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Quella mattina il cielo era grigio e non prometteva bene, indossai il solito pantaloncino di jeans e una canotta nera abbinata alle vans e ai miei capelli. Alle sei ero già in piedi e quando feci per aprire la porta dello chalet la voce di John B mi fece voltare.
«che ore sono?» si stropicciò gli occhi
«le sei torna a dormire» mi avvicinai a lui
«vai da Barry?» annuì
«non devo preoccuparmi lo so, ho più paura per Barry in realtà» mi fece ridere
«però fa attenzione» mi posò una mano sulla spalla
«per quanto dobbiamo aspettarti?» scossi la testa osservando i suoi occhi verdi
«non lo so» ci sarebbero voluti giorni o settimane, o anche mesi se nulla andava per il verso giusto
«torna presto» mi strinse in un abbraccio e sentì le sue labbra posarsi sui miei capelli
«salutami gli altri» uscì dalla porta principale
Quando arrivai al porto non c'era nessuno, tranne un camper nuovo di zecca.
«andiamo» chiusi la portiera
«non si dice neanche più buongiorno bellezza? e poi aspettiamo qualcuno» tornò a guardare la strada dopo avermi squadrato
Sentimmo la porta al lato aprirsi e quando mi voltai per vedere chi fosse mi portai le mani al viso.
«che ci fa lei qui?» mi indicò contrario
«non era nei piani» parlai guardandolo male
«fate silenzio, entrambi mi dovete dei soldi quindi collaborerete» ci zittimmo, era meglio non fare innervosire Barry ed oggi sembrava più preoccupato del solito
«dicci almeno cosa dobbiamo fare» sbottò Rafe
«su questo camper c'è della droga, questo camper dovrà imbarcarsi su una nave al porto di un'altra città» lo ascoltai e mi portai le mani al viso
«la dogana» sussurrai e lo vidi sorridere
«esatto, dovremmo sembrare dei semplici amici che fanno un piccolo viaggio» guardò me e Rafe con sguardo complice
«dove deve arrivare?» parlai seria, questo era qualcosa di molto più grande di noi
«in Marocco» ingoiai il groppo alla gola
Passare le frontiere era difficile, ma non quanto passare quelle americane.
«okay, ormai ci siamo dentro» battei le mani facendo ridere lo spacciatore
«e qualcosa per noi non c'è?» parlò Rafe e in un secondo vidi il suo volto cambiare, era più sciolto
«ho fatto scorta per una settimana» passò una bustina con dell'erba al riccone ai sedili posteriori
Osservai bene il camper e subito pensai glielo avesse dato lui, era grande, bello, spazioso e soprattutto costoso.
«credo che al fronte sia meglio se guidi lui» indicai con il capo il kook, Barry guardò prima Rafe e poi me
«se vogliamo passare davvero inosservati dobbiamo escludere ogni tipo di dubbio, se ti vedessero alla guida penserebbero che l'abbia rubato» sapeva che avevo ragione
«sei furba, tu mi servi eccome» mi accarezzò una gamba salendo verso l'interno coscia
«di quando stiamo parlando?» la voce di Rafe era seria e quasi mi mise i brividi, passai lo sguardo sullo spacciatore che non proferiva parola e fu lì che iniziai a preoccuparmi
«Barry quanta ce né su questo camper?» dissi
«cento kili» mi alzai
«oh cazzo» sentì il mio polso esser afferrato
«dove vai? resta seduta» urlò
«non siamo in un film di fottuti trafficanti, siamo ragazzini e se dovesse mai succedere qualcosa noi finiremo in prigione non lui» indicai me e il moro e poi il biondino 
Barry mi afferrò il viso tra le mani con una forza che mai avrei riconosciuto in lui, Rafe si alzò di scatto quasi come se volesse proteggermi ma non fece niente.
«adesso tu ti siedi su quel cazzo di sedile e stai zitta perché due sono le soluzioni, o mi aiuti a far arrivare questo fottuto camper al confine o diventi la mia puttana» asserì con tono duro, strinsi la mascella e mi divincolai dalla sua presa tornando a sedere
Passarono le ore e tra vecchi cd e risate tuffo tornò alla normalità, sapevo esattamente cosa Barry pensasse di me e che fosse gentile solo perché voleva portarmi a letto ma questo non mi impediva di aiutare i miei amici, e poi una piccola vacanza non fa male a nessuno.
«possiamo fermarci? ho una fame» indicai l'autogrill, il camper svoltò e subito mi fiondai all'interno per mangiare
«vado in bagno» ci avvisò Barry e dopo tempo restammo di nuovo da soli, inizialmente non parlammo anzi facemmo anche finta di guardare altrove finché io non presi parola
«cerchiamo di andare d'accordo, almeno fin quando non porteremo tutto a termine» posò lo sguardo su di me
«potrà essere un giorno, una settimana o anche un mese ma cerchiamo di esser tranquilli, qualsiasi cosa ci si ritorcerà contro» mi appoggiai al tavolino e sentì qualcuno tirarmi uno schiaffo sul sedere
«che cazzo fai?» Rafe lasciò il suo posto camminando a passo spedito verso il ragazzo e i suoi amici che se la ridevano
«è già la tua puttana?» rise guardandomi, il ragazzo gli tirò una testata e in un attimo iniziarono tutti e quattro ad azzuffarsi, feci per intromettermi ma Barry mi fermò
«conviene andarvene» alzò di poco il lembo della maglia mostrando presumibilmente una pistola
«andiamo» mi incitò a salire toccandomi la schiena
Per tutto il resto del viaggio non feci a che pensare alla reazione di Rafe, lo osservavo guardare la strada annoiato e mai avevo avuto l'opportunità di scrutarlo con così tanta attenzione.
«allora dobbiamo divertirci o no?» mi accarezzò nuovamente la coscia Barry e capì cosa intendeva
Mi alzai da posto e percorsi il piccolo corridoio per afferrare cartina ed erba.
Mentre cercavo di chiuderla sentivo uno sguardo bruciarmi la pelle, alzai lo sguardo e lo notai fissarmi, i suoi occhi si scontrarono con i miei e al contrario di ciò che pensavo non li staccò. Mi avvicinai a lui e mi sedetti al suo fianco.
«tregua?» gli passai la canna
«tregua» l'afferrò e mi sorrise, sorrisi anch'io e lo osservai aspirare il fumo buttando la testa all'indietro
«cazzo è roba forte» rise
«eh già» gliela strappai dalle mani facendo un tiro
Si fece presto sera ed eravamo stanchi e tutti sballati, Barry fermò il camper in una stazione di servizio e fece il pieno per poi risalire.
«la nave partirà domani pomeriggio, mancano tre ore per arrivare, dormiremo un po'» mormorò completamente andato gettandosi su di me
«fa piano» risi cercando di togliermelo di dosso
«facciamo un gioco» sussurrò leccandomi il collo, girò la testa osservando Rafe guardare la scena finendo l'ennesima bottiglia di birra
«giochiamo tutti insieme» si alzò venendo verso di noi
Sentì afferrarmi per i fianchi e caricata a  sacco di patate sulle spalle dello spacciatore, mi gettò sul letto facendomi ridere. Indietreggiai fino a toccare la testiera del letto, notai Barry sfilarsi la maglietta e lo stesso fece Rafe, non capivo niente riuscivo solo a guardare e stare ai loro comandi. Il biondo si avvicinò a me e con estrema calma mi sfilò la canotta mostrandomi mezza nuda davanti i loro occhi. Le loro mani vagavano lungo in mio petto e il mio collo, Barry mi afferrò il volto e prese a baciarmi con foga, si staccò e Rafe gli diede il cambio. Qualcosa tra le mie mutandine stava esplodendo e loro se ne accorsero. Ansimai quando le mani gelide di Rafe si abbassarono per sfilarmi il pantaloncino che in un secondo venne lanciato chissà dove così come le mie mutandine. Barry guardava il tutto come se fosse bloccato in uno stato di trance, si sfece spazio tra me e l'amico abbassandosi verso la mia intimità. Percepì la sua lingua bagnarmi e afferrai improvvisamente la mano di Rafe, non volevo fosse Barry a toccarmi in quel modo.
«spostati amico» sentì dirgli rudemente
Si posizionò tra le mie gambe e con forza mi afferrò i fianchi, le sue dita entrarono dentro di me con forza ed inarcai la schiena mentre Barry leccava e mordeva un mio seno.
«cazzo» mi lasciai andare totalmente al piacere che prese possesso di me in pochi secondi
Iniziai a gemere ed ansimare sotto il suo tocco e quasi mi imbarazzai quando i suoi occhi presero a scrutarmi con lussuria dal basso e quando venni tra la sua bocca, sì staccò da me con lentezza godendosi ogni mio respiro con un sorrido soddisfatto in volto, allontanò le dita dalla mia intimità portandosele alle labbra.

Die for you | rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora