𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟓

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(𝐹𝑒𝑙𝑖𝑥 𝑃𝑜𝑣)

"Come va? Hai finito gli studi pomeridiani?"

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Mi piaceva sapere che Hyunjin si preoccupava di sapere come stavo e se andava tutto bene a scuola.
Per i miei la scuola è molto importante e devo essere sempre impeccabile, tanto che se faccio qualche errore loro mi mettono in punizione e non posso più uscire con i miei amici.
Ai loro genitori bastava che loro non venissero bocciati, anche se Jeongin era a rischio.

Jeonjin lo conosco dalla nascita perché le nostre famiglie si conoscevano bene ed erano buoni amici.
Io e lui condividevamo la stanza al college, però dopo aver fatto spazientire un professore ci cacciarono.
A volte lo rimproveravo perché non voleva che io lo abbracciassi, ma insieme sembravamo una vecchia coppia di sposati.
Le uniche differenze tra me e lui è che io sono sempre bendisposto a studiare mentre lui, beh proprio no.
Non era mai preoccupato a interrogazioni o compiti, infatti prendeva spesso brutti voti e bacchettate sulle mani per le troppe assenze che giustificava per malattia.

Seungmin invece era un ragazzo tranquillo alle apparenze, ma avrebbe  maledetto tutti se avesse potuto.
A scuola non andava male, a volte capitava che dava fuoco a cartacce in bagno ma nessuno lo ha mai scoperto.
Era bravo a nascondersi, infatti ogni volta che provava a rubare i biscotti alla cuoca si nascondeva dentro l'armadietto.
A volte mentre andavo al mercato con mia madre, passavo davanti alla sua dimora e lo vedevo in giardino che giocava con i cuccioli (la sua cagnolina aveva avuto una cucciolata).
Lui amava i cani e li teneva tutti nella sua stanza, e loro dormivano con lui.
Non so come facessero.

Sta di fatto che mentre mi ha scritto dovevo ancora iniziare i compiti.
Mi sentivo stanco e non avevo la minima idea di iniziare.
"Si, ho finito. Tu hai fatto i tuoi esercizi?"
"Non ne hanno dati, abbiamo una settimana di vacanza per fortuna"
Sorrisi.

"Oggi cosa mi insegni di nuovo?"

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"Non so, sai cos'è un telefono?"

"No, cos'è?"

"È una macchina portatile che fa si che tu possa scrivere con una persona in tempo reale, anche chiamarla e sentirvi anche da lunghe distanze ma ha molte altre funzionalità"

"Ne voglio uno allora, così potremmo sentire le nostre voci"

"Penso che questo non sia possibile per noi"

Ormai era da una settimana che ci scrivevamo, e io ormai mi ero affezionato.
E così, inaspettatamente, mi scese una lacrima sulla guancia.
Scendeva lenta fino a cadere direttamente sulla pagina, unimidendo le ultime parole scritte di Hyunijn.

"Perché piangi?"
"Vorrei conoscerti"
"Anche io, ma non è possibile"
"Perché?"
"Il tempo ci divide, e noi non possiamo fare altro se non guardare e continuare così"

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Sbadigliai.
Ero appena uscito dal collegio e mi avviavo verso casa.
"Principe! Principe!".
Sentii una voce urlare chiamandomi.
Mi girai e vidi il piccolo apprendista paffutello corrermi incontro con dei fogli sotto il braccio.
Appena si fermò davanti a me si inchinò per poi tornare su e dirmi: "Ehm buon giorno Principe, scusi il disturbo da parte di-".
"Salta tutta l'introduzione" lo interruppi io.
"Si certo. Ho, forse, trovato un testo che narra di questi quaderni speciali. Sono solo ipotesi del passato ma gliele faccio leggere se vuole"
Bastò poco per convincermi a seguirlo alla bottega per leggere le possibili scoperte del ragazzo.

"Secondo le mie scoperte più recenti,
il tempo può intrecciarsi attraverso oggetti transitori creati da un nodo di due anni che si sono congiunti sebbene siano a distanze anche di migliaia di anni. Ho presentato la mia ipotesi al Congresso della Scienza ma non è stata accettata, ma io continuerò le mie ricerche e dimostrerò che questa è la realtà a cui si deve credere"

Così recitava una pagina del diario di un antico scienziato e ricercatore.
Ciò che Han mi mostrava mi fece capire finalmente cosa fosse quel quaderno, un oggetto transitorio.
L'ipotesi non era stata accettata ma le pagine che avevo tra le mani e Hyuniin ne erano la prova.
"Capisce Principe? Quel quaderno ha appena confermato l'ipotesi formulata dall'antico maestro del mio maestro, dovremmo portarlo al Congresso" disse Han tutto eccitato dalla nuova scoperta.
"No, non voglio" dissi io fermamente convinto stringendo il quaderno al petto "me lo porteranno via... mi porteranno via Hyunijn".
Lui mi guardò stupito, poi sorrise: "Allora terremo questa scoperta solo per noi, se quello che desidera è che non venga saputo allora manterrò il segreto".
Io gli sorrisi: "Ti ringrazio di cuore, giovane Han. Ti darò un giusto compenso per il tuo aiuto e per la fedeltà".
Lui mi salutò mentre io ripresi il cammino verso casa.
Hyunjin aveva ragione e aveva capito prima di me che tra me e lui c'era il tempo che separava il nostro legame e il nostro desiderio di conoscerci di persona.
Appena arrivai a casa mi chiusi in camera e fissai il quaderno.
Presi la piuma e scrissi:

"Da quanto lo sai che siamo così distanti?"

𝐌𝐲 𝐏𝐫𝐢𝐧𝐜𝐞 (𝑯𝒚𝒖𝒏𝑳𝒊𝒙)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora