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Finita la sigaretta e la chiacchierata, almeno per me, rientrai e seguendo le voci del resto del gruppo mi ritrovai in un salotto dalle vibes molto caotiche, esattamente come i ragazzi, mi sedetti sul divano accanto al mio amico mettendomi a mio agio, come mi sentivo tranquilla con i ragazzi veramente con poche persone, e poco dopo entrò Max che si sedette per terra appoggiandosi con la schiena sul sofà su cui mi ero messa, poi pochi minuti dopo vidi entrare anche Andrea con il suo solito fare spavaldo, e con la sua entrata i ragazzi iniziarono a scherzare sul suo essere a tratti tamarro coinvolgendoci come se fossimo di famiglia, tuttavia la situazione non fece che degenerare con l'arrivo del resto del collettivo, tutto finché Pietro e Locci non si misero a giocare alla play, con una serie di insulti tra di loro e contro i personaggi del videogioco, mentre Marco e Duccio li prendevano per il culo facendo ridere tutti meno che i due giocatori, Max faceva video e foto come suo solito mentre nel frattempo il rosso gli passo un cuscino che prontamente afferrò per mettersi più comoda, Dario poi era molto concentrato a smanettare al computer mentre si accoccolava con Huda e Jack e Cecia erano semplicemente seduti insieme, arrivai in un momento di estremo disagio che ignorai vista anche la breve durata della sensazione.

Una volta calmata la situa mi misi a guardare un po' i messaggi finché, poco dopo, non sentii Pietro tirare giù qualche imprecazione contro il corvino, alzai lo sguardo dal dispositivo e vidi il biondo cercare di strigliare Andre che gli teneva testa scherzando facendo sembrare che stesse esagerando, mentre le mia amica guardava la situazione divertita ma con un sorriso colpevole sul viso, mi fece un occhiolino e il tutto si calmò un secondo dopo, quando vidi l'ora e il messaggio di mia madre che mi chiedeva dove diavolo fossi finita, feci leggere il messaggio alla rossa che annuì e si alzò.
Ragazzi noi andiamo, ci sentiamo poi- annunciò lei per entrambe, salutammo tutti con un bellissimo bacio volante e uscimmo dal bunker ridendo ripensando al pomeriggio
Princi devo fartelo vedere- salimmo in macchina e per un attimo pensavo mi avrebbe uscito non so cosa ma tirò fuori il telefono facendo partire un video che raffigurava i due davanti alla play, sembrava tutto normale finché il corvino non si distrasse guardando un secondo nella nostra direzione vista la posizione tattica del divano rispetto la tv, vedendo questa scena però arrossii come mai in vita mai scatenando una risata nella mia amica che poi mise in moto. Durante il tragitto misi della musica e la invitai a cena, invito che accettò contenta.

Parcheggiò tranquilla nel parcheggio sotto casa mia e scendemmo dal mezzo parlando ancora della giornata e la serata passate con gli altri finché non citofonai ai miei, salimmo e subito ci mettemmo a tavola visto che era pronto, mangiammo tranquille raccontando un po' ai miei cos'era successo nel mentre che ero assente da casa, evitanti il discorso ex e ascoltai poi la giornata dei miei e di mia sorella. Finito di mangiare aiutammo mia madre con la lavastoviglie e ci dirigemmo in camera tranquillissime ancora felici, ma la situazione cambiò drasticamente quando vidi un peluche sulla scrivania regalatomi da Brasi, sentii il mondo crollarmi addosso, la rossa lo vide e prese il pupazzo buttandolo subito nel cestino

Basta, si ricomincia Princi, prendi tutto e lo buttiamo- annuii e iniziammo a prendere tutti i regali e regalini che il ragazzo mi aveva fatto nel nostro anno di relazione, iniziammo a stracciare tutto, dai fiori ai bigliettini, dalle polaroid ai peluche e quando finimmo avevamo riempito due sacchetti di roba, mi sentii meglio sul momento, era una liberazione togliermi tutta quelle cose di camera, ringraziai la mia amica e la abbracciai come mai, ero contentissima, e soddisfatta di me stessa
Sono fiera di te Princi, sei stata bravissima- mi disse sorridendo lasciandomi un bacio sulla guancia
Grazie Pupetta, mi serviva- mi staccai dal abbraccio ma subito mi invase un senso di angoscia che non sapevo spiegare da dove arrivasse o perché mi fosse salito così all'improvviso, lo nasconsi bene perché Max non lo notò, buttai giù il magone e con la scusa di essere una ciminiera, le proposi una delle nostre pipette, così ci girammo due siga e uscimmo sul balcone godendoci quella brezza serale di una sera di giugno, già da subito mi calmai, ricacciai indietro le lacrime che minacciavano di uscire e incominciammo a parlare del più e del meno finché non le squillò il telefono e si trovò un messaggio, a leggerlo sembrava scossa ma non disse nulla, probabilmente capì che non era serata per nessuna delle due e in quel istante non era il momento giusto per parlarne, così riprendemmo il discorso finché non finimmo le sigarette, le spegnemmo e lei si andò a rimettere le scarpe, anche lei mancava da casa comunque e Artù era da solo da più di un giorno e sapevo che i suoi sensi di colpa non l'avrebbe fatta dormire se fosse rimasta da me, così la salutai e la accompagnai alla macchina, ci salutammo e lei mise in moto andando a casa sua.

Sul momento rimasi un po li a godermi l'arietta finché non decisi di tornare su in casa, mi misi a letto e le lacrime fecero tutto da sole, scendevano a fiumi, non riuscivo a fermarle, i ricordi mi passavano per la mente come la pellicola di un film e non riuscivo a fermare quella cinepresa che aveva preso il sopravvento sul mio stato d'animo, in più, ovviamente, ci eravamo dimenticate di buttare i sacchetti che erano rimasti in camera, mi fermai a guardarli da lontano e per un attimo pensai anche di alzarmi e rivedere tutto il passato con Andrea, ma le forze mi mancavano, così mi accontentai degli scarti da lontano, e li sentii proprio la mia testa dividersi in due, una parte logica che capiva che era normale starci male ma che avevo ragione, sapevo di aver preso la scelta giusta, sapevo che non avrei dovuto pensarci e non mi sarei dovuta sentire in colpa, ma la parte irrazionale no, mi sentivo in colpa ad essermi messa al primo posto, pensavo solo di averlo fatto sentire una merda, mi continuava a dire di scrivergli e scusarmi per la sera prima ma appena presi il telefono e vidi certi messaggi mi fermai, spensi il dispositivo e mi andai a sciacquare il viso, mi guardai allo specchio e rabbrividii, avevo gli occhi rossi e gonfi di lacrime, il viso gonfio quanto gli occhi e i capelli disastrati, ma almeno le ciglia erano stupende, mi consolai così e tornai in camera, mi sedetti sul letto, e le lacrime tornarono a cascate, così decisi di prendere il telefono per distrarmi un po', e in quel momento vidi un messaggio da instagram lo aprii e scoprii che era il corvino che tanto mi faceva confondere che mi aveva scritto di scendere, così, per l'ennesima volta quella sera, mi misi le scarpe e scesi in giardino perplessa, prima di uscire dal portone mi asciugai la faccia con la manica della felpa e aprii la porta ritrovandomi lì davanti, Andrea Locci in tutta la sua figura, non aveva la solita aria spavalda ma anzi sembrava molto insicuro sul cosa fare, e diciamo che lo capivo, insomma presentarsi così a caso alle undici di sera sotto casa di una persona che conosci da poco... chi non sarebbe incerto
Ehi...- portai l'attenzione del ragazzo su di me che alzò lo sguardo su di me,
Cosa c'è di così urgente che non può aspettare domattina?- chiesi fredda, logicamente non era per lui ma il mio stato d'animo prevaleva su qualsiasi altra cosa e sembrò comprendere, anche perché non ero messa esattamente al meglio, ma appena posò gli occhi sui miei sembrò preoccuparsi all'istante e si avvicinò con un po' troppo impeto per i miei gusti, alche feci un passo indietro facendolo fermare
Cosa sono quegli occhi rossi?- chiese con un tono quasi tremante non riuscivo bene a decifrarlo, ma rispondendo alla domanda, mi inventai la scusa più palese
Stavo fumando con Max, perché?- dissi come a dire "non è ovvio" ma lui non mi credette e aveva ragione
La sua macchina non c'è e non credo sareste così stupide da guidare da fatte... e poi gli occhi da erba sono diversi- mi aveva dato una risposta così logica che mi destabilizzò non mi aspettavo effettivamente una tale attenzione ai dettagli, ma li non seppi cosa dire e scoppiai, nuovamente, a piangere, il ragazzo senza esitazione mi abbracciò, mi propose di fare due passi e accettai, così mi prese sotto braccio e iniziammo un giro a vuoto per il paesino, lì mi sembrò il momento perfetto per raccontargli cosa fosse successo col mio ex e così feci.


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Buongi Princi, non gli ho scritto, sii fiera :))

fatemi sapere se la storia vi sta piacendo gioie

+non so se lo avete visto che ho classificato la storia come "per adulti" non ci saranno scene di sesso ma uso di droghe leggere, alcool (grazie al cazzo) e linguaggio volgare, ho 20 anni comunque e sono cose che ho vissuto in prima persona, quindi spero che possiate imparare da quello che scrivo, non dico certe cose a caso,

detto ciò, notte bellezze spero non abbandoniate il racconto per questo

Sotto il blu cobalto// FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora