fourteen

335 10 0
                                    

Camminavamo tranquilli per la foresta cercando di non farci vedere da nessuno, dovevamo arrivare al porto e salire sulla stessa nave con cui eravamo arrivati entro stasera. La mano di JJ teneva salda la mia senza lasciarla mai andare ma il mio sguardo ricadeva sempre su Rafe che camminava silenzioso avanti a noi, si voltava per guardarmi senza mai dire nulla.
«che cazzo di problemi ha?» inziò a scaldarsi il mio migliore amico
«lascialo stare, ignoralo come abbiamo sempre fatto» dissi e si voltò con un sorriso di sfida in volto
Arrivammo in città senza molti problemi ma nella strada di ritorno gli uomini di Assil erano ovunque.
«attenzione» disse Kiara facendoci nascondere alla vista degli uomini armati
«sono i suoi uomini» guardai i miei amici cercare una soluzione che non tardò ad arrivare
«facciamo così» notai Kiara alzare gli occhi
«andiamo da dietro senza farci vedere e mentre qualcuno di noi li distrae, lì atterriamo e boom» mimò con le mani un'esplosione JJ
«o magari saliamo su uno di questi camion» parlò Pope
«magari si» annuì dopo attimi di riflessione
Tornammo indietro con estrema lentezza senza farci vedere, stare lì e compiere un'azione così malsana ci avrebbe solo fatto scoprire. Attendemmo dei minuti che sembravano infiniti prima che passasse un altro camion, iniziammo a correre come dei pazzi, i ragazzi afferrarono le ante aprendole con troppi sforzi.
«presto» allungò la mano John B afferrando quella di Kiara
Pope e JJ erano occupati a tenere aperti le porte che avrebbero potuto ucciderci e l'unica mano tesa verso di me era la sua, misi da parte l'orgoglio e l'afferrai senza troppe esitazioni. Le sue mani si posarono sui miei fianchi e subito mi allontanai dal suo corpo.
«dovrei cambiarmi» osservai lo scomodo vestito nonché completamente sudicio di sangue e terra
«tieni, dovrebbe essere abbastanza larga» John B mi passò la solita camicia a quadri che indossava come giacca
«grazie»
Mi alzai cercando di non cadere a causa degli imprevedibili sbandi del veicolo, mi voltai di poco osservandoli guardarmi in attesa che mi cambiassi.
«siete seri?» li guardai e tutti e quattro distolsero lo sguardo da me
Presi a spogliarmi lasciando che il vestito cadesse a terra e quando mi voltai i loro occhi erano su di me.
«ragazzi» urlai più imbarazzata del solito
Mi sedetti di fianco a JJ che mi osservava con sguardo ammiccante, sapevo cosa volesse dire ma non era affatto il momento. Rafe era seduto davanti a noi con una gamba stesa e una alzata, mi osservava con occhi strani ed io non sapevo cosa fare.
«sai che quella tua faccia da cazzo mi ha proprio stancato?» sbottò improvvisamente JJ attirando l'attenzione di tutti
Rafe non disse nulla ma parve tremendamente infastidito, piegò la testa ridendo leggermente.
«non devi guardarla» si alzò in piedi e Rafe fece lo stesso, mi appoggiai alla mano del mio migliore amico e mi posizionai tra loro
«lei è off limits per te» fece un passo avanti
«JJ basta» urlai spintonandolo indietro
«non era off limits quando me la sono scopata» rise
Uno schiaffo gli arrivò dritto al viso, come si permetteva di parlare di me quel modo? Non mi sarei più aspettata che dopo tutto quello che avevamo passato insieme avrebbe ancora avuto quell'idea di me, almeno non completamente. A distrarci fu il camion che iniziò a frenare, cademmo a terra e ci guardammo preoccupati.
«i controlli» parlò John B
Riuscimmo a nasconderci nell'esatto momento in cui aprirono lo sportello, fortunatamente non entrarono e diedero solo una veloce occhiata.
