capitolo 16

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è ormai passata la mezzanotte e riccardo a casa si iniziare a preoccupare così avvisa dadda e subito anche lui si spaventa

entrambi cercano di non andare in panico e pensano a dove io possa essere e prima di pensare al peggio si dirigono verso casa di awed

così durante la notte io e awed veniamo svegliati dal campanello della porta che suonava insistentemente

"simo vai te" gli dico io con la voce assonnata così simone si alza ed apre la porta

"simone dov è emma" chiede quasi gridando dadda con voce tremolante dallo spavento

"dadda tranquillo" dice awed stropicciandosi gli occhi

"cazzo simone come facciamo ad essere tranquilli se riccardo ha detto che è uscita e non è più tornata" continua dadda gridando poi guarda riccardo con fare tanto preoccupato

"emma è venuta qui ieri sera" dice awed con tutta la tranquillità del mondo, dadda e richi si tolgono un peso di dosso facendo un sospiro di sollievo

senza fare troppo rumore entrano in casa richi e dadda

dadda in punta di piedi mi raggiunge in camera di simone e mi lascia un caldo bacio sulla fronte facendomi svegliare

"amore mi hai fatto preoccupare tantissimo" mi dice dadda accarezzandomi i capelli e in quel momento capisco di non aver avvisato richi che non sarei tornata a casa

"scusa amore" gli dico io con voce assonnata, alzo le braccia e afferro il colletto della sua maglietta tirandolo a me

"pensavo di averti persa" mi sussurra dadda e io gli sorrido e lo bacio tirandolo ancora di più verso di me

"o non provate ad accoppiarvi sul mio letto" dice awed schifato facendo il gesto del vomito per scherzare

"mi sono spaventato tantissimo quando mi ha chiamato riccardo" continua dadda con fare sempre più dolce ed io non gli resisto così iniziamo a limonarci con tanta passione

"finiamo sto teatrino?" dice riccardo scherzando così dadda si stacca da me anche se avrei voluto che quel bacio fosse per sempre

"emmina andiamo a casa?" chiede riccardo per sapere se stessi con awed o tornassi a casa

io guardo awed per sapere che fare con aria interrogativa

"simo ti da fastidio se torno a casa?" chiedo io ad awed con fare dolce

"così almeno mi cambio e mi metto comoda" continuo io per convincere simone che mi guardava con fare dispiaciuto ma ovviamente mi capisce e mi asseconda

così mi alzo dal letto di awed, metto le scarpe, salutiamo simo che era stanco morto ed usciamo da casa sua

"ci hai fatto morire di spavento" dice riccardo mettendosi una mano sul cuore camminando verso la macchina

nel frattempo dadda camminava dietro a me e richi, io mi sentivo osservata e infatti dadda nel tragitto casa di awed e macchina non ha fatto altro che guardare il mio culo, così mi giro di scatto ridendo e noto lo sguardo di dadda fisso su di me

appena mi giro per guardarlo dadda si morde il labbro per poi guardarmi negli occhi con lo sguardo più seducente che esista al mondo

io mi fermo un attimo permettendo a dadda di avvicinarsi a me e così fa, fa scontrare il mio culo con il suo membro abbracciandomi e mettendomi le mani sul ventre, appoggia poi il mio mento nel mio incavo della spalla e mi dà dei teneri baci sulla guancia

riccardo vede questa scena e davanti a tanta tenerezza e dolcezza non può che non sorridere

"vieni a casa con me?" mi chiede dadda sussurrando al mio orecchio

"devi chiederlo a mio fratello" gli rispondo io a tono basso ridendo

"ho già capito, puoi prendertela" dice riccardo scoppiando a ridere rassegnato ed io salto in braccio a dadda dalla felicità

prima di salire in macchina dadda da dietro mi tira una sonora pacca sul culo facendomi emettere un gemito così riccardo guarda male dadda e lui scoppia a ridere

"dai che ti piace" dice lui ed io lo guardo tanto male, non so come prendere questa affermazione sé scherzosa o meno ma mi ci ha fatto riflettere tanto infatti durante il tragitto del viaggio non dico una parola, sto lì da sola e pensierosa nel mio angolino

arriviamo a casa di dadda e saluto riccardo che stava per tornarmene a casa nostra

"che c'è emmina?" mi chiede dadda aprendo la porta di casa e vedendomi pensierosa mi abbraccia

"no nulla daniel" dico io, ma era ovvio che si vedeva che in realtà non stavo bene

così entro in casa, faccio come se fosse casa mia perché ormai vivo più a casa di dadda che a casa mia e mi dirigo in bagno

mi sciacquo il volto e i polsi, sentivo delle vampate di calore assurde così inizio a sudare freddo, vedo tutto intorno girare e sempre più scuro ma comunque decido di non chiamare dadda, mi siedo per terra e prego che la situazione vada meglio ma purtroppo non è così

dopo qualche minuto che cerco di tranquillizzarmi sento un conato di vomito salire così apro il gabinetto e vomito, mi accorgo che dopo essermi liberata mi sentivo un po' meglio ma comunque non mi sentivo a posto, velocemente mi risciacquo la bocca e la faccia

esco dal bagno con il volto visibilmente pallido e mi dirigo a cercare dadda che si stava cambiando in camera da letto

"amore non mi sento bene" dico io appena vedo dadda e scoppio a piangere dalla paura così subito dadda corre verso di me preoccupato

"innanzitutto mettiti comoda e rilassati" dice dadda avvicinandosi al suo armadio prendendomi una sua maglietta larga per darmela

mi aiuta a cambiarmi, anche in questa situazione di disagio dadda sa renderla una situazione sensuale, mi sfila con tanta delicatezza i vestiti che avevo addosso, sento le sue calde mani lungo il mio corpo in cerca dei gancini del reggiseno per sfilarmelo

lo guardo con le guance rosse sia per il caldo che per questa situazione e per qualche secondo mi dimentico di stare effettivamente male 

il reggiseno cade a terra, i nostri sguardi si scontrano per qualche secondo, i suoi occhi sono lucidi e colmi di tenerezza, dopo di che dadda mi mette la sua maglietta

"non finirò mai di dirtelo, sei bellissima" mi dice dadda prendendomi in braccio per portarmi a letto, ed io in questo momento mi catapulto con la mente alla prima volta che mi prese in braccio in questo modo per portarmi a letto, quante cose sono cambiate da quel momento?
i ricordi mi balzano in mente ed io inevitabilmente mi metto a piangere di gioia, dadda coi polpastrelli mi asciuga le lacrime sorridendo con gli occhi lucidi, anche lui si era ricordato della stessa scena a cui stavo pensando anche io

CONTINUA...

𝘵𝘪 𝘢𝘥𝘰𝘳𝘰 𝘴𝘵𝘳𝘰𝘯𝘻𝘰 || Daniel D'addettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora