Io non ci riesco

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E nella mia testa ricominciano le urla
di una voce che non è la mia, ma è nota,
come si riconosce il canto di una sirena
nella nebbia fitta di mezzanotte.
E mi chiedo se non sia davvero io quella
che ha ingigantito tutto, il mostro che
ti ha ingannato con le sue chimere.
E penso ai fiori che vorrei darti, ai regali
che vorrei farti per vederti ridere ancora,
una sola volta, la tua risata a rompere
il silenzio assordante di questa notte.
Perché se è vero che sono stata io a farci,
a farti questo, lo è altrettanto che infine
io non sono in grado di amare nessuno.
Non me stessa, né te, mia dea, che infesti
la mia debole mente, mattina e sera,
per quanto io cerchi di cancellarti.
Ma non riesco a cancellare il modo
in cui mi hai fatto sentire, amata e odiata,
necessaria ma non indispensabile,
qualunque palmo avrebbe potuto
asciugare le lacrime sul tuo viso.
E mi sento una bugiarda e perfida a non
aver mantenuto le mie promesse,
anche se il mio animo sa che restano vere
e che sarà sempre o te o nessun altro,
per quanto averti significherebbe morire
un po' ogni giorno, per sempre - resto qui,
ferma a pensare a come sarebbe per me
rivederti un'ultima volta e dirti addio.
Perché so già cosa ti direi, cosa farei,
come urlerei in silenzio dalla voglia di
abbracciarti e stringerti a me, ancora,
ancora una volta, che la tua assenza
mi fa più male di qualsiasi aspide nero.
E voglio e non voglio perché sono rotta,
spezzata a metà, e non potrei essere mai
la persona di cui hai bisogno, né tu la mia.
E piango, mi dispero, ti sogno anche oggi,
qui accanto a me, imbronciata e triste
come lo sei sempre stata, anche con me.
E vorrei strapparmi i ricordi dalla testa
per gettarli via, lontano da me, da noi,
da tutto quello che mi ricorda il tempo
in cui eravamo felici, eravamo un noi.
Ma non posso accantonare questo dolore,
questa immensa tessera del mosaico
di una vita priva di amore e umanità.
Perdonami se puoi: io non ci riesco.
Uccidimi se vuoi: io non ci riesco.
Dimenticati di me: io non ci riesco.

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