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Mentre camminavamo mi misi a parlare del mio ex, di tutto quello che non andava e i castelli che mi si erano alzati in quell'anno di relazione disastrosa.
Aprii il vaso di Pandora, raccontai dei limiti infranti, che non sono mai stati rispettati dall'inizio alla fine, la convivenza turbolenta, il sentirmi rinchiusa nell'immagine di una donna di casa, figura che non mi rappresentava per nulla, il senso di dipendenza che provavo nei suoi confronti, la frustrazione, il senso di inadeguatezza perché non rispettavo i suoi standard di ragazza ideale e lui non mancava mai l'occasione di ricordarmelo, il bisogno di farlo star bene perché lui portava i soldi a casa e il perché mi sentissi in colpa ad averlo lasciato. Gli vomitai tutto addosso, senza filtri e con tutta la rabbia che potessi tirare fuori, finendo così con gli occhi rossi come due pomodori e un mal di testa atroce ma Andre era stato capace di mettermi a mio agio, non mi interruppe nemmeno una volta, e appena finii di parlare si fermò, si sedette sul marciapiede, mi fece segno di sedermi con lui e così feci, non proferì ancora parola ma mi offri una sigaretta che presi volentieri e me la accese accendendosene una pure lui, aspirò e io con lui, feci il tiro più lungo della mia vita e appena lui buttò fuori il fumo iniziò a parlare, usando un tono strano, non capivo se fosse calmo o totalmente incazzato.

Ma ora come stai? -mi spiazzò, rimasi completamente imbambolata da quella domanda, non mi aspettavo una cosa del genere ero talmente abituata ai soliti "ma perché non l'hai lasciato prima" o al ancora peggio "certo che ve le cercate" che veramente mi congelai, non che fosse il tipo, che per quanto lo conoscevo poteva esserlo perfettamente, ma a quanto pare non lo voleva fare lo stronzo, probabilmente mi ero solo fatta influenzare dalla spaventosa quantità di commenti che avevo letto sotto post di storie simili alla mia, ma lui ha fatto l'uomo, ha valorizzato le mie emozioni, ha deciso di darmi lo spazio necessario per farmi sentire a mio agio.
Come sto ora... mi sento leggera, finalmente, non pensavo che parlarne potesse fare questo effetto- tirai e mi godetti il senso di fresco che mi diede la sigaretta
Invece perché ti sentivi in colpa?-
Eh ma ce l'hai con ste domande complicate te eh- gli diedi una gomitata ridendo leggermente per cercare di sdrammatizzare almeno un, alla botta finse di aver ricevuto il pugno di Ric Flair e si accasciò per terra, scoppiai a ridere e lui con me, alleggerendo così la tensione
Rispondendo, mi ci sentivo perché pensavo fosse egoistico mettere le mie necessità prima delle sue visto tuuutto quello che lui aveva fatto per me-
A questa risposta si alzò
Se lo becco lo scasso, veramente, non ti meriti nulla di quello che ti è successo- si fece serio di nuovo e sedendomisi accanto mi mise un braccio intorno alla spalla tirandomi verso di lui e io gli poggiai la testa sulla spalla
Ma guarda che non ce n'è bisogno-
No no, lo atterro in un attimo te lo giuro, almeno non è di queste parti- ridemmo entrambi e ci fermammo a guardare un po' il nulla della strada che avevamo difronte buttando le cicche delle siga finite per strada che se ci avesse visti Max ci avrebbe tirato un occhiataccia delle sue, e il pensiero mi fece ridere abbastanza scatenando la curiosità del ragazzo
Che ti ridi?-
Eh c'è max che ha una vena ambientalista non da poco, se ci avesse visti ci avrebbe tirato su un pippone di quelli da nobel
Madò, poverina lei che si ritroverà a sgridare tutti un miliardo di volte allora- annunciò ridendo come uno scemo tirandomi con se in una spirale confusa di emozioni, ma l'unica cosa di cui ero sicura era che il momento, quel istante, era perfetto, il mio fluire da un po' di tempo, eravamo tranquilli, in mezzo al nulla della provincia, tra i boschi e la brezza notturna che caratterizzava la vita di campagna, mi girai un attimo a guardarlo mentre lui rideva ancora e lo capii che il rapporto sarebbe cambiato, non sapevo in che modo, se in bene o meno, ma sentivo che qualcosa sarebbe cambiato, poi, tutta questa bella atmosfera venne solo interrotta dalla pioggia, scese una cascata d'acqua che ci lascio un attimo destabilizzati, scoppiammo a ridere e tornammo verso casa mia correndo come due scemi.

Andrea era il solito ragazzo difficile all'apparenza, tutto impettito con sto mood sempre incazzato e il suo fare da sborone, a volte l'egomlstro sembrava lui più che Jackie, poi però faceva così, ti viene sotto casa e appena nota che stai male cerca di risollevarti il morale, mi lasciava un po' confusa a volte, non che mi dispiacesse eh, però faceva strano perché non riuscivo a inquadrarlo mai e appena pensavo di averlo capito come per magia non si capiva più nulla, peggio del cubo di rubik.
Dopo qualche minuto di corsa sfrenata per non infradiciarci troppo ci fermammo sotto il mio portone, mi girai verso di lui e lo abbraccia sorridendo ringraziandolo per la bella serata, abbraccio che lui ricambiò un po' rigidamente, gli sorrisi malinconica e salii in casa crollando direttamente a letto appena mi sdraiai.

POV ANDREA

Quando la vidi con quegli occhi rossi mi paralizzai, cercò di lanciarmi una scusa scema che sgamai subito e le feci segno di andare a fare una passeggiata, invito che accetto e li iniziò a raccontare tutto quello che non andava con il suo ex, e mai mi salì così tanto il sangue al cervello come in quel momento, ero sconvolto e la domanda più ovvia che mi salì era come cazzo avesse fatto a rimanere tanto con uno del genere, come potesse pensare che una cosa così se la meritasse, ma mentendo la calma il più possibile infondo sapevo perfettamente che in una situazione del genere non te ne rendi conto finché non te ne esci da lì. finimmo per fumare sul bordo di un marciapiede ma la pioggia rovinò il momento e appena arrivammo sotto casa sua mi abbracciò, ma non aspettandomelo la abbracciai rigidamente e vedendo la sua faccia quasi delusa ci rimasi di merda, la guardai salire le scale e salii in macchina, rimasi lì fermo due minuti a fissare il nulla e poi misi in moto per andare verso casa tra i pensieri più profondi, non misi nemmeno una canzone, passavo dal pensare al gruppo ad Oniro, ma il pensiero che più mi occupava era il bacio di qualche sera prima, non capivo perché lo avesse fatto, se perché volesse o solo per far ingelosire l'ex, e il solo pensiero mi metteva le mani nel sangue, tirava su una tale rabbia una tale frustrazione che non sapevo nemmeno descrivere, appena arrivai a casa salutai Akhen che mi corse in contro e mi seguì sul balcone mentre io mi accendevo una siga, mi sedetti per terra a coccolare il cane e a fumare ad una velocità immane, cercando di convincermi sul fatto che lo avesse fatto per piacere, ma finii solo col lanciare la cicca per strada e me ne andai a letto rimanendo a guardare il soffitto per un altro paio d'ore cercando di morire dietro ai miei pensieri a cui si era unita la preoccupazione per la famiglia e il tour.


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Son viva lo giuro, visto che non ho interrotto princi? (non ci pensare troppo)

fatemi sapere se la storia vi sta piacendo un pochino tra commenti e stelle, grazie tesori belli

Sotto il blu cobalto// FasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora