Prologo - Quel maledetto telefono

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Dopo quello che ho letto sul suo telefono, non so se vale la pena continuare.

Credevo che lui fosse diverso.

In effetti lo è.

Mi ha rapito con quei suoi occhioni blu, ma si sa, i rapimenti non sono mai una cosa buona.

A questo punto, avrei voluto qualcosa di diverso, non so, un appuntamento per esempio.

Quello sì che mi sarebbe piaciuto: la voglia di vedersi, di non fare tardi, di essere indecisa su quale vestito mettermi. Oppure il vestito è troppo?! Via il vestito, mi metto questa maglietta blu, senza scritte, senza figure sopra. Non voglio sembrare troppo eccentrica.

Poi ci sarebbero stati degli scambi di messaggi.

Paul: «Martha, sei già in ritardo! dove sei?»

Io: «Dieci minuti e scendo.» Bugia. Sarei stata sul punto di dovermi fare ancora la doccia.

Non l'ho nemmeno conosciuto e già sto mentendo?!

A mia discolpa, quella doccia l'avrei fatta velocissima, tanto il vestiario era già pronto sul letto.

Insomma, avrei avuto il modo di poter decidere cosa mettermi, cosa fare o - perché no?! - dove andare.

Invece, quando qualcuno ti rapisce... Non hai questa scelta.

No, non ti chiede il permesso.

Mi sembra di aver sentito una volta, una storia dove il sequestratore si avvicinò alla sua preda e con un inchino domandò:

«Buonasera, permette se la incappuccio e la faccio salire su quel furgone?»

La preda rispose:

«Mi dispiace, ma oggi non è il momento. Passi più tardi, anzi, facciamo tra una settimana.»

Però questa è solo una storia, dubito che succeda così nella realtà.

Questa volta non c'era uno di quei classici furgone da film: tutto nero, grande e con i portelloni scorrevoli sui lati.

Troppo facile.

Sarebbero tutti bravi in questo modo: vai dal concessionario e chiedi il furgone più losco che ci sia; avvisi che devi fare un rapimento, ovvio, e loro ti consiglierebbero il miglior furgone che esista sul mercato.

«Ne abbiamo già affittati due questa settimana! Vanno a ruba!»

Che brutta categoria i rapinatori classici, per non parlare poi dei venditori d'auto.

No, lui è diverso.

Non è né un rapinatore classico né tantomeno un venditore d'auto.

Lui è più di classe.

Indossa quegli occhi blu, quel suo modo sbalordito di ascoltarti...

Il suo entusiasmo farebbe invidia persino a uno di quei personaggi televisivi per bambini.

Accarezza quei capelli neri con la mano destra e li butta all'indietro come per dire "Guardami il viso".

Amavo come se li accarezzava.

Per non parlare del suo profumo.

Oddio, quel suo profumo! Era irresistibile. Potevo sentire il suo odore pervadermi i sensi, entrare su per il naso, finire nel cervello e sfiorare il pulsante dei brividi che avrebbe fatto vibrare la pelle. Poi un bacio e la vibrazione avrebbe trapanato le ossa.

Ma poi... Poi ho letto il suo telefono.

Il trapano ha trovato un punto debole e le ossa si sono fratturate in mille pezzi. Impossibile farle guarire, sono troppi pezzi.

Perché ho preso quel telefono?!

Avrei potuto vedermi un video su TikTok o su Instagram. Un bel gattino che cade perchè ha fatto un salto troppo corto. Invece, no.

Quel giorno avrei potuto farmi i cazzi miei...

Inganni nel Cuore (Italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora