La solitudine è come un'ombra nera che si imbatte sulla nostra vita diffondendosi come fumo al vento. Si disperde nel nostro cammino come nebbia. Ed è impossibile scorgere il percorso che ci può portare dalle altre persone e colmare quel senso vuoto che solo lei può offrirti.
Ho visto molti volti in giro che avevano quell'ombra al loro seguito. Li ho percepiti stanchi del peso della situazione, stanchi del peso della vita... come se non riuscissero più a trovare una motivazione per camminare su questo terreno.
Nel corso della mia vita non mi sono mai soffermata più di tanto a riflettere se avessi mai provato un senso di solitudine e pur volendo non avrei potuto. Ero costantemente circondata.
Era un pensiero egoista domandarsi ciò, se avevi sempre qualcuno accanto, o no?Eppure riflettendoci adesso so per certo che io e la solitudine siamo due anime affine. Lo siamo dalla nascita e per quanto io abbia voluto nasconderla agli occhi del mondo, l'ho sempre percepita accanto a me come se fosse la mia amica immaginaria. L'amica che solo tu puoi vedere, toccare e con cui parlare. Per me la solitudine era l'amica immaginaria di ogni bambina. Solo che a differenza di loro, io non l'ho mai chiesta e mai voluta.
Per anni ho combattuto contro di lei per scacciarla dalla mia vita, finché non mi sono arresa e ho iniziato a non calcolarla più. Per anni ho fatto finta di non conoscerla, di non sentirla. E il mio subconscio si è convito dell'idea che io, la solitudine, non l'avessi mai provata e mai conosciuta.
Ora però sento la sua presenza.
Mi circonda.
È davanti, dietro, di lato... è dappertutto.
Sento i suoi artigli graffiarmi il collo.
Le sue mani posarsi sulle mie spalle e spingermi sempre verso il basso.
Sento i suoi occhi scrutarmi dall'altro lato del tavolo.Ho la sensazione che ogni paio d'occhi qui dentro mi stia fissando e io lo so che questa è solo una mia paranoia, eppure non riesco a stare tranquilla.
A disagio mi sistemo sulla sedia e serro le mani sul menù, invogliando la mia mente a collaborare e a farmi mettere a fuoco i piatti di questa locanda.Dopo essere uscita di corsa dalla biblioteca, mi sono resa conto che era quasi ora di pranzo e guardando la locanda qui accanto, ho deciso di farci un salto per poter mettere qualcosa sotto ai denti e per poi proseguire con la mia giornata.
Il brusio di sottofondo delle altre persone mi innervosisce. Osservo con la coda dell'occhio le famiglie riunite ai tavoli scherzare tra di loro, le coppie interagire con intimità. I camerieri sono sempre pronti a serviti, efficienti come pochi. L'odore che proviene dalle cucine è molto invitante, eppure il mio stomaco sembra fare i capricci.
Il peso che mi tiene a terra mi fa chiudere lo stomaco a poco a poco, ed è da cinque minuti buoni che ho la tentazione di alzarmi e andarmene. Solo la mia educazione non mi permette di fare questa scenata. Penso che sia l'unica cosa che apprezzi della mia esistenza.
Grazie madre...
Sospiro tra me e me e cerco di leggere, invano, il menù. Mi risulta particolarmente difficile, i pensieri sono sempre pronti a saltare da una parte all'altra nella mia mente.
«È libero?».
Alzo lo sguardo di scatto e i miei occhi si legano subito in un paio di occhi blu molto familiari.
Apro la bocca per la sorpresa e per un paio di secondi boccheggio per trovare una risposta sensata.«Hei straniera!» Sposto il viso verso destra per ritrovarmi di fronte alla faccia sorridente di
Charlotte. Dietro di lei noto la figura di Noah che cerca di spostare un tavolo verso la nostra direzione.
Ava va in suo soccorso dopo averlo visto in difficoltà e insieme riescono a portare il tavolo di fianco al mio. Noah fa un cenno verso la sua fidanzata e lei prontamente si sposta per farli passare.
STAI LEGGENDO
Sei luce anche se piove
RomanceAGGIORNAMENTI UNA VOLTA A SETTIMANA, OGNI MARTEDÌ. QUESTA VERSIONE È LA BOZZA DEL ROMANZO, SARANNO PRESENTI ALCUNI ERRORI E PICCOLE IMPERFEZIONI. TRAMA: Conoscersi da cima a fondo non è facile. Apprezzarsi con i pregi e difetti ancora meno. E ama...