«può andare» sentimmo una voce provenire da fuori per poi un colpo e l'accensione del motore
«ce l'abbiamo fatta» mi abbracciò Kiara, sorrisi a stento e non avevo un coraggio di guardare nessuno in volto
«ehi» sentì mormorare la mora
«io non ti giudicherò, ma Rafe è uno stronzo quindi riprenditi che adesso abbiamo bisogno della solita Cassie Jones» mi accarezzò i capelli e sorrisi come una bambina
Capimmo di esser arrivati al porto quando le voci dei passanti e le onde del mare si facevano più vicine.
«cosa facciamo adesso?» mi guardai intorno al sentire la domanda di John B e istintivamente guardai l'orologio.
«li trattengo» mi alzai in piedi sotto i sussurri degli altri
La nave sarebbe salpata tra cinque minuti e anche se non avevo detto nulla ai ragazzi tutti sapevano esattamente cosa fare. Camminai tranquilla verso l'orda di persone che si apprestavano a salire sulla nave con i propri familiari, compagni o con i propri bagagli. Scontrai la spalle con un uomo, lo stesso uomo che mi aveva dato della bambina.
«stai attenta a dove vai ragazzina» ringhiò
Quando mi voltai quasi sorrisi al fatto che non avesse utilizzato quelle frasi da film d'effetto ma che abbia iniziato a rincorrermi dicendo ai suoi uomini di prendermi, comunque d'effetto. Ridevo mentre spintonavo le persone intorno a me, notai una chioma di capelli biondi salire con a seguito altre persone che sembravano avere molta fretta. La sirena della nave si fece sentire in tutto il pontile e quasi credevo che i miei timpani potessero rompersi, la nave iniziò a muoversi e con essa le persone che presero a salutare i loro affetti. Interuppi la mia traiettoria e sviai tra le persone.
«veloci, veloci» sentì urlare alle mie spalle
Stavano per prendermi, anzi mi avevano preso almeno fin quando non sentì la sua voce chiamarmi.
«Cassie»
Era affacciato al pontile della nave preoccupato, i suoi capelli gli sbattevano prepotentemente contro il viso quasi graffiandolo, i suoi occhi blu si illuminavano con la forte luce del sole facendoli diventare chiarissimi.
Dovevo andare da lui.
Corsi il più velocemente possibile verso la scala d'emergenza che avevano lanciato in mio soccorso e in un'abile salto, forse dovuto all'adrenalina, riuscì ad afferrare la corda.
«cazzo si» sentì John B urlare
«si» mi sorrise Kiara mentre salivo velocemente verso di loro
«portate i miei saluti al signor Assil» urlai una volta salita sul pontile
«come cazzo hai fatto?» mi afferrò prontamente JJ per non farmi finire in mare
«non lo so ma è stato fantastico» sorrisi affannata
«stai bene?» rise Kiara eccitata quasi quanto me
«mai stata meglio» risi anch'io afferrandole le mani, il suo sguardo persisteva su di me ma cercavo di far finta di niente
Non meritava più né la mia attenzione né il mio perdono, era perfido, un pazzo bipolare.
«andiamo» la voce di Pope attirò l'attenzione di tutti quando da lontano iniziammo ad intravedere gli addetti alla sicurezza navale
«cazzo» afferrai la mano alla mora iniziando a correre tra le persone senza avere neanche il tempo di respirare
Arrivammo senza fiato nel retro di una porta in ferro che nascondeva la merce da trasportare, saremo stati due giorni lì quindi dovevamo metterci comodi. Ognuno aveva trovato il suo spazio ma del sonno non se ne parlava, il vento batteva forte tra i miei cappelli provocandomi miliardi di brividi. Percepì una presenza alle mie spalle che riconobbi solo quando mi affiancò.
«cosa ci fai qui?»

Die for you | rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora