8.

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Musa restò ad osservare pensierosa la foresta buia e folta dalla quale Riven e gli altri specialisti erano scomparsi ormai ore prima. Ricordava lo sguardo che Sky le aveva lanciato prima di sparire tra gli alberi: un cenno, una promessa che gli avrebbe guardato le spalle. Ricordava il sollievo che aveva provato nel sapere che era con lui. Ma ricordò anche il brutto presentimento che si era divagato velocemente nel suo petto.

Strinse le gambe al petto e attese. Attese. Attese. Attese. E attese ancora.
Non sapeva quanto tempo fosse passato, ma sapeva che ogni istante in cui non vedeva riapparire la squadra dalla foresta la sua preoccupazione cresceva.

L'aria fredda l'avvolse in un abbraccio, facendole compagnia. Rimpianse i calorosi baci che il ragazzo le aveva donato al sera prima, che l'avevano tenuta al caldo. Al ricordo del suo tocco delicato Musa fremette.

Era stata una notte movimentata e Musa non faceva altro che chiedersi se fosse stata soltanto quello: una notte. Aveva scoperto di provare qualcosa di molto forte per Riven, qualcosa a cui non sapeva dare il nome, ma che sapeva avesse il nome di Riven. Non era stata solo una notte per lei, era stata molto di più. Lui era molto di più.

Sentì un improvviso fruscio di passi alle sue spalle. Un ramo venne spezzato e la ragazza si alzò in piedi puntando la sua lancia al malcapitato che aveva deciso di tenderle un imboscata. Si scoprì essere Siva.

:-Riven ti ha addestrato bene-: ridacchiò parando le mani in avanti con cautela. Musa allentò i muscoli e abbassò la lancia.

:-scusa-: disse tornando a sedersi. Silva gettò uno sguardo alla foresta buia.

:-non fa niente-: si sedette accanto a lei :-capisco che in situazioni come queste la tensione è inevitabile-: Musa l'osservò attentamente: anche lui era preoccupato e leggerglielo negli occhi la fece agitare ancora di più.

:-stanno bene, sono forti-: disse Silva per rassicurarla, anche se parve più una rassicurazione a sé stesso che alla ragazza. Musa sorrise.

:-andrà tutto bene-: gli disse :-riusciremo a sconfiggerlo-: chi? Gli chiese improvvisamente la sua mente. Chi sarebbero riusciti a sconfiggere? La paura? Sebastian? Le Streghe del sangue? Rosalind? Ormai non sapeva più chi fosse il loro nemico.

Silva annuì ma non riuscì a dire altro. Musa sentì la sua mente aggrovigliarsi in cattivi pensieri. Non aveva bisogno della magia per sentirlo. Aveva scoperto che, senza magia, poteva percepire le emozioni della gente anche meglio: erano gli occhi a parlare, non i pensieri.

Istintivamente posò una mano sul suo ginocchio.

:-Riven ci tiene a te-: le disse Silva come se avesse bisogno di sentirselo dire. Musa sorrise. Dal folto del bosco giunse un rumore. I sensi di Musa si attivarono: era il suono di passi. Si alzò in piedi nella speranza di veder arrivare qualcuno.

Vide delle sagome avvicinarsi e il suo cuore scalpitò di energia. :-sono tornati-: non diede tempo a Silva di elaborare la cosa: corse nella loro direzione.

Man mano che si avvicinava riusciva a distinguere le sagome. Erano in sei, correvano lungo il terreno, ma c'era qualcosa che non andava...

Silva parve accorgersene prima. :-Musa, aspetta!-: gridò cercando di fermare la ragazza. Ma ormai era troppo tardi: vide Sky riemergere dal bosco e il suo sorriso pieno di gioia si spense quando scorse Riven svenuto tra le sue braccia.

Il fiato le mancò per un istante. Ripensò al suo sorriso spavaldo, prima che partisse, e a ciò che le aveva detto. "il bacio me lo darai quando tornerò, così avrò un motivo in più per tornare". Era tornato. Ma non come lei se l'era immaginato.

Fate: The Winx SagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora