fifteen

337 13 0
                                    

La sua voce era profonda, preoccupata e arrabbiata, anche se tra i due dovevo esserlo io.
«che fai qui sopra?» ripetè facendo un passo verso il mio corpo
Erano le quattro del mattino e ci trovavamo in mezzo al mare.
«sto fumando non vedi?» alzai la sigaretta sotto il suo sguardo che però era rivolto esclusivamente a me
«non parlami in questo modo» rise amaramente
Era serio?
«oggi hai detto quel poco di me ed io non dovrei parlati così? non sei mio padre» ripresi a fumare ignorandolo
Afferrò la stracca quasi finita e la gettò in mare sotto il mio sguardo arrabbiato.
«che problemi hai Rafe?» lo spintonai guardandolo in malo modo
«il mio problema sei tu» sputò con cattiveria
Feci un passo indietro schifata, non sapevo cosa dire.
«mi sei entrata in testa Cassie e non so più come farti uscire, il mio unico pensiero non è neanche più la coca» si portò le mani alla fronte
«odio quando JJ ti sta vicino, odio quando ti parla, odio quando ti guarda, odio quando dice il tuo nome» mi guardò
«io voglio te Cassie» parlò in un sospiro
«e voglio che tu desideri solo me»
Si portò le mani al petto con fare pietoso, dovevo smetterla di dargli corda con così tanta facilità. Feci per andarmene ma la sua grande mano bloccò il mio polso facendomi girare all'indietro. Non ebbi neanche il tempo di alzare lo sguardo che le sue labbra mi travolsero in un caldo bacio, uno di quelli di cui iniziavi a sentire la mancanza. Le miei mani come se fossero indipendenti presero ad accarezzargli i capelli. Le sue labbra scesero lungo il mio collo iniziando a succhiarlo e leccarlo con desiderio.
«quanto mi sei mancata» mormorò palpandomi un seno
Non sapevo cosa dire, qualsiasi parola sarebbe apparsa insulsa davanti a lui.
«cazzo» sussurrai quando sentì le sue dita entrare dentro di me senza nessun preavviso
Rise beffardo facendomi stendere sul freddo pavimento della nave, le sue mani vagavano sul mio corpo veloci e in un attimo la camicia a quadri volò chissà dove. Mi guarda con lussuria mentre veloce sbottonava la cintura dei suoi jeans.
«ti voglio Cassie» sussurrò
Era paradiso per me.
«fammi tua Rafe» ringhiai
«sei già mia cazzo» si fiondò sulle mie labbra in modo violento, le sue mani erano ovunque ed incuranti che chiunque avrebbe potuto vederci continuammo presi dalla foga
Si allontanò dal mio corpo soltanto per entrare dentro di me, sospirai, avevo quasi dimenticato quell'inesorabile piacere che mi provocava.
Era deciso, grintoso, pieno di vita, era mio.
«Rafe ti prego» urlai quando le sue mani afferrarono la mia vita per aumentare le spinte
«fa silenzio» rise soddisfatto portandomi una mano alla bocca
Alzai gli occhi al cielo sorridendo come una bambina, amavo come mi faceva sentire, amavo le sue mani sul mio corpo, amavo la
sua voce, amavo lui.
«ti amo Cassie»
Sarà stata l'adrenalina, starà stato il momento ma quelle parole erano state dette, in che modo non lo so e non so neanche con quale peso. Continuava a muoversi agilmente eppure nulla poteva distrarre la mia attenzione da quelle due parole. Il mio cuore batteva all'impazzata.
«ti amo Rafe» afferrai le sue guance dolcemente facendolo rallentare, prese a muoversi con dolcezza mentre una sua mano accarezzava i miei capelli
Quella volta era stata speciale, diversa dalla prima.
Eravamo stesi sul pontile abbracciati l'uno all'altro, c'era un piacevole silenzio e l'unico rumore era quello delle onde del mare.
«e adesso?» sussurrai
Non ne potevo più, non avrei potuto continuare a torturare la mia mente e soprattutto il mio cuore.
«adesso cosa?» al contrario di ciò che mi aspettavo rispose dolce
«tra me e te cosa c'è?» ci fu qualche attimo di silenzio poi parlò
«Cassie» si alzò con la schiena e lì il mio cuore prese a battere più veloce, mi alzai anch'io e lo osservai preoccupata, il vento mi spostava i capelli sul viso e quasi avevo il timore di aver sbagliato ancora
«cosa?» lo guardai tenere la testa bassa e lo sguardo perso
«Rafe?» continuò a non guardarmi
«Rafe cazzo, parla» lo spintonai ma niente, le lacrime minacciavano di uscire ma non potevo dargliela vinta
«mi hai davvero stancato, non ce la faccio più» mi alzai di botto facendogli finalmente alzare il volto verso di me
«non posso continuare a farmi scopare come una puttana mentre a te non frega un cazzo»
Me ne andai, non riuscì neanche a fare mezzo passo che la sua mano afferrò il mio polso. Mi baciò con una tale passione che però venne interrotta dal pugno di JJ che colpì in piena guancia il ragazzo.
«che fai?» urlai cercando di interrompere i due che presero a pestarsi
«che cazzo fate?»
«JJ lascialo» lo spintonai
Lo osservai torva, il suo viso era sporco di sangue e il suo petto si alzava e abbassava con pesantezza, i suoi occhi erano rabbiosi e si chiedevano il perché lo stessi difendendo.
«non puoi farti trattare così» lo indicò
Passai lo sguardo su di lui, era bello da morire, i capelli scompigliati, gli occhi stanchi e il sangue che gli riempiva la bocca.
«non sono fatti tuoi» risposi facendo per andarmene
«ah no? devo ricordarti tutto quello che lui e i suoi amici ci hanno fatto passare?» mi bloccai guardandolo quasi sul punto di piangere
«stavano uccidendo John B, hanno minacciato Kiara, riempito di botte me e massacrato Pope» urlò
Era vero, Rafe ci aveva fatto del male ma non riuscivo a ricordare i brutti momenti passati per colpa sua, non volevo ricordare.
«JJ sta zitto» mi voltai nuovamente ma stavolta il mio polso venne afferrato dalla sua mano
«sai che ho ragione non dirmi di stare zitto» urlò ancora
«non la devi toccare» lo colpì con un pugno Rafe
Ero stanca, stanca di loro e di come reagivano per ogni minima cosa che abbatteva di un minimo la loro virilità.
«sono lì»
Mi voltai al solo sentire di quella voce fin troppo familiare.
«cazzo» urlai quando una scarica di proiettili venne verso di noi, riuscimmo a nasconderci giusto in tempo prima di esser ammazzati
«Assil ti vuole a tutti i costi, o te o i soldi» senti urlare
Eravamo circondati, dovevamo assolutamente andarcene da quella nave o ci avremmo rimesso la pelle.
«Kiara» urlai per farla voltare
«corri»
Guardò prima me e poi le persone alle mie spalle, non saremmo riusciti ad andare da nessuna parte, eravamo sperduti in mezzo al mare in piena notte.
«qualcuno deve distrarli» ci guardò John B osservando si intorno per trovare una soluzione
«io e Pope cercheremo di raggiungere le scialuppe di salvataggio» indicò la parte opposta della nave
«Kiara tu ci darai una mano» la ragazza annuì
«ci vediamo tra poco, vi faremo segno» si allontanarono i tre lasciandoci di nuovo soli
«dividiamoci» parlò JJ
«incontriamoci qui tra dieci minuti, disperdiamoli e poi scappiamo»
Il biondo fece un saltello e poi prese a correre in un punto della nave, stavo per fare la stessa cosa quando il mio braccio venne afferrato dalla sua grande mano.
«fa attenzione» quegli occhi ghiaccio mi mandavano in tilt
Rafe era capace di farmi provare miliardi di emozioni, come avrei dovuto fare con lui? Credo di starmi innamorando e credevo iniziasse ad esserlo anche lui, ma era controverso, incoerente, mai saresti riuscito a capire cosa gli passasse per la testa.
«anche tu» mormorai osservando il suo volto rilassarsi prima di voltargli le spalle e allontanarmi

Die for you | rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora