi afferrò la mano Kiara obbligandomi a lasciare la festa per arrivare al nostro furgoncino
Mi voltai e la situazione era caotica, per un po' di movimento sembrava che da loro fosse arrivato il terremoto. Tra tutte quelle persone sotto gli occhi mi passò l'odioso riccone, notai il suo petto alzarsi e abbassarsi a causa dell'adrenalina e i suoi occhi guardami con odio per nascondere il sorriso complice che aveva in volto.
«quel pugno è stato fantastico» urlò John B voltandosi verso di me
«ne è valsa la pena» risi portandomi i capelli all'indietro
«sbaglio o Rafe Cameron ti ha guardato più del solito?» se ne uscì di punto in bianco sottovoce Kiara una volta sedute
Eravamo scappati da quella noiosa festa e come al solito solo dopo una rissa e qualche birra di troppo ci rendevamo conto che le serate migliori erano quelle a casa di John B davanti al fuoco. Osservai quest'ultimo, occhi persi ma comunque il sorriso sul volto, suo padre era scomparso in mare già da otto mesi, noi cercavamo di sostenerlo in qualsiasi modo ma le speranze iniziavano a diventare sempre più vane anche per noi.
«country club?» risi sorseggiando della birra
«sappiamo tutti che vorrebbe scoparmi» sussurrai per non farmi sentire dai tre ragazzi
«tutti vorrebbero scoparti Cassie» puntualizzò Pope lo guardai e alzai la lattina verso di lui
«hai ragione» annuì
«tipo io in questo momento» sussurrò il biondo al mio orecchio
Quando mi voltai verso di lui mi fece segno con la testa di seguirlo e non me lo feci ripetere due volte.
«ed eccoli che partono» mormorò stanca Kiara quando ci notò sgattaiolare verso l'interno delle camere
«ci scusiamo per eventuali rumori» sorrisi quando le forti braccia del mio migliore amico mi afferrarono i fianchi per posami a sacco di patate sulle sue spalle
La mattina il canto dei galli fu la prima cosa a svegliarmi, il sole mi arrivava dritto negli occhi e solo dopo notai di esser nuda tra le coperte, mi voltai e notai il biondo dormire ancora profondamente.
«buongiorno» mormorai osservando John B già attivo
«e che buongiorno» mi scrutò dalla testai ai piedi
«vi abbiamo dato fastidio?» mi sedetti sul divano aspettando che il padrone di casa mi porgesse una tazza di caffè
«assolutamente, Pope ci hanno dato fastidio?» scosse la testa prendendomi in giro
«ma no, assolutamente sarà che è venuto il terremoto» parlò l'amico intelligente
«è venuto il terremoto?»
JJ uscì fuori dalla stanza ancora mezz'ora addormentato e con solo i boxer bianchi addosso, risi per ciò che avesse detto contagiando anche gli altri due che iniziarono a prenderlo in giro.
«siete degli stronzi» li guardò male per poi soffermarsi su di me
«ecco la mia maglietta»
Amavo stare con loro, la mia era vita solo grazie a loro.

Die for you | rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora