Bilancia

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Due pesi e due misure, la nuova accusa.
Pendere più da un lato che dall'altro,
come se fossi Dike e la sua bilancia.
Non ci ami allo stesso modo, cattiva.
Parole che mi aspetterei da una bimba,
non dalla donna che mi ha partorito.
E allora metto alla prova il mio cuore,
contenta?, e mi sforzo di essere equa.
Ma essere equa mi rende ingiusta.

Lui non mi ha fatto mai male quanto te.
Non è stato un padre perfetto, ma padre,
sì, lui lo è stato, nonostante tutto.
Nonostante i suoi silenzi agghiaccianti.
Nonostante le sue urla e la sua rabbia.
Io un padre ce l'ho. Imperfetto, strano,
scostante come tutti gli esseri umani.
Ma io ho un padre che mi ama davvero,
che fa tutto il possibile, anche se poco,
affinché io me stessa, libera e felice.

Tu, invece, mi hai quasi uccisa.
Con i calci. Con i pugni. Con gli schiaffi.
Con i commenti sul mio corpo.
Con le urla. Con le aspettative disumane.
Con tutte le volte in cui ho pianto
e tu ti sei voltata dall'altra parte.
Con Quella volta, con il sangue fresco
e la tua minaccia di una vita rovinata.
Tu hai sempre messo te stessa per prima
insieme al tuo ego e alla tua mania
di apparire assolutamente impeccabile.

E ora che sono me, libera e felice,
ti aggrappi a me come un'edera,
sperando di risucchiarmi la linfa,
quel poco che ti basta per illuderti
che tu sia stata una buona madre.
Non sei stata una buona madre.
Non sei stata una madre. Non lo sei.
E quindi mi metto una mano sul cuore.
Mi faccio un esame di coscienza e mi
chiedo se valga la pena illuderti.
Se valga la pena negare me stessa
per renderti felice e non farti morire.

Per ora fingerò che sia così.
Per una soluzione a lungo termine,
ho tutta una vita per pensarci.

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