nine

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«Rafe, Rafe svegliati» sorpassai con un balzo il ragazzo che dormiva sul pavimento
«cosa c'è?» mormorò con voce roca ed ancora impastata dal sonno
«siamo arrivati, vedo la costa» si alzò di scatto affiancandomi
Quello sarebbe stato il passo più difficile, da soli in un paese sconosciuto e per di più inseguiti dalla polizia.
«okay Cassie da adesso niente più scherzi» si voltò verso di me
«se vogliamo uscire vivi da qui dobbiamo collaborare» osservai i suoi occhi ghiaccio ed annuì
Camminammo sopra il pontile immergendoci nella folla di persone che scendeva, arrivammo sulla terra ferma con grande successo fin quando non sentimmo qualcuno urlare.
«agente quei due» mi voltai e notai il ragazzo di ieri sera indicarci da sopra la barca
«stronzo» urlai
«corri» urlò Rafe quando notò il poliziotto alzare la pistola verso di noi
Correvamo e correvamo senza mai fermarci, avevamo i poliziotti alle calcagna e qualsisia mossa azzardata sarebbe andata a nostro sfavore.
«cazzo sei veloce a correre» mi squadrò con un sorrisino quando ci fermammo per prendere fiato
«perché so che se succedesse qualcosa mi lasceresti indietro» lo guardai serio
«merda» urlai quando un proiettile scheggiò l'albero proprio di fianco il mio viso
Tornammo a correre fermandoci davanti  una fattoria. Entrammo all'interno della stalla e ci chiudemmo nell'ultimo box per cavalli.
«silenzio» mi sgridò il ragazzo a causa del mio respiro affannato
«uscite fuori» la voce di qualcuno ci fece bloccare all'istante
Guardai Rafe cercando di fermarlo dal ciò che volesse fare, aveva il piede di porco saldo tra le mani e pronto a colpire l'uomo armato.
«fai fare a me» sussurrai
Uscì fuori dal mio nascondiglio con le mani in alto, l'uomo puntò la pistola al mio petto intimandomi di voltarmi di spalle. Percepì le manette stringermi i polsi e un secondo dopo l'agente era a terra.
«le chiavi, veloce» mi liberò e lo aiutai a bloccare l'agente contro un palo di ferro
Percorremmo di nuovo tutto la stalla e quando feci per correre a destra mi bloccò.
«io non ci salgo su quel coso» lo vidi salire in sella alla motocicletta dell'agente di polizia
«ti lascerò qui» esitai ma cosa avevo da perdere?
Velocemente salì dietro di lui e mi aggrappai al suo petto.
«brava ragazza» rise leggermente partendo a tutta velocità
«cazzo» mi voltai quando le sirene della polizia erano dietro di noi
«Rafe» strinsi le braccia intorno a lui quando iniziai a sentire gli spari
Percepì la sua mano gelida afferrami una gamba come per tranquillizzarmi, posai la testa contro la sua schiena pregando che saremo usciti illesi da tutto questo. Il vento mi tagliava il volto con violenza mentre sfrecciavamo tra le stradine della piccola città facendo slalom tra le persone. Riuscimmo a far perdere le nostre tracce inoltrandoci nel bosco.
«aiutami» disse sforzandosi a sorreggere la motocicletta che avremo buttato nel fiume, l'acqua si alzò con forza causando un forte rumore e dovevamo solo sperare che nessuno ci avesse visto
«continuiamo a camminare, entro stasera arriveremo a quella città» sospirai
Non avevo mai passato così tanto tempo insieme a Rafe Cameron e non avevo intenzione di passarne più, volevo tornare a casa illesa e soprattutto con una sanità mentale. Passammo le ore a camminare e quando arrivammo in città era già notte fonda, indicai un piccolo motel e con estrema lentezza ci incamminammo tra gli alberi.
«non c'è nessuno» parlai
«aspetta» lo afferrai per il braccio costringendolo ad abbassarsi
«sembra abbandonato perché ci sono delle persone?» guardai il suo volto essere illuminato dalla fioca luce dei lampioni
«non» gli tappai la bocca ascoltando ciò che stessero dicendo
«il carico doveva essere qui stamattina» urlò qualcuno
«capo le sentinelle hanno detto che c'è stato un problema al porto ieri» guardai Rafe con occhi spalancati
«quel Barry mi aveva dato la sua parola ed io mi ero fidato» diede un pugno a qualcosa facendoci saltare
«il suo uomo è stato arrestato e portato
di nuovo nella sua città, Kildare, ma hanno detto che non era solo» chiusi gli occhi
«c'erano due persone con lui, un ragazzo e una ragazza, ora sono qui ho parlato con il nostro agente e ha detto che c'è stato un inseguimento di due americani, un ragazzo e una ragazza»
«ti ha dato i nomi e i volti?» sentì un profondo sospiro
«si sospetta siano loro» afferrò qualcosa di luminoso che capì fosse un telefono
«Rafe Cameron e Cassie Jones» mi vennero i brividi quando sentì il mio nome esser pronunciato da quella voce cupa
«portami la ragazza e vedi di lui cosa vuoi farne»
Quella fu l'ultima parola che sentimmo prima che i motori delle auto partissero verso direzioni diverse per farsi sempre più lontani. Restammo appollaiati in quell'erba per non so quanto tempo e dopo che i battiti del cuore si fossero regolati ci decidemmo ad uscire, in completo silenzio percorremmo la grande strada salendo sulle scale del motel.
«libero?» chiesi al ragazzo che controllava che all'interno della stanza non ci fosse nessuno
Scassinai la porta alla vecchia maniera e la chiudemmo alle nostre spalle ancora scossi.
«mi vogliono» sussurrai sedendomi sul
letto sfatto e leggermente impolverato
Rafe camminava nervosamente nella stanza osservando qualsiasi cosa che non fosse me.
«moriremo?» lo guardai scuotere la testa osservandomi sottecchi
«no non moriremo» cercai di convincermi
«in che guaio ci siamo immischiati?» mi alzai prendendo un forte respiro
«sapevo che dovevo lasciar stare» mi alzai anch'io iniziando a sentire il mio cuore battere forte
«ma questo perché? perché JJ deve sempre fare ciò che gli dice la testa» il biondo mi ascoltava sclerare in silenzio
«Barry è stato catturato e noi a breve saremo morti, questo tutto per colpa tua» aggrottò le sopracciglia
«io non ho fatto niente, ti ho salvato il culo» si avvicinò bruscamente a me
«voglio solo tornare a casa Rafe» lo guardai disperata
«casa? e quella la definisci casa?» rise e mi staccai da lui
«ti odio Rafe Cameron»
Mi afferrò il polso e mi costrinse a guardarlo negli occhi, il suo petto si alzava e si abbassava con rabbia e non sapevo cosa fare.
«non è vero e lo sai anche tu» abbassai lo sguardo
«lasciami stare» lo spintonai
«so che non ti fidi di me ma sono la tua ultima speranza» parlò avvicinandosi alle mie spalle e sentì la sua aura scura persistere su di me
«finché sarai con me non potrà succederti nulla» la sua voce si faceva sempre più bassa e roca, quel ragazzo mi faceva venire i brividi
«preferisci esser tra le mani di quei tipi piuttosto che tra le mie?» fece scivolare la sua mano lungo il mio fianco ed io ero troppo sobria per lasciarlo fare
«si» mormorai ingoiando il groppo alla gola formatosi grazie alle sue mani che cercavano di possedermi
«e allora perché non ti stai spostando?» sussurò al mio orecchio
Quando mi voltai verso di lui per guardarlo le sue labbra si posarono sulle mie con dolcezza, restai ferma immobile sul posto per qualche secondo e senza nemmeno sapere il perché approfondì quel bacio che lentamente iniziava a piacermi. Camminò all'indietro fino a sedersi sul letto, salì a cavalcioni su di lui senza mai far staccare le nostre labbra. Il respiro iniziava ad esser pesante e le sue mani sul mio corpo non aiutavano, il cuore mi batteva forte in preda all'eccitazione che mai avrei creduto di provare per Rafe Cameron. Percepì le sue forti braccia stringermi a sé per poi far scendere le sue mani sul mio bacino, completamente presa da lui feci strusciare la mia intimità contro la sua nonostante i vestiti e capì che gli piacesse, e tanto. Ci staccammo senza fiato da quel contatto che mai avremo creduto possibile neanche da strafatti, lo guardai ancora seduta su di lui con la sua erezione che pulsava contro i miei pantaloncini. Mi staccai senza dire nulla e mi sedetti di fianco a lui. Afferrai l'erba che avevo rubato dal camper prima di scappare e ne feci una sigaretta. Gliela passai e lo vidi ridere non aspettandomelo.
«e siamo solo io e te»

Die for you | rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora